Sul circuito di casa si allunga ulteriormente la striscia vincente dell'olandese, lanciato verso il terzo Mondiale consecutivo
La Formula 1 che rientra dalle ferie d’agosto ha il gusto stantio di quei romanzi gialli che rivelano l’assassino fin dalla prima pagina. In Olanda il dominatore non poteva essere che il padrone di casa, Max Verstappen. Il campione del mondo stacca la nona vittoria consecutiva ed eguaglia un altro enfant prodige di casa Red Bull, quel Sebastian Vettel che, prima di vestirsi del rosso Ferrari, aveva vinto quattro mondiali consecutivi con la scuderia austriaca. Verstappen è ormai al terzo titolo di fila, nessuno potrà contestargli l’alloro del 2023, neanche il suo compagno di marca Sergio Perez, che sabato, in qualifica, ha rimediato un distacco di un secondo e tre decimi in un giro di pista da settanta secondi: un ritardo enorme a parità di macchina. “Checo” non è certo l’ultimo arrivato, ma Verstappen è di un’altra pasta.
Seppur scontato nell’esito, lo svolgimento del Gran Premio a Zandvoort è stato avvincente per la complicità del bizzarro meteo di quelle parti. La pioggia è arrivata alla fine del primo giro come una rivoluzione, ha abbattuto l’aristocrazia della Formula 1 e ha portato davanti la borghesia. Nelle prime dieci posizioni sono entrati Gasly, Tsunoda, Magnussen, Ocon: piloti che hanno effettuato per primi il passaggio ai box, per cambiare la gomma da asciutto con quella da bagnato. Tra loro anche Guanyu Zhou, che si è ritrovato in posizioni da podio con la sua Alfa Romeo Sauber. Poi è tornato l’asciutto, con la restaurazione del sole hanno ripreso la testa della corsa le due Red Bull, con Alonso a fare da comprimario di lusso. Il pilota spagnolo è stato autore delle manovre più belle della giornata: prima un doppio sorpasso nel corso del primo giro, quando ha avuto il coraggio di buttare la propria Aston Martin su una traiettoria differente, all’interno della curva parabolica; poi, più in là nella corsa, la sfida vinta con Carlos Sainz su Ferrari e il lungo inseguimento su Perez a colpi di giri veloci. C’è voluta però dell’altra pioggia per permettere al pilota dell’Aston Martin di prendersi la seconda posizione. Il vento forte che tirava da mare ha portato uno scroscio più intenso del primo, l’acqua ha invaso il rettilineo principale e tutti sono ricorsi alle cure dei box. La scelta degli ingegneri è stata però errata, le gomme intermedie non riuscivano a espellere tutta l’acqua che c’era a quel punto in pista. Ne hanno fatto le spese Perez, lungo in Curva 1, e Zhou, che ha finito la sua corsa a muro. Bandiera rossa e, alla ripresa, Verstappen ha resistito all’ultimo assalto di Alonso. Nonostante la pressione del pubblico che lo spingeva dal venerdì e le difficoltà di una gara ad altissima tensione, alla fine Max ha ottenuto ciò che voleva. I campioni, dicevo, hanno la scorza dura. Perez invece ha commesso un errore veniale ai box e ha subito una penalità che gli è costata la terza posizione. Sul podio è finito Pierre Gasly con l’Alpine e non è un caso: quando le corse diventano caotiche, il pilota francese scompare dai radar per riapparire davanti a tutti.
Lo spettacolo in pista c’è stato, ma sembra che a nessuno interessino i destini della Formula 1 di quest’anno, nemmeno a chi la fa. Nel paddock risuona una sola domanda: ci sarà mai una scuderia capace di azzerare il vantaggio tecnico della Red Bull? Il condottiero della Mercedes, Toto Wolff, non può far altro che suonare la tromba per caricare i suoi: il distacco può essere annullato entro l’inizio del prossimo campionato. Charles Leclerc, deluso dalla sua Ferrari, fa la Cassandra: scordiamoci di togliere un titolo alla Red Bull prima del 2026, prima dell’ennesima rivoluzione regolamentare che spariglierà i rapporti di forza in pista. Nella testa di Leclerc si affollano strani pensieri? Da un lato l’incubo di un Verstappen cinque volte campione del mondo consecutivamente, come Michael Schumacher; dall’altra la concretezza di un contratto che con la Rossa di Maranello scade l’anno prossimo e che non è stato ancora rinnovato. Liberty Media, gli americani padroni del vapore, spingono affinché i talenti migliori finiscano nelle scuderie migliori. Le sirene canteranno, Leclerc si metterà in ascolto?
Il weekend dell’Alfa Romeo Sauber è da dimenticare, se si guarda allo zero in casella. Già dalle sessioni di prova si è avuta la sensazione che i ragionamenti fatti al simulatore non quadravano, una volta tradotti in assetti e calati sulle due auto. Valtteri Bottas e Guanyu Zhou sono stati subito esclusi nel Q1, a causa delle condizioni miste asciutto-bagnato dell’asfalto e di uno scarso tempismo nello scendere in pista. L’exploit di Zhou, al principio della gara, potrebbe tornargli utile. Sia lui che Bottas sono sulla graticola. Zhou potrebbe avere problemi a finanziare una campagna in Formula 1 per un altro anno, c’è aria di recessione in Cina e alcuni sponsor vorrebbero ridurre il proprio sostegno finanziario. Bottas ha ricordato davanti ai taccuini che, con l’avvento di Audi, cambierà l’atmosfera a Inwil e ci sarà meno spazio per lo svago, com’era già in Mercedes. Sembrava un avvertimento più per sé stesso che per la squadra. Fra una settimana la Formula 1 celebrerà la velocità nel suo tempio. Si corre a Monza e chissà se, dopo un’annata così, i tifosi della Ferrari apriranno il loro stendardo a forma di cuore durante le celebrazioni del podio, sperando di poter vedere lassù uno tra Leclerc e Sainz.