Brett Connolly, arrivato sabato a Lugano dopo la nascita del secondogenito, è motivato ad aiutare la squadra e non disdegnerebbe fermarsi a lungo
Stamattina il primo allenamento in maglia bianconera per Brett Connolly, il nuovo attaccante straniero messo sotto contratto pochi giorni fa dal Lugano. L’impossibilità di vedere presto nuovamente in pista Daniel Carr, alle prese con il long Covid, ha infatti indotto Hnat Domenichelli a ingaggiare un ottavo "import". Il 30enne canadese, Campbell River (Columbia Britannica) il suo luogo di nascita, è arrivato in Ticino sabato scorso, dopo una settimana molto intensa, vista la nascita del secondo figlio. «Ho trascorso quattro giorni all’ospedale con mia moglie – racconta Connolly durante la sua prima intervista con la stampa ticinese –, cosa che non mi ha permesso di scendere in pista con una certa regolarità, ma durante tutta l’estate mi sono allenato intensamente, in prospettiva di una chiamata da parte di una franchigia di Nhl per un training camp, per cui mi sento in forma. Per un mese vivrò da solo a Lugano, ma poi mi raggiungerà mia moglie». Dopo 600 partite disputate in Nhl con diverse squadre, vincendo con i Washington Capitals nella stagione 2017-18 la Stanley Cup, hai deciso di varcare per la prima volta l’Atlantico per venire a giocare in Europa, come mai proprio a Lugano? «Quando il Lugano mi ha contattato, stavo valutando le diverse opportunità che avevo in Nordamerica, ma la possibilità di venire a Lugano mi ha stuzzicato assai e ho deciso molto velocemente. Ho parlato con diversi giocatori che hanno disputato questo campionato, tra cui due vostre buone conoscenze come Ryan Spooner e naturalmente Taylor Chorney. Siamo buoni amici e ci siamo visti ancora di recente. Tutti mi hanno parlato molto bene della squadra, della società, dei tifosi, dell’organizzazione e della città. Nella mia decisione finale l’aspetto familiare è stato molto importante».
Nella passata stagione, la possente ala destra (191 cm x 90 kg) ha militato nei Rockford Ice Hogs, farm team dei Chicago Blackhawks in Ahl (37 partite, 35 punti) e si descrive così: «Sono un attaccante con un buon tiro e molto efficace davanti alla porta. Spero di segnare molte reti, per dare il mio contributo alla squadra. A differenza del Canada, dove le piste sono più piccole, qui c’è molto spazio. Meglio così, dovrò solo abituarmici il più presto possibile».
Insomma, una nuova esperienza, dopo una lunga carriera nella lega più importante del mondo: «Chiaramente quando si parte dall’Nhl rimane quella sensazione un po’ agrodolce, ma non si può vivere di ricordi. Adesso il mio presente sportivo continua qui in Svizzera, in un campionato che conosco poco, ma del quale ho sentito parlare soltanto bene. Ripeto, vedo un futuro in Svizzera per me, ma soprattutto per la mia famiglia, ma voglio godermi questa esperienza al massimo. In Nordamerica avrei dovuto lottare per un posto in squadra, qui l’apporto degli stranieri è molto sentito, devo dimostrare tutto il mio talento. Poi prenderò stagione per stagione».
Il suo debutto domani non è certo, come conferma l’allenatore Chris McSorley: «Prenderemo una decisione solo all’ultimo momento. A parte Carr, tutti gli stranieri sono pronti. Anche Connolly si è allenato bene, è motivato, ha voglia di giocare e di rendersi utile. È un giocatore con molta personalità, che potrà fare solo bene allo spogliatoio, è pure molto tecnico, per cui le piste più grandi lo favoriscono. In ogni partita abbiamo la possibilità di schierare sei giocatori d’importazione, chi è ammalato, infortunato, fuori forma o stanco andrà in tribuna. Sono contento di avere più possibilità, in quanto la concorrenza interna è positiva».
Il line up per l’incontro con lo Zurigo dovrebbe essere lo stesso sceso in pista con l’Ajoie, quindi con la conferma di Koskinen in porta, ma, come ha spiegato McSorley, nel corso della stagione ci sarà sicuramente anche spazio per Schlegel: «Per 18 volte nella stagione – spiega il coach canadese – giocheremo due giorni di fila. Quindi l’avvicendamento del portiere sarà automatico, dunque avremo bisogno di tutti e quattro i portieri, gli infortuni e i cali di forma sono spesso dietro l’angolo. Non possiamo farci trovare spiazzati».