Lugano e Ginevra fanno ancora gli straordinari, ma stavolta è un overtime bonsai, grazie all'opportunismo di Fazzini: ‘Adesso dobbiamo vincere là’
Lugano – È il sessantesimo minuto di un’altra serata di passione. Con la Cornèr Arena che trattiene il respiro, supplicando che il secondo supplementare di fila nel quarto tra Lugano e Ginevra Servette non si concluda come il primo. Preghiere, stavolta, accolte dagli Dei dell’hockey, che si materializzano in un puck controllato da Granlund dietro la porta di un Robert Mayer preferito per l’occasione a Gauthier Desclux, che poi sbuca al centro davanti a un Luca Fazzini fin lì trasparente, ma che, dimenticato da tutti, da bomber qual è, alla prima occasione la mette dentro. Mentre in pista esplode un boato: Lugano 2, Ginevra 2. E dopodomani – effetto di un calendario confezionato su misura per le esigenze tivù – la sfida ricomincerà sul ghiaccio delle Vernets.
È il classico dei lieto fine per un martedì che, invero, non parte benissimo. Prima di tutto perché anche stavolta, ed è la seconda di fila, sul ghiaccio ci sono soli cinque stranieri in bianconero – infatti Bennett non riesce a riprendersi in tempo, e finisce per prendere il posto di Granlund in infermeria –, poi perché il Lugano sin dalle primissime pattinate è costretto a rincorrere un Servette che, quando manda in pista Omark e Hartikainen, con il disco fa ciò che vuole. Così, dopo appena due minuti sono già sei tiri a zero per il Ginevra, che apre le marcature con il suo artista svedese, mentre quelli della quarta linea bianconera danzano trottole. Con il passare dei minuti, poi, non è che le cose migliorino: infatti bisogna aspettare dieci minuti per vedere un tiro degno di tale nome da parte ticinese, con Robert Mayer totalmente inoperativo persino durante i due minuti per colpo di bastone fischiati a Smirnovs.
Invece, quando meno i cinquemila e rotti della Cornèr Arena se l’aspettano, ecco arrivare il pareggio. Merito di Jeremi Gerber, che all’11’27” brucia in velocità Karrer e mette in mezzo un disco precisissimo, che atterra sul bastone di un Samuel Guerra che farà sul serio una gran partita, e che nell’occasione buca con un tiro da lontano il portiere delle Aquile, e dopo aver segnato esulta alzando gli occhi al cielo, quasi a voler dire ‘non ci posso credere’.
Quel gol, cambia improvvisamente faccia alla partita. Improvvisamente c’è equilibrio, sugli spalti c’è tensione e suspense mentre sul ghiaccio ci sono check e spintoni: già, siamo nei playoff. E a poco a poco, nel periodo centrale si ha l’impressione che sia il Lugano ad avere più energie, infatti da metà partita in poi sono i ragazzi di Gianinazzi a fare più gioco: prima Walker, poi Andersson e Joseph, poi – nel terzo tempo – Wolf e Thürkauf. Le occasioni, insomma, ci sono, ma il risultato non cambia. E così, per la seconda volta in quattro giorni, si va tutti all’overtime. Ma stavolta, e per fortuna, ci sarebbe da aggiungere, non è l’interminabile calvario vissuto nella città di Calvino.
«Conosco troppe persone che avrebbero sofferto molto se fossimo andati lunghi con l’overtime, per cui abbiamo deciso di fare in fretta – scherza Luca Gianinazzi –. Tuttavia, era già da un po’ che sarebbe bastato un gol per decidere tutto, visto che entrambe le squadre stavano difendendo bene. Noi però anche nel terzo tempo ci siamo comunque creati delle occasioni, per cui il successo è meritato. Del resto, immaginare di non concedere nemmeno un’occasione a un Ginevra è follia, e Koskinen è stato molto bravo quando è stato chiamato in causa: in verità, però, tutta la squadra è importante, il portiere da solo non conta nulla. Tuttavia Mikko dovrà spiegarmi quella penalità, anche se sono cose che fanno parte del gioco...». Dice, riferendosi al momento in cui il portiere finlandese, mentre stava per tornare in panchina durante una penalità differita, ha toccato il disco al di là della linea di metà pista, beccandosi due minuti per ritardo di gioco.
Per Gianinazzi, il momento più importante di tutta la partita è stato il primo tempo. «Il Ginevra ci ha messo davvero sotto pressione, ma non lo abbiamo lasciato scappare nel risultato. Poi, nel secondo e nel terzo tempo, quando loro hanno diminuito un po’ il ritmo, abbiamo gestito meglio il disco. Naturalmente sappiamo che dovremo riuscire a vincere una volta a Ginevra, e non importa quale sia, anche se il nostro obiettivo è ovviamente di farlo già venerdì. E sappiamo pure che potremo riuscirci anche nel caso in cui sul ghiaccio fossimo nuovamente costretti a dover giocare con cinque stranieri: in fondo, già in gara 3 abbiamo perso solo al terzo overtime. Possiamo ancora fare dei passi in avanti, prima di tutto però bisogna recuperare le energie».
«È bellissimo vincere una partita quando vedi che tutta la squadra ha lottato – dice, a caldo, un Julian Walker nuovamente tra i grandi trascinatori di questo Lugano –. C’è tantissima energia sul ghiaccio per tutta la durata dell’incontro. Abbiamo fatto fatica nei primi 10 minuti, e anche nel secondo non tutto è filato liscio, ma siamo riusciti a crescere e anche a mettere i nostri avversari sotto pressione. Poi anche loro hanno fatto degli errori. La nostra linea ha dato molto, come naturalmente anche le altre: ognuno ha il suo compito ben preciso da svolgere sul ghiaccio, se ciascuno dà il massimo si può portare a casa la vittoria e stasera è stato cosi».
E dopodomani, alle Vernets, si ricomincia. Ma da un ‘best of 3’: «Dobbiamo andare a Ginevra e... rubare la vittoria. Siamo coscienti delle nostre possibilità: non dobbiamo cambiare tanto, basta fare il nostro gioco, con molta semplicità e disciplina. Sembra strano che la decima della regular season se la giochi benissimo con la prima? Nei playoff tutto può succedere. Noi durante la regular season non sempre ci siamo espressi al massimo, ma adesso non vogliamo assolutamente mollare».
Se Luca Gianinazzi ha la battuta pronta, altrettanto, ovviamente, non fa Jan Cadieux. «Abbiamo iniziato molto bene, tirando una quindicina di volte nel solo primo tempo. Ma dal secondo tempo non abbiamo più tirato in porta, non abbiamo più messo pressione sulla porta e abbiamo giocato all’esterno, così abbiamo perso il ritmo. Siamo frustrati, sì, perché ci complichiamo la vita».
Anche il powerplay non ha veramente aiutato i granata: «È la stessa cosa che in 5 contro 5, qualche volta cerchiamo la giocata troppo bella, al posto dell’efficacia. L’esempio è il gol decisivo di sabato, un tiro nel traffico e un buon rimbalzo».
Nove gol segnati in casa, uno solo in trasferta. La differenza è schiacciante, sta al Lugano trovare il modo di compensarla. «La pressione è su tutte e due le squadre, adesso bisogna vincerne due su tre. Avere un giorno in più fino a venerdì ci farà bene. Non so perché ci sia tutta questa differenza, anche qui a Lugano tiriamo parecchio, trentacinque volte in gara 2, una quarantina oggi (ieri per chi legge, ndr) forse avere l’ultimo cambio può aiutare il Lugano, ma sta a noi essere più bravi offensivamente ed eliminarla».