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La Francia mascherata sbatte contro i polacchi

I vicecampioni del mondo non vanno oltre l’1-1 e chiudono il girone al secondo posto, senza mai brillare e con soltanto due gol all’attivo in 3 partite

In sintesi:
  • La Francia, pur colma di grandi giocatori, in Germania non è ancora riuscita a mostrare tutto il suo enorme potenziale
  • A dispetto della fama di cui godono, i tedeschi non si rivelano sempre super organizzati: parecchi i disservizi nel corso di questo torneo continentale
25 giugno 2024
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Mbappé, a riposo con l’Olanda dopo la frattura al naso rimediata contro l’Austria, si è messo la maschera ed è tornato in campo. La Francia invece continua a giocare senza togliersela. E noi a chiederci cosa c’è là sotto e se mai se la toglierà in tempo per mostrarci qualcosa prima che arrivi qualcuno a svelarci il bluff, o se invece arriverà fino in fondo - come ha quasi sempre fatto con Deschamps in panchina (tre finali e l’eliminazione con la Svizzera 3 anni fa) - giocando una specie di rubabandiera ad alta velocità. L’1-1 con la Polonia (rigori di Mbappé e Lewandowski) con cui la Francia ha chiuso il girone è la fotografia di questo eterno ballo in maschera.

Non si capisce mai davvero quale sia il piano dei francesi, se non - a un certo punto - sgasare, trasformarsi in un gioco da Playstation e vedere, quando il flipper si è fermato, dove è finita la palla: è successo anche con la Polonia, soprattutto con Mbappé e Dembelé nel 1° tempo, poi anche con Barcola e i terzini nel 2°, ma è stato bravo Skorupski (designato migliore in campo), titolare al posto di Szczesny nella partita che per i polacchi (primi eliminati del torneo dopo la sconfitta con l’Austria) era diventata solo una passerella per una generazione che ha promesso molto senza dare quasi nulla, se non un mal di pancia alla Svizzera, eliminata ai rigori agli ottavi nel 2016.

Per oltre dieci anni, la Polonia è arrivata a ogni manifestazione da outsider per poi smarrirsi già nei gironi. Questa volta era un’imbucata: terza nel suo girone di qualificazione dietro Albania e Repubblica Ceca, è rientrata - via Nations League - attraverso playoff con avversari morbidi come Estonia (sovrastata) e Galles (battuto ai rigori).

Questo era ciò che restava della Polonia (tra i migliori Zalewski, che con la Roma non ne ha azzeccata una) eppure la Francia - pur passando in vantaggio - non è riuscita a batterla. Non c’è stato il risultato, e nemmeno la prestazione: si va avanti pensando che arriveranno gli uni o l’altra, ma è quasi un atto di fede.

L’attacco, pericolosissimo a tratti, è troppo intermittente: a volte non basta, e a Euro 2024 non sta bastando. A centrocampo Tchouameni gioca a fare il Pogba, come movenze e indolenza, col risultato di indispettire l’arbitro e di perdere il pallone che poi porta al rigore del pareggio polacco; Griezmann, che pare l’unico in grado di metterci un po’ di raziocinio, viene separato dal fondista Kanté, che esce proprio quando lui entra. La difesa, poi, sembra permeabile, nonostante in tre partite abbia preso solo un gol, e su rigore. La risposta la daranno gli ottavi, che la Francia affronterà da seconda incrociando la seconda del gruppo E (potrebbe essere la Romania, ma quel girone, con tutte le squadre a 3 punti, darà solo oggi i verdetti). L’ha scavalcata l’Austria dopo la vittoria sull’Olanda (qualificata come terza).

Resta la sensazione che a forza di immedesimarsi in Beep Beep, scorrazzando verso le aree avversarie ad alta velocità e ignorando strade e andature alternative (dove Griezmann diventa indispensabile), la Francia possa fare la fine della sua nemesi, Wile E. Coyote. Pure Mbappé con la maschera sembra una versione cartoon di sé stesso. Perfino uno poco glamour come Chiellini, con quell’aria da Modigliani cubista, è riuscito a sembrare cool da mascherato. Per non dire di Osimhen. O di Edgar Davids, i cui occhialini divennero di culto.

Ora tocca a Deschamps rimescolare le carte, magari scoperte, per una volta, l’ultima, visto che lascerà in ogni caso a fine torneo. In lui ha sempre prevalso la linea ancelottiana, quella per cui “l’allenatore più bravo è quello che fa meno danni”: ha funzionato, ma sembra non bastare più. Certo, in campo aperto e negli uno contro uno la Francia sa essere devastante, ma il piano B è Giroud, che non è eterno, e si è visto quando è entrato. Con la quantità di talento a disposizione, sembra impossibile non fare meglio. Per ora la cosa più bella di questa Francia sono le divise, quella bianca dal sapore retrò e quella di ieri a Dortmund, blu scintillante sotto il sole cocente.

Quei latini dei tedeschi

Ogni tanto spunta una ricerca che spiega scientificamente perché i popoli mediterranei sono più gioiosi, ma anche più menefreghisti, pigri e fatalisti. Il sole che sta illuminando (cuocendo?) l’Europeo (in tribuna stampa c’era la caccia ai pochi muniti di crema solare) sembra aver contagiato i tedeschi, rendendoli più latini: treni in ritardo anche di ore, percorsi verso gli stadi che paiono labirinti e indicazioni simili a indizi di una escape room, steward che parlano solo tedesco e quindi non sono in grado di assistere; tram strapieni a cui salta l’aria condizionata, banchetti turistici che ti indirizzano dove non devi andare, depositi bagagli strapieni in stazione che costringono chi non si ferma a dormire in hotel - a Dortmund e Gelsenkirchen superano i 1’000 euro a notte (e non si trova a meno di 300, catapecchie escluse o allargando le ricerche alle città vicine) - a lunghe traversate sotto il sole con valigie al seguito.

Il treno da Lipsia per Dortmund e Stoccarda, già in ritardo prima di partire, si è piantato nella Ruhr come un velocista in una tappa di montagna. Gli annunci? Vaghi. Il capotreno mostra un fatalismo inedito a queste latitudini, ricordando i colleghi greci o italiani che fanno dell’allargare le braccia parte integrante del mestiere. “C’è un guasto, ma non sappiamo di che tipo. Potremmo ripartire tra 20 minuti come fra 3 ore”. Il giorno prima avevano dato la colpa di un lungo stop sui binari ai tifosi croati, rei di aver bloccato il convoglio fumando tra le carrozze. Sarà anche vero, ma chi c’era al Mondiale 2006 dice che “quello sì che era un torneo organizzato dai tedeschi. Funzionava tutto, i treni non solo arrivavano puntuali, ma erano gratis, ora invece te li fanno pure pagare”.

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