I bianconeri si ritrovano sotto per 3-0 dopo pochi minuti e poi non riescono a rientrare. Guerra: ‘Non è la prima volta che abbiamo dei blackout’
Se venerdì contro il Berna il Lugano aveva rovinato la sua partita subendo due reti in settanta secondi a cavallo di metà partita, sabato a Langnau ha fatto anche peggio, compromettendo tutto quanto nel giro di novantasette secondi, tra il 6’50" e l’8’27", nei quali ha subito tre reti con Sturny, Michaelis e Diem, a dimostrazione che la lezione non è stata ancora assimilata. Poi è vero che il Lugano si è messo di buzzo buono per tentare di rientrare, ma i Tigers hanno risposto colpo su colpo, approfittando dei regali della difesa ticinese. Al 3-1 di Fazzini ha infatti risposto Michaelis in contropiede. Al shorthand di Carr per il 4-2, ha risposto Schmutz, liberato sul secondo palo da Saarela. E quando il Lugano nel terzo tempo è riuscito a segnare due reti consecutive con Alatalo e Connolly, a Schmutz sono bastati sedici secondi (e il passaggio di Saarijärvi che l’ha trovato libero nello slot) per portare il punteggio sul 6-4 e chiudere i conti.
L’atteggiamento dei bianconeri non è di fatto mai stato convincente, per non dire che è stato incomprensibile, considerando che i bianconeri sono ancora invischiati nelle parti basse della classifica e che quello con il Langnau (reduce tra l’altro reduce dal 9-0 subito a Rapperswil) era uno scontro diretto. E i Tigers non erano per nulla imbattibili, e va detto a scanso d’equivoci che il giorno di riposo goduto dagli uomini di Paterlini venerdì non giustifica assolutamente nulla, eppure il loro successo è pienamente meritato e anzi Schlegel ha dovuto esibire alcuni interventi decisivi per evitare che i bernesi scappassero ulteriormente.
Il problema forse principale, ma di certo non l’unico, di questa squadra è la palese mancanza di leadership. Infatti anche dopo le reti segnate non si è visto nessun giocatore provare a dare la carica ai compagni, senza contare che Gianinazzi aveva provato a scuotere la squadra chiamando il timeout dopo il 2-0, salvo vedere i locali andare in rete nuovamente un minuto e sedici secondi dopo. E a questo proposito un nome va fatto ed è quello del capitano Mark Arcobello. In una serata in cui altri tra i più deludenti di questo campionato (Connolly, Fazzini, al quale è stata comminata a posteriori una penalità di partita per il colpo di bastone ai danni di Schilt che non gli impedirà comunque di scendere sul ghiaccio nel derby, e Alatalo) hanno perlomeno contribuito con un gol, lo statunitense è rimasto praticamente invisibile per sessanta minuti.
«Sinceramente non saprei spiegare perché abbiamo iniziato la partita in questo modo –ammette ai microfoni dell’Rsi il difensore Samuel Guerra –, penso ci siano diversi fattori che ci hanno portato in questa situazione. Ora però non possiamo piangerci addosso, dobbiamo però accettare il fatto che non è accettabile che iniziamo spesso in questa maniera che ci taglia le gambe. Non dobbiamo perdere la testa, ci sono ancora molte partite per cambiare la situazione, ma dobbiamo ritrovare le basi, ogni singolo giocatore deve tornare a fare le cose giuste e prendere le decisioni corrette per aiutare la squadra e uscirne come squadra».
Ora è richiesta una reazione, domani c’è il derby sfida ideale per ripartire: «Dopo queste partite c’è sempre delusione, ma c’è anche l’energia e la voglia di cambiare rotta, quando giochiamo il nostro gioco e facciamo le cose semplici dominiamo l’avversario, lo abbiamo dimostrato sia contro il Berna, sia contro il Langnau. Poi però abbiamo questi blackout di quattro o cinque minuti che ci stanno tagliano le gambe da inizio stagione». V.B.