laR+ il dopopartita

‘Il Losanna ha meritato, senza se e senza ma’

Lugano fermato a Losanna in una partita in cui il divario è stato netto. Gianinazzi: ‘Siamo stati surclassati per fisicità e intensità’

A livello contabile la partita si decide nel secondo tempo
(Keystone)
3 dicembre 2023
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Prima dell’incontro si sapeva che il Lugano, se avesse voluto portare a casa dei punti dalla trasferta lemanica, avrebbe dovuto proporre una grande prestazione. In fin dei conti così non è stato, e il Losanna si è dimostrato una volta di più bestia nera. Dopo aver sfatato il tabù Rapperswil la settimana scorsa, ai bianconeri non è riuscito di battere quella squadra contro cui in stagione non era ancora arrivato un singolo punto (in compagnia dello Zugo, ma contro cui si sono giocate solo due partite).

Un successo, quello biancorosso, meritato e legittimato da una mole di gioco ben superiore a quella mostrata dai ticinesi. Anche se non è tutto da buttare. Infatti durante il primo tempo il Lugano ha mostrato buone cose. Certo, la pressione locale si è fatta sin da subito sentire, ma il complesso luganese è riuscito a mantenere i vodesi spesso ai margini. E con una buona dose di cinismo è pure riuscito a chiudere avanti grazie alla furbata di Arcobello; vantaggio che avrebbe anche potuto essere doppio se quell’occasionissima sull’asse Thürkauf-Carr si fosse concretizzata. Poi, però, la musica è cambiata. «Dopo un primo tempo più o meno alla pari, durante il secondo e il terzo ci hanno schiacciato a livello di intensità e di fisicità – commenta un visibilmente amareggiato e deluso Giovanni Morini –. È normale perdere una partita del genere, il Losanna ha meritato la vittoria senza se e senza ma».

Già, il secondo tempo. È stata quella la frazione che ha deciso il confronto, durante la quale i Leoni hanno alzato il livello di intensità e i bianconeri non sono riusciti a resistere all’urto. Come mai è avvenuto questo cambiamento? «Purtroppo non ho la risposta – aggiunge il comasco –. A volte bisogna anche fare i conti con l’avversario. In questo match ne ha avuto più di noi: ha giocato meglio e ha vinto, tutto qui».

Abbiamo detto delle difficoltà luganesi, ma come sempre, e soprattutto commentando una partita del genere, va tenuto conto anche dell’avversario. E sabato il Losanna ha dimostrato di essere in uno stato di forma eccellente: sette affermazioni consecutive, sei vittorie filate in casa e solamente due sconfitte (una al supplementare) nelle ultime tredici partite. Numeri da capogiro, insomma, che certificano la bontà di una rosa ben fornita. Anche quando si vanno a spulciare le statistiche si può trovare conferma della superiorità dimostrata dai padroni di casa. Se i tiri in porta si equivalgono (35 per parte), il Losanna ha avuto molti più tiri vicini alla porta (13-3), ciò significa che, pur non inquadrando la porta, si è procurato molte più occasioni da rete. Fatto certificato dagli ‘expected goals’ (statistica delle reti che dovrebbero arrivare in base alla mole di gioco, tenendo in considerazione tutti gli aspetti): all’incirca 4,5 per il Losanna e 1,5 per il Lugano, numeri perfettamente in linea con il risultato finale.

‘Potevamo fare di più, ma merito a loro’

Interrogato sui momenti chiave della partita, Luca Gianinazzi non cerca di restringere il momento negativo a quei dieci minuti a cavallo del 30’ in cui sono cadute le tre reti che hanno indirizzato la contesa. «A livello di risultato sicuramente è stato quello il momento decisivo, ma a livello di prestazione non credo. La realtà è che abbiamo subito una lezione da una squadra molto forte e che sta vivendo un ottimo periodo. A livello di fisicità e intensità siamo stati surclassati. Dovremo imparare da questo».

Rispetto al derby, in cui è andato praticamente tutto bene, con il gol che è anche arrivato subito, a Losanna è stato più complicato reagire una volta sotto 3-1. «Non credo sia così semplice. Di fronte a noi c’era una squadra in fiducia, che ha saputo portare il momentum dalla sua parte e che quando va in vantaggio è difficile da affrontare, perché ci si trova costantemente sotto pressione. Noi avremmo dovuto fare meglio, ma va dato merito anche al Losanna».

Si può parlare di passi indietro dopo due convincenti vittorie? «Come risultato sì, ma comunque finiamo questa partita avendo tirato 35 volte in porta e con diverse buone occasioni. In generale, sui 60’, loro hanno fatto più di noi per vincere. Come detto, si è trattata di una lezione sull’unità di intenti. Il Losanna ha dimostrato di avere quattro blocchi che giocano nella stessa maniera e con la stessa intensità. Noi non siamo ancora a questo livello e quindi dovremo emularli».

Una differenza la si è vista anche a livello di organico. «Se si guarda la loro quarta linea si vedono due giocatori che hanno giocato in Nhl (68 partite fra Kenins e Almond, ndr) e Hügli che è da diversi anni in questa lega. Noi abbiamo due ragazzi del 2002 e uno del 2000. Personalmente la vedo come una cosa positiva perché vuol dire che abbiamo ancora tanto margine di crescita».

Eppure non si può dire che sia stato un disastro su tutta la linea, prendendo come esempio soprattutto il già citato primo tempo. «Anche nel secondo tempo, perso 3-0 – chiude il tecnico bianconero –, i tiri in porta dicono 11-10 per noi: vuol dire che noi siamo riusciti a giocare insieme, ma loro si sono dimostrati più incisivi ed efficaci nelle fasi importanti del gioco. Non abbiamo fatto abbastanza per vincere. Tuttavia in settimana abbiamo vinto due volte su tre; ovviamente ora sono ancora frustrato per come è andata qui, ma la cosa importante per noi è continuare nel nostro processo di crescita come squadra».