Doppietta Red Bull anche in Arabia Saudita, terzo posto per la Ferrari di Leclerc; soltanto 17a e 18a le Sauber
Neanche le voci di clamorose rotture e di scenari futuri lontano dalla Red Bull riescono a fermare Max Verstappen. Il campione del mondo si aggiudica anche il secondo Gran Premio stagionale andato in scena sul velocissimo circuito cittadino di Jeddah. Rispetto a una settimana fa, le condizioni al contorno erano completamente diverse. In Bahrain c’era una pista da medio-alto carico aerodinamico, un tracciato massacrante per i freni e per le trazioni, con un asfalto ruvido come una grattugia che mangiava le gomme posteriori. In Arabia Saudita la superficie della pista era liscia come il panno di un biliardo, le curve velocissime poste in successione.
Era lecito aspettarsi una gara differente, con una Red Bull in palla ma insidiata più da vicino dalle Ferrari e dalle Mercedes. Invece non è stato così: l’unica insidia per Verstappen in cinquanta giri di Gran Premio è stata la bandiera gialla causata dall’incidente di Lance Stroll che ha messo a muro la sua Aston Martin. Rientrato ai box per il cambio gomme del sesto giro, l’olandese si è ritrovato alle spalle di Lando Norris. Il sorpasso sull’inglese a bordo della McLaren è maturato in pochi giri. Da lì in avanti Verstappen non ha avuto avversari. Il suo compagno Sergio Perez, salito in seconda piazza al ventunesimo giro e caricato di una penalità per aver ostacolato Fernando Alonso ai box, ha dovuto spingere al massimo per mettere spazio tra sé, Norris e Charles Leclerc. Verstappen non si è lasciato intimorire, ha alzato il ritmo e con una serie di tornate veloci ha aumentato la distanza dal compagno di marca che aveva iniziato a pressarlo. In teoria questa non doveva essere una pista favorevole alla Red Bull, ciò nonostante la casa austriaca ha piazzato una doppietta. Per i Gran Premi europei Adrian Newey e soci promettono ulteriori sviluppi che renderanno la RB20 ancora più veloce. Si salvi chi può.
Sembrava una pista favorevole alle Ferrari. La casa di Maranello ha sbandato paurosamente tra sfortuna e scelte difficili da condividere. Carlos Sainz è stato operato d’urgenza per un’appendicite, nel suo abitacolo è stato catapultato un ragazzino promettente, ma pur sempre un ragazzino: Oliver Bearman, anni diciotto, ultimo prodotto della scuola di pilotaggio Ferrari. Alla fine se l’è cavata alla grande: undicesimo in qualifica; settimo e stravolto dalla fatica sotto la bandiera a scacchi. Bearman si è lasciato alle spalle, oltre a Norris, il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton. Con Sainz però sarebbe andata meglio.
La scelta della Ferrari di utilizzare la stessa specifica di ala posteriore vista in Bahrain si è rivelata poco condivisibile. Jeddah, come detto, è un circuito velocissimo, per medie orarie sul giro è inferiore solo a Monza. Per di più l’asfalto è docile sulle gomme. L’idea della Ferrari di penalizzare la velocità massima per salvaguardare gli pneumatici posteriori era francamente sbagliata. Il ritmo di Guanyu Zhou, l’ultimo pilota a effettuare il pit-stop, era più che decente nonostante le sue gomme avessero quarantadue giri sul groppone. Leclerc si è preso il giro più veloce della gara all’ultima tornata, una magra soddisfazione.
Ho detto di Zhou: il pilota cinese ha lottato come ha potuto. La C44 affidatagli dalla Sauber, va detto, non è un fulmine di guerra, almeno per ora. La nuova sospensione anteriore sta creando più di un grattacapo agli uomini di Inwil: lo schema pull-rod di derivazione Red Bull ha indubbi vantaggi aerodinamici, ma è di difficile regolazione. La stessa Ferrari preferisce restare fedele all’altro schema, il push-rod, proprio per questioni di facilità nella ricerca degli assetti meccanici. In qualifica i piloti faticano a portare in temperatura le gomme, soprattutto nella percorrenza delle gomme lente gli pneumatici si raffreddano. Quello che è un difetto in qualifica, diventa un pregio in gara: la C44 è gentile sulle gomme nei long-run. Zhou ha effettuato il pit-stop molto tardi, è rimasto a lungo in decima posizione, contestando l’ultimo punto disponibile al pilota della Haas Nico Hulkenberg. Un’altra prestazione disastrosa ai box durante le operazioni del cambio gomme ha relegato Zhou in ultima posizione.
Ad attenderlo nelle retrovie della gara c’era Valtteri Bottas. È una situazione che si sta ripetendo fastidiosamente: il finlandese si perde se non è attaccato alle posizioni che danno i punti fin dall’inizio del Gran Premio. In qualifica è stato sfortunato, aveva nelle corde un tempo che gli avrebbe permesso di sopravvivere al taglio della Q1, ma si è ritrovato in mezzo al traffico. In gara non ha mostrato nessun guizzo, non è stato nemmeno capace di attaccarsi al trenino che vedeva coinvolte cinque auto e che ha animato la corsa. Se continua così, per Bottas sarà difficile guadagnarsi la conferma. A proposito: Audi ha confermato la serietà del proprio impegno in Formula 1, dichiarando che dal 2025 acquisirà il 100% del team Sauber, con il vecchio accordo che prevedeva che la casa tedesca rilevasse il 75% delle azioni della scuderia elvetica. Per il 2024 occorrono però risorse: la conferma della buona forma di Williams, la crescita della ex Alpha Tauri e l’esplosione inattesa della Haas non sono per niente delle buone notizie per il team Sauber.
Un’ultima nota di merito va a Fernando Alonso. Ogni volta che un giovane pilota sbarca in Formula 1, la regia internazionale inonda la diretta con una pletora di grafiche che rimarcano la differenza d’età che c’è tra il debuttante e il vecchio leone asturiano. Fernando lotta tra i ragazzini con gran dignità, a bordo di un mezzo non all’altezza. L’Aston Martin ha trovato un buono spunto in qualifica, ma poi in gara è rimasta in mezzo al guado. Alonso morde l’asfalto e poi ai microfoni parla di ritiro: restassero tranquilli i suoi tifosi, ora che stanno per liberarsi dei sedili prestigiosi alla Mercedes e alla Red Bull, non è certo adesso l’ora di arrendersi per questo splendido quarantaduenne. In fondo Fernando parla di ritirarsi da quando aveva ventisei anni.
Il prossimo appuntamento è in Australia, sul circuito di Melbourne, dove ai tifosi europei toccherà una levataccia per assistere l’ennesimo assolo di Verstappen. Armatevi di pazienza.