Il Lugano sta completando il protocollo ‘Return to play’. Chiesa: ‘Ciò che sta capitando un po’ dappertutto è successo pure a noi’
Anno nuovo, vita nuova. Guardando in casa dell’Hockey club Lugano, però, questo detto popolare non sembra molto appropriato. La situazione pandemica all’interno del club, infatti, assomiglia purtroppo a quella già vista negli ultimi due anni. Giocatori positivi al tampone, quarantene, allenamenti svolti in piccoli gruppi, chi sul ghiaccio, chi in palestra. Il Covid-19 scandisce nuovamente il ritmo delle giornate. Per fortuna, però, nemmeno l’ultima ondata di contagi ha lasciato segni particolari all’interno dello spogliatoio. Come aveva già riferito il General manager bianconero Hnat Domenichelli ai microfoni di Teleticino, «lunedì prossimo (il 10 gennaio, ndr) tutta la squadra sarà presente sul ghiaccio per allenarsi». Questa battuta d’arresto è arrivata proprio quando il Lugano stava attraversando un ottimo momento di forma. Ciò ha imposto alla squadra di tirare il freno a mano; dopo queste settimane di forzato riposo, ora si tratta di ritrovare la forma migliore, anche perché da inseguire c’è il sesto posto giacché l’attuale settima piazza non le permetterebbe l’accesso diretto ai playoff. Ragion per cui ogni prossima partita sarà fondamentale.
«Al primo test fatto risultavo negativo – racconta l’ex capitano dei bianconeri Alessandro Chiesa, che come tutti i suoi compagni ha dovuto convivere con la dura realtà di doversene restare ‘rinchiuso’ tra le mura di casa propria –. Poi, invece, nella seconda tornata di controlli Pcr, l’esito è stato purtroppo positivo. Oggi sto bene; non ho mai avuto sintomi. Anche l’anno scorso mi era capitata la stessa cosa: inizialmente era tutto ok, ma cinque giorni dopo era arrivata la brutta notizia. Mercoledì ho finalmente potuto ritornare sul ghiaccio. E in questi giorni anche altri stanno riprendendo ad allenarsi: quasi tutti hanno contratto il virus, ma fortunatamente senza sintomi. Eravamo tutti completamente vaccinati con due dosi. Ciò che sta capitando un po’ a tutti nella vita di ogni giorno è purtroppo successo pure a noi. Meglio non pensarci troppo: vediamo cosa decideranno i dottori per quel che concerne il booster. Nel calcio, vedendo ciò che stava capitando, si sono mossi in questi giorni, prima dell’inizio degli allenamenti».
Non sarebbe il caso, a questo punto, di chinarsi nuovamente sull’eventuale stop temporaneo al campionato? La domanda è d’obbligo vista la grande incertezza. «Ci sono tanti interessi in gioco, come quello economico o quello televisivo, e chiaramente c’è anche l’aspetto della salute – rammenta il 35enne originario di Biasca –. L’obiettivo della Lega è quello di portare a termine il campionato, se possibile giocando tutte le partite. Il campionato si è bloccato in modo naturale. Chiaramente la salute dev’essere comunque salvaguardata e le parecchie squadre fermate per la quarantena sono la chiara prova che questo aspetto non viene sottovalutato. Andare avanti è possibile, ma solo una volta guariti. Di riflesso, la nuova regola che impone un minimo di 15 giocatori arruolabili per poter disputare una partita può colpire alcune squadre più di altre. In questi due anni, il Covid è un fattore di cui bisogna tener conto: a spuntarla sarà il club che meglio riuscirà a gestire questa situazione. Ovviamente in questi casi la programmazione della forma fisica è fondamentale: gli stop possono essere una grande sfida per lo staff tecnico». Potrebbe essere una soluzione attuabile quella di giocare durante la pausa olimpica? «Innanzitutto bisognerà vedere se si giocherà per davvero a Pechino... Ad ogni modo non penso che sarebbe una via praticabile, non da ultimo per questioni di logistica e organizzazione televisiva: la Ssr, che segue i Giochi, non potrebbe coprire anche il nostro campionato qualora si andasse avanti. Inoltre, con le stelle della Nhl che hanno già fatto sapere che a Pechino non andranno, molti club si ritroverebbero senza i loro migliori elementi svizzeri, cosa che rischierebbe di penalizzare eccessivamente alcune squadre. Questo, ad ogni buon conto, è la mia opinione personale».
Soddisfatto dell’attuale stagione (la tua tredicesima con la maglia bianconera)? «Ho avuto la fortuna di giocare tutte le partite e mi sono sempre divertito. Ho un ruolo che mi piace, sto dando il mio apporto alla squadra: posso ritenermi soddisfatto». A fine stagione il contratto che ti lega alla squadra giungerà a scadenza: e poi? «Ho diverse opzioni da valutare: nel prossimo mese, con la dovuta calma, analizzerò bene le proposte che mi sono arrivate. Ma ora come ora non ci penso: lo farò durante la pausa olimpica».
La rincorsa al sesto posto, sinonimo di ultimo ticket per l’accesso diretto ai playoff, classifica alla mano, sembra una questione tra Zsc Lions e Lugano, visto che il Bienne (quinto) è già più lontano. «Noi dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo fatto nelle ultime settimane. E sperare in qualche passo falso delle nostre antagoniste, esitazioni che poi dovremo essere bravi a sfruttare». E saranno proprio il Lions i prossimi avversari di Chiesa e compagni, visto che il recupero della partita rinviata prima di Natale tra i bianconeri e gli zurighesi è stato riprogrammato per mercoledì sera alla Cornèr Arena.