Vittoria senza discussioni dei bianconeri sul ghiaccio sangallese, grazie alla doppietta di Joly e alle reti di Ruotsalainen, Carr, Fazzini e Thürkauf
Dopo le due sconfitte di fila dello scorso weekend, il Lugano ritrova il sorriso sul ghiaccio della St. Galler Kantonalbank Arena. I ticinesi cominciano bene il match, e in coda al primo vero momento di pressione sangallese – gestita tra l’altro piuttosto bene dai cinque bianconeri in pista –, Arcobello s’inventa un lancio teleguidato per Arttu Ruotsalainen in versione ala, che spicca il volo e si presenta davanti a Nyffeler, infiocchettandolo con un cravattino. Purtroppo per il Lugano al ‘Rappi’ basta un tiro per pareggiare i conti, nemmeno un minuto dopo: a proposito di precisione, il polsino di Tyler Moy è di quelli chirurgici, e purtroppo per lui non c’è davvero nulla che Schlegel possa fare.
Al di là di tutto, però, il Lugano desta davvero una buona impressione sul fronte offensivo, anche a livello di ritmo, con tutte le linee che riescono indistintamente a crearsi delle vere occasioni. E in un paio di occasioni, soprattutto sul tocco a botta sicura di Andersson, Nyffeler è costretto a compiere un paio di bigsave.
Gli uomini di Hedlund col passare del tempo provano a colmare il gap, ma – a parte un nuovo tiro di Moy, che colpisce la faccia esterna del palo – è sempre il Lugano ad avere le occasioni migliori. E la più grossa di tutte capita sul bastone di Joly, al 25’45’’, lanciato da un’intuizione di Granlund: oltre all’esecuzione del numero 88, da sottolineare è la facilità di controllo del canadese, che nell’uno contro uno sceglie il tocco centrale anziché la finta, e per Nyffeler non c’è niente da fare. Così come non c’è niente da fare, di nuovo, meno cinque minuti più tardi: stavolta il lancio dalla lunghissima distanza è di LaLeggia, che smarca sulla blu il ventottenne di Gatineau, il cui tiro sul palo più lontano s’infila alle spalle di Nyffeler per la terza volta, con Stefan Hedlund che si vede costretto a chiedere il timeout quando il cronometro segna appena metà partita. E non finisce lì, con il Lugano che si diverte ad accelerare il gioco non appena intravede un varco nella (lacunosa, è il men che si possa dire) retroguardia avversaria: è il 35’33’’, quando Thürkauf si lancia in un nuovo tentativo di passaggio da lontano, servendo il lanciatissimo che si ritrova a sua volta tutto solo davanti a Nyffeler, e anche lui non sbaglia. Il dato significativo è che è la quarta volta che una simile scena si ripete, quindi non può essere un caso. E tutte e quattro le volte, il Lugano è andato in rete.
A quel punto, il match è praticamente deciso. Anche perché nel terzo tempo il Lugano è bravo a gestire la situazione, e riesce pure a colpire una quinta volta, in situazione di penalità differita (sul conto di Cervenka), con Carr che si libera bene nel terzo e poi serve Fazzini, il cui tocco – regolare – col pattino s’infila tra i gambali di Nyffeler. E non finisce lì, visto che al 54’05’’ arriva anche il 6-1, a firma capitan Thürkauf.
Rapperswil - Lugano (1-1 0-3 0-2) 1-6
Reti: 7’45’’ Ruotsalainen (Arcobello) 0-1. 8’43’’ Moy (Baragano) 1-1. 25’45’’ Joly (Granlund) 1-2. 30’19’’ Joly (LaLeggia) 1-3. 35’33’’ Carr (Thürkauf) 1-4. 51'10‘’ Fazzini (Carr/penalità differita contro Cervenka) 1-5. 54'05‘’ Thürkauf 1-6.
Rapperswil: Nyffeler; Maier, Noreau; Gerber, Aebischer; Baragano, Vouardoux; Grossniklaus; Cervenka, Schroeder, Jensen; Forrer, Dünner, Wick; Lammer, Albrecht, Frk; Zangger.
Lugano: Schlegel; Mirco Müller, Andersson; LaLeggia, Peltonen; Alatalo, Wolf; Guerra; Granlund, Thürkauf, Carr; Ruotsalainen, Arcobello, Joly; Verboon, Morini, Fazzini; Cormier, Patry, Zanetti; Gerber.
Arbitri: Borga, Wiegand; Urfer, Duc.
Note: 4’339 spettatori. Penalità: 2 x 2’ contro il Rapperswil; 3 x 2’ contro il Lugano. Tiri in porta: 27-30 (8-12, 12-10, 7-8). Rapperswil senza Djuse e Taibel (infortunati); Lugano privo di Walker, Marco Müller, Canonica (infortunati), Koskinen, Hausheer, Cjunskis e Snellman (in soprannumero). Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Tyler Moy e Michael Joly.