Nella fredda notte di Las Vegas, in una gara ricca di sorpassi l’olandese precede Charles Leclerc e Sergio Perez. Valtteri Bottas sfortunato in partenza
Troppo bello per essere vero. Al sabato, nelle qualifiche ufficiali per il Gran Premio, a Las Vegas è uscito il numero 77 di Valtteri Bottas. Il finlandese è sembrato in palla ancora prima di scendere in pista: ha dato alle stampe il suo calendario con dodici pose che non lasciano spazio all’immaginazione. Sul neonato circuito della capitale del gioco d’azzardo, l’Alfa Romeo Sauber si è giocata il tutto per tutto. Le caratteristiche della pista non avrebbero dovuto favorirla, ma l’Alfa ha scaricato le ali e ha compensato i suoi punti deboli con una velocità di punta super: 355 km/h è il picco toccato da Guanyu Zhou, con Bottas subito vicino al compagno. Nessuno ha fatto meglio delle Alfa colorate di nero per l’occasione. Bottas ha approfittato anche della punizione draconiana inflitta a Carlos Sainz. Nelle prove libere la Ferrari dello spagnolo è stata tranciata in due da un tombino che si era sollevato dalla superficie dell’asfalto. Distrutti il fondo e le batterie, oltre ad alcuni elementi del motore. Bottas sarebbe partito dalla settima posizione, davanti alle Haas e alle Alpha Tauri, le scuderie coinvolte con Alfa nella lotta per la classifica.
La corsa del finlandese si è messa subito male. In partenza Fernando Alonso si è spostato velocemente sulla sinistra, dal lato sporco del rettilineo del via e con le gomme fredde per la temperatura gelida dell’asfalto. Ha perso il controllo della sua Aston Martin e si è girato, rischiando lo strike tra le macchine che arrivavano alla prima curva. Ne ha fatto le spese proprio Bottas, che si è ritrovato Alonso davanti e non ha potuto evitare la collisione che lo ha portato indietro, fino all’ultima posizione. Zhou si è barcamenato nelle posizioni di rincalzo, ma non è riuscito a risalire oltre la quindicesima posizione finale. Gli è mancato il guizzo, come spesso è accaduto al pilota cinese quest’anno. La sua conferma in Alfa sembra più dettata da mancate alternative, piuttosto che da reale convinzione sulle qualità del pilota di casa.
La corsa si è sviluppata piacevolmente. Una volta messe in pista le auto, i piloti hanno dimenticato le preoccupazioni circa l’asfalto, che tra una sessione e l’altra era restituito alla circolazione ordinaria, e il meteo, la gara è finita poco prima di mezzanotte e in Nevada fa decisamente freddo. La pista favoriva i sorpassi in più punti, si sono divertiti tutti, chi li ha praticati al volante e chi li ha osservati da casa. Ci sono stati due punti nodali nella corsa, rappresentati dall’intervento della Safety Car dopo un incidente, come succede sempre sui circuiti cittadini. Al quarto giro Lando Norris è finito contro le barriere posizionate alla fine di una via di fuga, dopo aver perso il controllo della sua auto in modo strano durante la percorrenza di un curvone veloce. Forse c’è stato un cedimento meccanico nella sua McLaren. Ai box si è infilato Carlos Sainz, che pure aveva avuto i suoi problemi al via; e prima di lui, aveva sostituito gli pneumatici Sergio Perez, sarà un cambio decisivo per la corsa. Perché la gomma da gara, con più prestazione, è la bianca, la più dura tra quelle a disposizione, mentre quasi tutti in partenza avevano scelto la copertura intermedia con la banda gialla.
È successo relativamente poco nella parte intermedia della corsa nelle prime posizioni, mentre dietro la gara si è accesa, con Sainz, Hamilton e Ocon che tentavano di risalire la classifica. Leclerc si è preso la prima posizione in pista, sorpassando Verstappen che lo aveva sopravanzato in partenza in maniera illegale, riceverà per questo cinque secondi di penalità. Al ventiduesimo giro, Leclerc è rientrato ai box e ha ricevuto gomme dure nuove. Era tranquillo, la sua prestazione era buona. Tornerà in pista alle spalle di Perez che dovrà fermarsi di lì a poco.
Succede l’imprevisto che spariglia tutto. Russell e Verstappen si prendono in una curva lenta, volano pezzi dappertutto e la direzione gara decide di rimettere in pista la Safety Car per la seconda volta. Perez è fortunato, fa la sosta prevista con una perdita di tempo inferiore. Ai box, nonostante abbia cambiato da poco, ci va anche Verstappen. Resta fuori solo Leclerc, che avrà cinque giri di differenza tra la vita delle sue gomme e quelle delle Red Bull. Cinque giri decisivi, perché Verstappen e Perez operano il sorpasso su Leclerc, il messicano è persino agevolato dal pilota della Ferrari che sbaglia il punto di frenata.
A questo punto Leclerc sembra fuori dai giochi: a un secondo e mezzo di distacco da Perez, con pneumatici usurati, a pochi giri dalla fine deve accontentarsi del terzo posto. Un campione rifiuta la sconfitta e Leclerc a Las Vegas dimostra di esserlo. Litiga con il suo ingegnere che via radio provava a rincuorarlo e si rimette a caccia di Perez, lo supera con una staccata da maestro a due curve dal traguardo. È solo secondo, in un weekend che la Ferrari ha dominato, ma ha di che essere felice.
Manca un solo appuntamento ormai e i giochi sono fatti solo per la Red Bull. Dietro, Mercedes e Ferrari se le danno di santa ragione, i punti di differenza nella classifica costruttori sono soltanto quattro. In coda Williams, Alpha Tauri, Alfa Romeo e Haas sono tutte in una manciata di punti. Alpha Tauri e Haas hanno portato in pista aggiornamenti al retrotreno e al fondo che qualcosa in più hanno dato alle macchine, ma che non è stato sufficiente a chiudere i giochi. Gran finale ad Abu Dhabi tra una settimana.