Nella sera del arrivo in panchina del nuovo vice di Luca Gianinazzi, i bianconeri trovano il primo successo del nuovo corso. Con ben tre gol di Connolly
Lugano – Tutto il pubblico in piedi ad applaudire. Ed è uno scroscio di applausi convinto. Oltre che meritato. In un martedì da paura ma che invece si conclude in festa, con i giocatori chiamati sotto le tribune per un’ovazione che sembra esorcizzare tutto quant’è successo in dieci giorni durissimi, terribili persino. Spazzati via, almeno per ora, dai primissimi punti dell’era di Luca Gianinazzi. Punti pesanti soprattutto per il morale, scippati ai campioni svizzeri di uno Zugo che non sarà ancora ciò che dev’essere, ma la cui qualità (sulla carta e no) è lì da vedere. Invece, stavolta, Kovar e compagni sono costretti a tornarsene a casa malconci da una trasferta a Lugano in cui si debbono accontentare di fare da comprimari.
Tornato Koskinen tra i pali e rientrato Müller in attacco, nella serata della prima presa di contatto di Alatalo senior con la sua nuova realtà, il Lugano offre una prestazione convincente al di là di ogni ragionevole dubbio. Nella serata in cui succede di tutto e di più, tanto che segna persino un Yves Stoffel che quel momento l’attendeva addirittura da più di un anno: suo il 2-0 al 5’41’’ dopo l’impressionante progressione di un Marco Zanetti che non smette di stupire. Naturalmente, però, stavolta il più stupefacente di tutti è quel Brett Connolly autore di un solo golletto nelle prime nove partite, e che in una sera sola centra addirittura la tripletta: arrivato d’un botto a quota dieci punti, il trentenne ex attaccante dei Chicago Blackhawks è persino diventato il nuovo top scorer bianconero. O tutto o niente, insomma.
In generale, però, nell’occasione tutti si mettono infine in luce, senza eccezioni. Anche coloro che in un modo o nell’altro continuano a faticare, come ad esempio quel Luca Fazzini che ci prova e ci riprova ma non riesce a trovare il bersaglio. Segnali importanti, indubbiamente, sulla via della guarigione: quanto pronta sarà, lo scopriremo presto. «Sono contento per la squadra, dopo quelle brutte sconfitte è arrivata una bella vittoria contro una squadra forte come lo Zugo – sono le prime parole di Matti Alatalo dopo il suo arrivo sulla panchina bianconera –. I ragazzi hanno giocato bene: ognuno ha dato il massimo e penso che la vittoria sia meritatissima. Ho trovato giocatori smaniosi di fare bene: avevano grande voglia di dimostrare a tutti il loro talento e ci sono riusciti. Perché sono a Lugano? Sono qui perché Luca mi voleva vicino a lui nel dirigere questa squadra. Forse potrebbe essere la mia ultima esperienza alla balaustra: mi sento bene, pronto e molto motivato, e sono sicuro che potrò dare il mio apporto. E non è un problema se nella squadra c’è anche mio figlio Santeri: i ruoli sono ben definiti, io faccio il coach e lui il giocatore, molto semplice. Ognuno sta al suo posto, dando sempre il meglio. Pur se, non lo nascondo, è una cosa curiosa, speciale: fino a ieri non lo avevo mai allenato, sul ghiaccio siamo sempre stati avversari...».
Alla mattina l’annuncio, alla sera il debutto in panchina. Pur se al fianco di Matti Alatalo, il nuovo vice di Gianinazzi, almeno stavolta c’è ancora Krister Cantoni. Comunque sia, nel giorno nella ricomparsa di Marco Müller, il ritorno nel lineup di uno degli attaccanti più attesi passa in secondo piano, siccome a Lugano da ore non si parla che del papà di un Santeri Alatalo che è uno dei leader di questa squadra. Al di là delle questioni famigliari, di cui si potrebbe dibattere a lungo e magari pure a sproposito, siccome si parla pur sempre di un gruppo di professionisti, se in passato probabilmente non s’è mai discusso tanto di un assistente allenatore un motivo c’è: indiscutibilmente preparato ma pur sempre ventinovenne allenatore, Luca Gianinazzi più che di gente che gli insegni delle cose ha bisogno di qualcuno che lo sostenga, che lo sappia consigliare e che se serve gli copra magari anche le spalle. Di fronte alle critiche, quantomeno. Da quanto si sa, è stato lo stesso Gianinazzi a scegliere il 63enne tecnico (che tra l’altro da qualche tempo vive in Ticino), a spasso dall’ottobre 2020 quando il Visp lo sollevò dall’incarico: ci vorrà tempo per capire se avrà visto giusto, ma l’impressione è che l’aiuto di un vice abituato a lavorare con i giovani e che ha già alle spalle una carriera appagante possa essere la scelta migliore. Anche perché l’ultima cosa di cui Gianinazzi avrebbe bisogno è avere da parte qualcuno a cui, alla prima occasione, venga l’idea di rubargli la scena.
Lugano - Zugo (3-0 1-0 2-1) 6-1
Reti: 4’22’’ Connolly (Thürkauf/esp. Leuenberger) 1-0. 5’42’’ Stoffel (Zanetti) 2-0. 13’48’’ Connolly (Gerber) 3-0. 34’02’’ Alatalo (Marco Müller/esp. Kovar) 4-0. 46’01’’ Klingberg (esp. Alatalo) 4-1. 52’30’’ Connolly (Bennett) 5-1. 55’46’’ Granlund (Arcobello, Marco Müller) 6-1.
Lugano: Koskinen; Mirco Müller, Alatalo; Riva, Kaski; Guerra, Wolf; Ugazzi; Marco Müller, Arcobello, Granlund; Gerber, Bennett, Connolly; Morini, Thürkauf, Fazzini; Zanetti, Herburger, Stoffel.
Zugo: Genoni (dal 13’48’’ Hollenstein); Djoos, Geisser; Stadler, Hansson; Kreis, Schlumpf; Gross; Hofmann, Kovar, Simion; Cehlarik, O’Neill, Martschini; Herzog, Senteler, Zehnder; Allenspach, Leuenberger, Klingberg; De Nisco.
Arbitri: Hebeisen, Mollard; Burgy, Meusy.
Note: 4’495 spettatori. Penalità: 4 x 2’ contro il Lugano; 7 x 2’ contro lo Zugo. Tiri in porta: 37-25 (12-8, 14-10, 11-7). Lugano privo di Carr, Andersson, Josephs, Patry, Walker (tutti infortunati), Werder (squalificato) e Cortiana (in soprannumero); Zugo senza Suri (infortunato). Al 34’20’’ palo colpito da Kaski. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Brett Connolly e Luca Hollenstein.