A Suzuka vittoria di Max Verstappen davanti al messicano Perez. Sul podio la Ferrari di Sainz, ancora una giornataccia per la Mercedes
La restaurazione di Max Verstappen inizia dal Gran Premio del Giappone. Dopo lo sfortunato ritiro nei primi giri della corsa australiana, che ha aperto la strada alla doppietta Ferrari due settimane fa, il campione olandese ha dominato la corsa giapponese. È stata una vittoria incontestabile, con le caratteristiche del tracciato che giocavano a favore dei punti di forza della Red Bull. Occorreva grande efficienza aerodinamica ed equilibrio tra gli assi anteriore e posteriore, fin dal venerdì le monoposto della scuderia austriaca hanno lavorato bene, assicurandosi poi i primi due posti in qualifica e in gara. Più che la consueta magia operata al volante da Verstappen – per lui anche il punto addizionale del giro più veloce in gara – è proprio la buona prestazione dell’altro pilota, Sergio Perez, a dimostrare la superiorità del mezzo: il messicano, per tutto il weekend, è stato vicino alla velocità del compagno. Insomma, tutto sulle Red Bull ha funzionato a dovere. Si deve dire che gli uomini di Christian Horner si sono presi un discreto azzardo: punti nell’orgoglio in Australia, in Giappone hanno portato in pista un grosso aggiornamento aerodinamico, con largo anticipo rispetto ai piani. Le Red Bull non hanno mai rischiato di perdere la corsa ma, rispetto a un anno fa, i margini sembrano più risicati. Brembo, l’azienda bergamasca leader mondiale dei freni da competizione, ha dichiarato che il guasto sulla Red Bull di Verstappen in Australia non era per un componente difettoso, è piuttosto da ricondurre a una strategia aggressiva nella gestione dell’impianto frenante. Si può dire che anche in casa Red Bull la coperta sta iniziando ad accorciarsi.
È stato un weekend difficile da leggere per le Ferrari. Nelle qualifiche le Rosse non hanno brillato. Carlos Sainz è riuscito a limitare i danni, piazzandosi in seconda fila, mentre Charles Leclerc si è dovuto accomodare in ottava piazza. Disastroso il primo settore della Ferrari, dove nella successione di curve veloci dello Snake il posteriore delle Rosse scivolava vistosamente, forse a causa delle gomme non perfettamente in temperatura. Il team principal Fred Vasseur ha trovato anche il modo di tirare una stoccata a Leclerc, reo di aver rovinato il suo giro veloce impostando male l’ultima chicane che porta al traguardo. In gara gli ingegneri di Maranello hanno dovuto inventarsi strategie cervellotiche per creare vantaggi per i piloti. Alla fine Sainz è salito sul terzo gradino del podio, nonostante nella parte centrale della corsa le McLaren sembravano in vantaggio dopo i cambi gomme anticipati. Leclerc ha lavorato bene con gli pneumatici, allungando lo stint fino al punto di avere necessità di una sola sosta, contro le due del resto dello schieramento. Date le premesse del weekend, il terzo e il quarto posto conquistati in Giappone non devono essere sembrati male a Vasseur. Lo scorso anno, la prima Rossa chiuse a 44 secondi da Verstappen; ora il distacco si è più che dimezzato.
Paese che vai, asfalto che trovi: a Melbourne la pista cittadina, fredda e inutilizzata nel corso dell’anno, ha provocato un consumo anomalo delle gomme anteriori; a Suzuka, il bitume ruvido ha scaldato eccessivamente gli pneumatici posteriori. Il degrado gomma ha così creato le condizioni per una corsa ricca di tatticismi. Lando Norris, a un certo punto, sembrava addirittura potersi prendere il primato con la sua McLaren: a suo agio nel lento, con più punti di carico aerodinamico della Red Bull nelle curve veloci, Norris ha fatto due soste anticipate, in modo da forzare la mano ai piloti che gli erano davanti. L’azzardo non ha pagato alla fine e le McLaren si sono dovute accontentare della quinta e della settima posizione, ma in Giappone hanno dimostrato che su determinate piste possono infastidire le Ferrari e forse persino le Red Bull. Ancora male la Mercedes, soggiogata in pista da quella vecchia volpe di Fernando Alonso, in balia di una vettura il cui comportamento è ancora impredicibile. Come la Ferrari dello scorso anno, le vetture di Lewis Hamilton e George Russell soffrono di una finestra di temperature di utilizzo delle gomme troppo stretta. A un certo punto della gara il campione inglese, estenuato dall’inefficienza degli pneumatici, ha urlato alla radio: «Cambiate questa strategia!».
Un altro weekend ricco di occasioni perdute per il team Sauber. Valtteri Bottas si era difeso bene durante le qualifiche, sfiorando l’accesso in Q3 che, alla vigilia, sembrava una pura utopia. In gara Bottas è andato alla ricerca di un qualcosa di diverso nelle pieghe della corsa. Ha cambiato le gomme una prima volta molto presto; ha gestito il passo nella parte centrale; poi è entrato ai box per l’ultimo e decisivo cambio insieme ad altri quattro piloti. I cambi gomme sono un punto debole del team svizzero quest’anno e il risultato è stato evidente: per un secondo di differenza nel pit stop, Bottas ha perduto tre posizioni in un lampo. Il finlandese ha chiuso al quindicesimo posto. Il weekend di Guanyu Zhou non è mai iniziato: ultimo nelle qualifiche al sabato e costretto al ritiro per noie al cambio dopo appena dodici giri. Il Gran Premio giapponese è arrivato alla fine di una settimana ricca di indiscrezioni sui piloti che prenderanno il posto di Bottas e di Zhou. Sembra certo l’arrivo di Nico Hulkenberg, trentasettenne pilota tedesco gradito ad Audi. La sensazione però è che il team Sauber abbia ben altri problemi in questo momento, in molte e differenti aree.
Tra quindici giorni la Formula 1 torna in Cina, per un Gran Premio che non si disputava più da prima della pandemia mondiale. Il circuito di Shanghai è ricco di curve in appoggio, favorita d’obbligo è ancora la Red Bull. Su piste sconosciute o poco note di solito primeggiano piloti con grandi capacità di adattamento, e tra quelli che saranno in pista i nomi da segnare in rosso sono Verstappen e Leclerc. Il ferrarista però sembra tormentato e pieno di dubbi, messo sotto anche dal compagno di scuderia. Riuscirà a ritrovare il suo proverbiale smalto in qualifica?