Grazie a Davide Bianchi e colleghi, il Pregassona Ceresio resiste dopo la rinuncia alla Seconda Lega: ‘Siamo pochi, ma il ritmo è ideale’
La fusione nel 2019, la promozione in Seconda Lega nella primavera successiva, tre stagioni culminate nei quarti di finale nella passata stagione e poi la decisione di ripartire dalla Terza Lega. È questa la storia spicciola del Pregassona Ceresio Red Fox, compagine che disputa le sue partite casalinghe a Lugano e che nella scorsa estate ha dovuto reinventarsi quasi da zero, come spiega il nuovo responsabile della squadra Davide Bianchi: «Abbiamo disputato un buon campionato, ma alla sua conclusione è arrivata la notizia che non c’erano più i fondi per sostenere un’altra stagione in Seconda Lega. Il problema è che non abbiamo un settore giovanile, come avevamo un tempo grazie al Ceresio, e pochi sponsor, rendendo complicato reperire i finanziamenti. Per continuare a quel livello avremmo dovuto raccogliere 40’000 franchi in pochissimo tempo. A quel punto avevamo due possibilità, o sciogliere la società, o ripartire dalla Terza Lega, più economica e meno impegnativa, vista anche l’età media piuttosto elevata. Visto che la passione c’è ancora, abbiamo deciso di continuare».
Nello specifico quali sono le problematiche che vi hanno impedito di continuare a militare in Seconda Lega? «Il grosso sono le trasferte, in particolare il costo del pullman per spostarsi oltre Gottardo. Inoltre, spesso al sabato non avevamo a disposizione il ghiaccio a Lugano, per cui dovevamo andare a Faido. Secondariamente non è nemmeno facile organizzarci per le diverse partite infrasettimanali, soprattutto nel periodo dei playoff, avere meno impegni ci permette di coltivare anche altri hobby. Infine, dopo la fusione del 2019 necessaria per avere un effettivo più adeguato, è sopraggiunto il Covid, per cui l’unica stagione completa in Seconda Lega è stata l’ultima».
Con l’arrivo della nuova pista a Sigirino (che in pratica sostituisce quella di Rivera, ormai smantellata, che aveva a sua volta preso il posto di Mezzovico), si apriranno nuove possibilità per tornare ad avere un settore giovanile? «Onestamente non lo so, questo è un aspetto che compete al Ceresio e al suo presidente Mauro Osenda. Noi ci occupiamo solo della prima squadra, anche chi occuperà la pista di Sigirino, quando sarà pronta, è musica del futuro che per ora non ci riguarda. Per noi è ottimo intanto avere il ghiaccio a Lugano, visto che veniamo tutti da quella zona».
Dall’alto di un’esperienza di dodici stagioni in Prima Lega, con le maglie di Porza, Ceresio e Bellinzona, il quarantunenne Bianchi ha preso in mano la conduzione tecnica della squadra, senza mancare però di apportare il suo contributo sul ghiaccio, come dimostrano i quindici punti realizzati in sette partite… «L’idea iniziale era che mi occupassi solo di gestire gli allenamenti, ma visto che siamo in pochi, quando sono a disposizione vado anche a giocare. Inoltre mi occupo della gestione societaria con Jacques Tschudy e con il supporto di Thierry Gotti, Massimo Piemontesi e Riccardo Croci. Siamo tutti anche giocatori».
Nella stagione attuale comunque ve la state cavando bene, con il secondo posto in classifica dopo otto partite, nonostante una rosa non ampissima: «L’inizio non è stato facile, con due o tre infortuni, ma dopo un paio di sconfitte ci siamo ripresi. Siamo più o meno una ventina di giocatori, ma appena alcuni sono indisponibili, per ferimenti o altri impegni, siamo subito in pochi, inoltre a inizio stagione subiamo la concorrenza dell’hockey inline. Riusciamo però sempre ad avere due blocchi completi, che per la Terza Lega vanno bene. In generale trovo che il livello si adatti bene alle nostre capacità e il campionato è più equilibrato di quanto non dicano i risultati. L’aspetto più bello è che siamo un gruppo di amici che si diverte assieme e ci conosciamo tutti da tempo. Per gli allenamenti poi ogni tanto viene qualcuno dai veterani del Pregassona a darci una mano».
Inoltre vi siete qualificati per la finale di Coppa Ticino, nella quale affronterete il Cramosina… «Era l’obiettivo più importante che avevamo per la prima parte di stagione. L’avevamo già vinta prima di centrare la promozione in Seconda e ci tenevamo ad arrivare in finale. Per via della formula un po’ particolare non è stato evidente: la prima partita l’abbiamo giocata alle 8 e mezza del mattino contro il Valle Verzasca – che poi ci ha battuto in campionato – per poi sconfiggere anche gli Sharks e il Vallemaggia. Verso fine gennaio ci attende la finale contro il Cramosina, entrambe le squadre punteranno a vincere e sarà sicuramente una bella partita».
Quali sono le principali differenze che avete trovato tra le due categorie? «In primis il ritmo, infatti le squadre di Seconda Lega hanno tutte tre o quattro linee complete. Mentre il campionato di Terza è più tranquillo. Anche qui però contro le squadre più forti e complete ci troviamo sotto pressione. Però in generale possiamo prendercela più comoda, pensando a divertirci, pure in allenamento la maggior parte del tempo è consacrata alla partitella. Quando giochiamo facciamo del nostro meglio, ma senza lo stress di dover vincere per forza».
Ci si gode dunque il presente, i Red Fox non hanno chissà quali piani per il futuro… «Questa è una stagione di prova, visto che ci siamo messi a disposizione all’ultimo momento e ci sono molte cose da fare, partendo dai tesseramenti, qualcosa di cui nessuno di noi si era mai occupato in passato. Per il momento sta andando bene, per la prossima stagione, bisognerà vedere chi rimane e chi arriva, ma non abbiamo un progetto a lungo termine. Sicuramente al momento non prevediamo una promozione. Purtroppo abbiamo pochi sponsor, per cui dobbiamo finanziarci attraverso una tassa sociale piuttosto alta. Il nostro scopo è offrire una squadra che si alleni e giochi alla Cornèr Arena/Reseghina, per chi abita nel Luganese. Siamo aperti a chi vuole venire ad allenarsi, il Chiasso da questo punto di vista non rappresenta una concorrenza».