Dopo un primo tempo difficile il Lugano legittima la sua vittoria a Ginevra. Guerra: ‘Bravi a concedere pochi falli e farli girare al largo dallo slot’
Ginevra – Decidono la partita a livello contabile i 62 secondi che passano dall’1-2 di Morini al 49’34” all’1-3 di Thürkauf al 50’36”, ma per l’andamento a Ginevra il Lugano si difende infatti molto bene, pur concedendo spesso il controllo del gioco alle Aquile. Sull’altro fronte le occasioni non sono dunque moltissime, ma ventitré tiri sono sufficienti per realizzare tre reti.
«Sicuramente subire solo due reti qua è un’ottima cosa – osserva Samuel Guerra –. Sapevamo che tendiamo a incassare troppe reti, durante la pausa abbiamo dunque lavorato moltissimo su questo aspetto. Dopo un primo tempo con le gambe un po’ addormentate siamo riusciti a girare la partita e a imporre il nostro gioco negli altri quaranta minuti, riuscendo a cambiare ritmo all’interno della stessa partita abbiamo dimostrato un’ottima reazione di squadra».
Dopo venti minuti in effetti il parziale di 1-0 in favore dei padroni di casa è benigno nei confronti dei bianconeri. Ma è anche vero che il Servette è già tornato a giocare mercoledì in Champions, un vantaggio non indifferente: «Sì, ma abbiamo commesso qualche errore ingenuo, come perdere il disco sulle linee blu e non uscire con semplicità dal terzo difensivo, ma la cosa molto positiva è che abbiamo continuato a giocare e siamo cresciuti. Il Ginevra ha tenuto molto il disco, ma noi lo abbiamo spesso tenuto lontano dallo slot, sappiamo che costruendo un buon gioco difensivo possiamo anche crearci delle occasioni offensive e in particolare nel terzo tempo le abbiamo sfruttate bene».
Una volta in vantaggio gli uomini di Gianinazzi controllano bene la situazione nonostante la rete di Manninen al 53’. Ma prima era stato fondamentale sfruttare con Fazzini, in appena nove secondi, la doppia superiorità numerica di inizio secondo tempo per pareggiare la contesa e concedere invece pochissimi falli al temibile powerplay ginevrino: «Vero, quando squadre come il Ginevra hanno tante occasioni in superiorità numerica spesso le sfruttano, e infatti l’1-0 è arrivato così, la disciplina sta anche nel prendere poche penalità».
Dopo il pirotecnico 7-4 alla Cornèr Arena il 6 ottobre scorso, stavolta la sfida si delinea su binari più canonici, ma intanto arriva la seconda vittoria contro i campioni in carica. Sebbene questi siano ancora alla ricerca della giusta velocità di crociera nel corrente campionato, come dimostrano le quattro sconfitte consecutive alle Vernets: «A me non piace guardare indietro alla scorsa stagione. Non mi ricordo bene come fosse andata la partita in casa, ma stavolta la cosa che mi fa più piacere è stata veder applicato ciò su cui abbiamo lavorato settimana scorsa ed essere cresciuti nel corso dei sessanta minuti, è qualcosa che ci dà fiducia».
In una serata in cui tutti i giocatori scesi sul ghiaccio si meritano un plauso, vi sono comunque alcuni singoli che sono emersi. Tra questi un sicurissimo Koskinen, un Wolf molto autorevole e il compagno di linea di Guerra, Alatalo al rientro da un infortunio e che senza LaLeggia (lasciato in soprannumero e la cui assenza proprio non si è fatta sentire) ha giocato praticamente l’interezza dei powerplay avuti a disposizione. «Formiamo una nuova coppia, già durante la pausa ci siamo allenati assieme, per ora gioco io a destra e vediamo come continuerà».
Stasera è invece il momento di affrontare il Davos e stavolta sarete voi ad avere più ritmo nelle gambe: «Sicuramente l’esperienza di ieri è importante, come diciamo spesso nelle interviste, ci concentriamo però su noi stessi. Abbiamo visto cosa abbiamo bisogno per vincere e dobbiamo riportare la stessa mentalità, in particolare degli ultimi venti minuti».
Nei primi minuti Gauthier Descloux deve intervenire solo cinque volte, su sette conclusioni degli ospiti, tre delle quali vengono fermate da un suo difensore. Se la matematica non vi torna è normale. Infatti una delle parate, che per certi versi è la più difficile, la numero 34, la deve compiere su una conclusione del suo compagno Vincent Praplan, che sbaglia la mira del rilancio via balaustra. Per sua fortuna l’estremo difensore romando è attento sul primo palo ed è pure bravo a non concedere il rebound. Ci auguriamo che dopo la partita il vallesano gli abbia perlomeno offerto da bere, anche perché nonostante le sole 20 parate l’ex Ambrì Piotta non può essere certo considerato responsabile di questa sconfitta.