Calvin Thürkauf non cerca scuse per il kappaò del Lugano con il Langnau: ‘Abbiamo iniziato male e dopo il 2-2 dovevamo portare il momentum dalla nostra’
Quanto succede al 58’30” di Lugano-Langnau farà certamente discutere tifosi, giornalisti e addetti ai lavori a lungo, ma bisogna accettare il fatto che difficilmente si arriverà a una verità condivisibile al 100%. Attenendosi a ciò che accade sul ghiaccio, i fatti sono presto detti: dopo che Charlin ha perso il casco in mischia, il gioco prosegue fino a quando Alatalo segna il 3-3, in un momento in cui non vi sono attaccanti nell’area di porta. Gli arbitri assegnano il gol, ma cambiano decisione dopo il coach’s challenge chiamato dalla panchina bernese, valutando l’azione viziata da un’ostruzione sul portiere. L’interpretazione più verosimile è che i direttori di gara abbiano valutato come irregolare il modo in cui l’estremo difensore ospite perde il casco, a contatto con Fazzini. Questa è l’ultima emozione del confronto che si aggiudicano Pesonen e compagni.
Ogni tanto una serata meno brillante e lucida può comunque capitare a chiunque, stavolta è il turno del Lugano, che vede interrompersi a quota tre la sua striscia di vittorie consecutive. Il Langnau, dal canto suo, dimostra a sua volta di essere in un ottimo periodo di forma, cogliendo il dodicesimo risultato utile delle ultime tredici partite (cioè quelle disputate dopo l’umiliante 8-0 casalingo subito proprio dai bianconeri). Inoltre i Tigers sono molto bravi a blindare il proprio slot, in modo da diminuire il numero dei dischi pericolosi verso il pur bravo Charlin. Ma anche Koskinen in almeno due occasioni evita che, dopo le reti di Mäenelanen e Pesonen, gli ospiti si portino su un pesante 0-3. Poi i padroni di casa riescono a rifare superficie con due superiorità numeriche sfruttate da Carr e Thürkauf. Ma passano appena tredici secondi e Julian Schmutz approfitta di un disco perso da Mirco Müller, per realizzare il 2-3. È il gol decisivo e per quanto visto sul ghiaccio in fondo è giusto così, come riconosce anche capitan Thürkauf: «Abbiamo fatto fatica a entrare in partita ed è stata una sfida veramente ostica. Non ci sono scuse per la nostra sconfitta, non siamo riusciti a scardinare il loro gioco difensivo. Tutti noi dovevamo giocare meglio, sapevamo infatti che ultimamente i Tigers adottano un sistema molto chiuso. Peccato che, dopo aver finalmente agguantato il pareggio, pochi secondi più tardi sia arrivata la loro terza rete. Se non riesci, dopo tanta fatica, a portare il ‘momentum’ dalla tua parte, poi diventa difficile agguantarli nuovamente. Ci abbiamo provato, ci siamo anche riusciti, ma la rete del 3-3, secondo me, era purtroppo da annullare. Quando il portiere perde il casco, si dovrebbe fischiare subito, è troppo pericoloso per lui».
Stasera a Berna c’è l’immediata occasione per riscattarsi, contro un avversario diretto e dal blasone certamente superiore. Per imporsi ci vorrà sicuramente maggiore intensità. «Adesso voltiamo subito pagina. Sarà determinante imparare dagli errori fatti con il Langnau. Non importa se la partita è brutta e forse anche noiosa, il Berna ha un gioco molto simile a quello dei Tigers, sono squadre per certi versi frustranti da affrontare, perché badano soprattutto alla distruzione del tuo gioco. Sicuramente porteremo sul ghiaccio tanta nuova energia e speriamo di aver un miglior avvio di partita e non dover nuovamente rincorrere l’avversario».
Nonostante prima dell’inizio del confronto quello del Langnau sia il peggior boxplay della Lega con il 75% di riuscita, la statistica è nettamente migliorata nelle precedenti otto partite. Infatti, prima di Carr, l’ultimo avversario che era riuscito a segnare al box del Langnau era stato Teemu Hartikainen al 61’12” di Ginevra-Langnau del 20 ottobre scorso (e sempre a quel confronto, ma al 2-1 di Pouliot al 20”38, risale l’ultima rete nella canonica situazione di 5 contro 4), prima di ventun inferiorità numeriche superate consecutivamente. E c’è davvero mancato pochissimo per giungere a ventidue, visto che Charlin si deve dichiarare battuto ad appena 2”3 dal rientro sul ghiaccio di Flavio Schmutz. Caduta la diga, anche l’inferiorità numerica successiva termina anzitempo, stavolta risolta dall’ex Zugo e Columbus in 58”. Poi però non accade nulla nei due minuti di espulsione di Malone. Ma gli Emmentaler il successo se lo guadagnano soprattutto concedendo pochissimo a ranghi completi.