Il Lugano coglie a Bienne la terza vittoria consecutiva. Alatalo: ‘Solo nel secondo tempo abbiamo perso un attimo il controllo del gioco’
Bienne – Se il Milan aveva il trio Gre-No-Li (Gren, Nordahl e Liedholm) che ha fatto le fortune dei rossoneri a inizio anni Cinquanta, l’Hc Lugano si può godere, eccome, la linea Thü-Ca-Jo. Anche alla Tissot Arena Thürkauf, Carr e Joly sono infatti stati gli uomini decisivi, che hanno permesso ai bianconeri di cogliere la terza vittoria consecutiva, contro altrettanti avversari bernesi. Il capitano e il numero sette (autore inoltre di tre assist) portano i ticinesi sul 2-0, il numero 88 li riporta in vantaggio a inizio terzo tempo, dopo che i Seeländer avevano rifatto superficie con Olofsson e Sallinen. I primi due sono poi presenti sul ghiaccio anche in occasione del punto a porta vuota di Morini, imitato poco dopo da LaLeggia. Un gran bel Lugano insomma, che ha a sua volta difficoltà a gestire il blocco di Haas e che una volta riguadagnato il vantaggio controlla tutto sommato bene la situazione, fatta eccezione per le penalità evitabili di Alatalo e LaLeggia, che provocano 70 secondi di doppia inferiorità numerica. Ma l’unico grosso rischio lo corre al 55’, con la conclusione fuori misura di Sallinen. «Nel primo tempo abbiamo gestito il gioco, nel secondo abbiamo un po’ perso il ‘momentum’ e il Bienne ne ha ben approfittato, mentre nel terzo siamo tornati in gestione, anche grazie allo splendido gol di Joly – riassume Santeri Alatalo, che nel periodo centrale, sul 2-1, ha colpito un clamoroso palo in powerplay –. Dopo il loro pareggio abbiamo continuato a crederci. Loro hanno continuato a creare occasioni e Schlegel ha disputato un’ottima partita, ma complessivamente possiamo essere soddisfatti e trovo che i tre punti siano meritati. Loro ci hanno creduto fino alla fine, sono arrivati vicini al pari, ma la fortuna è stata dalla nostra parte».
La prima linea è stata decisiva, non solo per le reti, ma pure per la capacità di tenere quasi sempre il controllo del disco e giocare quasi esclusivamente in zona offensiva, ma anche i giovani, come Leandro Hausheer, Roberts Cjunskis e Jeremy Gerber, hanno saputo ripagare bene Gianinazzi per lo spazio concesso a causa delle numerose assenze: «In questo momento è la linea che ci sta trascinando, è quello che abbiamo bisogno ed è divertente giocarci assieme, ora anche gli altri devono dimostrare di essere alla loro altezza. Quando abbiamo degli infortunati i giovani devono dimostrare di essere all’altezza e fino ad ora ci sono riusciti bene. In particolare per me è bello giocare in linea con Leandro, è grosso ma si muove bene, ha tantissimo potenziale e spero che continui così».
Dopo questo tre su tre bernese, oggi c’è un giorno di pausa e domani pomeriggio alla Cornèr Arena arriverà il Friborgo, leader del campionato… «Evidentemente gli avversari bernesi ci hanno portato bene e siamo stati in grado di offrire tre prestazioni di qualità con continuità. Pausa però non ne facciamo, domani (oggi per chi legge, ndr) ci alleneremo e studieremo il Friborgo. È un’ottima squadra, guidata da degli stranieri fortissimi e dal powerplay. Dobbiamo continuare sull’onda positiva di questi successi, soprattutto per quanto riguarda il gioco difensivo».
Tra l’altro sei nato a Tampere, città del Tappara (oltre che dell’Ilves), eliminato martedì dalla Champions Hockey League, proprio dal Bienne, lo hai voluto un po’ vendicare? «In effetti ho sempre tifato per il Tappara, martedì sono però riuscito a guardare solo una parte dell’incontro, ma è sicuramente stato interessante da vedere».
Se il Lugano aveva numerosi assenti, anche il Bienne non era da meno. Così, come passatempo, abbiamo provato a disegnare la ‘squadra degli assenti’, come se stessimo giocando a Hockey Manager: in difesa Lööv, Guerra, Delémont e Snellmann, in attacco da delle linee con Marco Müller al centro di Brunner e Granlund, Fabio Hofer al centro di Heponiemi e Cormier, mentre in terza linea mettiamo Canonica al centro di Hischier e Patry. Probabilmente una squadra capace di giocarsela contro diverse compagini di National League E stavolta nel compito di non farli rimpiangere sono stati più bravi i bianconeri, che hanno perlomeno recuperato Calle Andersson, autore di una prova sicura, come settimo difensore.