Grazie a sei reti al Davos il Lugano festeggia un weekend da en-plein e una grande prova di squadra. Peltonen: ‘Tanto tempo trascorso nel terzo d'attacco’
Lugano – Quando si hanno quattro linee d’attacco in grado di creare gioco, due portieri in buona forma e dei difensori solidi a prescindere dal compagno di linea, ecco che ci si può anche permettere di alzare un attimo prima della fine il pedale dal gas. Contro il Davos il Lugano si è infatti imposto per 6-4, ma dopo essersi portato su un 6-2 ben più congruo per quanto visto sul ghiaccio, come testimonia il bilancio dei tiri in porta di 42-25. «È una statistica che dice molto – conferma il difensore bianconero Jesper Peltonen – siamo stati solidi difensivamente e al contempo abbiamo creato molto in attacco, passando molto tempo nel loro terzo e abbiamo sfruttato bene le nostre occasioni».
Avete inoltre reagito molto bene alla doppietta di Stransky, che ha portato il risultato dal 2-0, firmato Fazzini e Carr, al 2-2 a cavallo della prima pausa, con i ferri colpiti da Morini e Granlund, la tua conclusione pericolosa e il tentativo del duo Fazzini-Granlund, prima delle fondamentali reti di Wolf e Alatalo: «Sì, siamo subito tornati in avanti, non ci siamo soffermati su quanto successo e abbiamo immediatamente ripreso a fare il nostro gioco. D’altro canto un finale come questo non possiamo permettercelo, forse abbiamo dormito un po’, anche se l’importante è aver vinto».
Il primo weekend dalla ripresa del campionato si conclude dunque con un bottino di sei punti, merito anche di un powerplay decisamente produttivo: «Ci abbiamo lavorato molto durante la pausa, abbiamo anche cambiato leggermente la formazione e in questo momento sta funzionando tutto bene. Anche per me passare da Andersson a LaLeggia non è un problema, sono due ottimi giocatori. Non potevamo ricominciare meglio di così, speriamo di andare avanti in questa maniera».
Adesso avete un paio di giorni di libero, prima di affrontare Langnau (giovedì) e Berna (venerdì), su cosa dovrete concentrarvi? «Lavoreremo un po’ su tutti gli aspetti del gioco, ma in particolare sulla forza e sulla resistenza, sulla difesa e sulle situazioni speciali. Ma la cosa più importante è lavorare duramente ogni giorno».
Com’è stato affrontare tuo fratello gemello Aleksi? «Fantastico era la nostra prima vera partita da avversari, è stata una bellissima esperienza e non vedo l’ora che accada di nuovo. Non abbiamo scommesso nulla, ma forse riuscirò a farmi pagare una cena».
Già perché in occasione della trasferta nei Grigioni, Aleksi era ancora sospeso a causa della mancata corretta dichiarazione di un medicamento all’antidoping. Un periodo difficile per tutta la famiglia? «È stata veramente dura, ha lavorato molto intensamente per tutta l’estate e poi è accaduto questo strano errore. Io stesso sono rimasto un po’ scioccato, mi è dispiaciuto per lui che ha dovuto affrontare la questione da solo, mi sono detto che una cosa così non poteva accadere. Perlomeno dopo due mesi tutto si è risolto e le accuse sono cadute».
«Tornando a Lugano, mi sono tornati dei ricordi dei tre anni vissuti qui, mi ci trovo benissimo, inoltre è bellissimo indossare la stessa maglia di mio padre. Volevo stabilirmi rapidamente come un difensore solido, ci sono riuscito ma ho ancora molto margine di miglioramento».
Luca Gianinazzi è un allenatore felice: «Siamo stati pronti dall’inizio, mi è piaciuta l’intensità sui sessanta minuti, il secondo tempo è stato il migliore e possiamo essere soddisfatti del risultato. Siamo riusciti a mettere il Davos sotto pressione nel suo terzo, anche nel terzo periodo, e alla lunga siamo stati ripagati. Tuttavia non sono soddisfatto di come abbiamo difeso negli ultimi minuti, Schlegel ha fatto la sua partita e in un paio di circostanze ha dovuto esibire alcuni interventi difficili».
Eppure non era facile recuperare dalla trasferta a Ginevra, contro un avversario al primo impegno del weekend… «Mi è piaciuto il carattere in una situazione sicuramente non ideale e francamente anormale. Non sono comunque io a fare il calendario, per cui avevamo due opzioni, piangerci addosso o reagire e trovare le energie rimaste, come siamo stati bravi a fare. Sinceramente a nessun allenatore fa piacere vedere i propri giocatori assentarsi per andare con la Nazionale, ma l’aspetto positivo è che possono giocare a un alto ritmo e livello, ora però questi giocatori (Mirco Müller, Thürkauf, Morini, Zanetti, Wolf e Cjunskis, ndr) dovranno essere bravi a gestire le energie».
Il mattatore del finesettimana è indubbiamente Luca Fazzini, autore di tre reti in due incontri (suo infatti il 6-2, immediatamente dopo la quinta rete di Arcobello), ma non solo lui… «Questo weekend la prima linea ha segnato relativamente poco, mi è piaciuta particolarmente la quarta linea che ha disputato molti minuti e svolgendo un ottimo lavoro difensivo. Con questa intensità e qualità hanno dato una grossa mano. Inoltre anche altri giocatori poco appariscenti come Wolf, con la sua attitudine esemplare, sono fondamentali per noi. Quanto a Fazzini, segnare è qualcosa che ha nel sangue e quando ci riesce è un toccasana per lui e per tutta la squadra. Credo che la seconda linea in generale abbia offerto un’ottima prestazione, alzando il livello rispetto a venerdì».