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Il Lugano ci prende gusto. ‘Però cerchiamo di badare al sodo’

Quarto successo filato per i bianconeri di Gianinazzi, che si confermano anche contro l’Ajoie. Il coach. ‘A me, però, la prima mezz’ora è piaciuta meno”

La gioia di Arcobello, Connolly e un Lugano in formato poker
(Keystone)
28 gennaio 2023
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Lugano – Aveva più da perdere che da guadagnarci, stavolta, il Lugano di Luca Gianinazzi. Dopo aver vinto tre partite che sulla carta erano una più tosta dell’altra, in effetti i bianconeri sapevano di non poter rovinare tutto sul più bello, nella partita che restava loro da recuperare, sul ghiaccio di casa oltretutto, contro l’ultima della classe. E non c’è bisogno di ricordare quanto contino davvero i punti in palio da qui a inizio marzo: ne sanno qualcosa a Losanna, dove si guarda dal basso un Lugano che sta dieci lunghezze più in alto, sulla strada verso i preplayoff che per i vodesi, più che impervia, a questo punto è al limite dell’impraticabilità.

I bianconeri, al contrario, sembrano davvero lanciatissimi. Anche dopo un venerdì sera che si preannunciava comunque non facile, soprattutto pensando all’attitudine tanto cara ai giurassiani, che stanno in pista essenzialmente per rompere il gioco. Ma dopo un primo tempo davvero povero tanto a livello di contenuti che di occasioni davvero ghiotte, in cui il Lugano trova comunque il modo di segnare grazie ad Arcobello, che sfrutta una lunga penalità fischiata al canadese Brennan, i ticinesi provano infine a prendere in mano le cose. Tuttavia, sul piano contabile la partita resta a lungo in bilico, tanto che ancora sul risultato di 1-0, a metà partita esatta l’attentissimo Schlegel deve compiere un miracolo sul tentativo di Macquat da due passi, a botta sicura. Paradossalmente, subito dopo il momento più difficile dell’intera partita Fazzini e compagni riescono a dare la svolta decisiva al confronto: tutto merito di Carr, la cui conclusione al volo al 31’10" inaugura un trittico di siluri che in quattro minuti colano a picco l’Ajoie. Gli altri due gol portano invece la firma del solito Granlund e di uno Zanetti che non segnava più dal 9 dicembre (contro lo stesso Ajoie, neanche a farlo apposta), mentre il quinto centro, al 53’01", porta la firma di Fazzini, per un Lugano che nell’occasione manda in rete tutte e quattro le linee offensive. «In verità – dice, schietto, Luca Gianinazzi – è stata una partita a due facce: dei primi trenta minuti non sono molto soddisfatto, dei secondi invece lo sono di più. Dovevamo entrare in partita con un piglio diverso, eravamo focalizzati su come volevamo giocare invece di badare al sodo e, soprattutto, a vincere le battaglie che ci sono in una partita di hockey: domani sera non potremo concederci certe sbavature».

E chissà se anche nel Canton San Gallo tra i pali ci sarà di nuovo Niklas Schlegel. «Sono contento di come ha giocato la squadra e della mia prestazione – dice il portiere numero 34 –. Questi per noi erano tre punti importantissimi: era fondamentale proseguire su questa striscia vincente. Sono entrato in partita un po’ nervoso, non so come mai, ma poi dopo le prime parate ho acquistato fiducia. Chiaramente giocare con una certa regolarità fa bene, vale per qualsiasi portiere, ma devo anche ringraziare la buona prova dei compagni, che mi hanno aiutato tanto con molti ‘block shot’. Peccato soltanto che sono arrivato molto vicino a un secondo consecutivo shutout, ma i tre punti fanno dimenticare tutto. Adesso andiamo a Rapperswil dove ci aspetta una squadra che come noi attraversa un buon periodo di forma: sarà una gara tosta».

L’ANNOTAZIONE

Sotto il segno della bilancia

Bisogna fare un bel balzo indietro nel tempo per ritrovare un Lugano che vince quattro partite di fila: eravamo a inizio novembre, quando la cura Gianinazzi iniziava a dare i primi frutti e a farne le spese, in due settimane, a cavallo della pausa dedicata alle Nazionali, furono Bienne, Losanna, Berna e Langnau. Adesso che la storia si ripete, la principale differenza è che i quattro successi filati il Lugano li ha ottenuti tutti con Niklas Schlegel tra i pali. E di certo non perché il ventottenne portiere zurighese sia semplicemente una sorta di amuleto: infatti, nella doppia sfida contro lo Zurigo e poi contro Davos e Ajoie, ‘Schlegi’ ha parato 96 tiri su 101, per una percentuale di riuscita del 95,04%. Prima di questo poker di sfide, in quattro mesi scarsi il portiere numero 34 aveva giocato la miseria di cinque partite piene, ma da quando è salito in cattedra – a quanto pare – niente e nessuno pare in grado di fermarlo. A proposito: come si comporteranno Luca Gianinazzi e il suo staff, ora che gli equilibri tra lo stesso Schlegel e il finlandese Mikko Koskinen, se non proprio stravolti, non sono gli stessi di prima? Saranno bei problemi, dirà qualcuno, sta di fatto che sono pur sempre problemi.