Contro la Spagna Petkovic è chiamato a sopperire alla pesantissima assenza del capitano rossocrociato, squalificato
I suoi gettoni in rossocrociato sono diventati 98. A 93 riprese è stato titolare. Se c’è una questione che Vladimir Petkovic è chiamato a risolvere in vista di Spagna-Svizzera è la sostituzione di Granit Xhaka in mezzo al campo. Ammonito anche contro la Francia, il capitano mancherà lo storico quarto di finale in quanto squalificato. Un bel problema, visto che l’ultima volta che Xhaka è stato assente in una partita importante fu nel 2016, nell’incontro di qualificazione ai Mondiali contro l’Ungheria. Per il resto, mai ha marcato visita nei 1140 minuti che la Nazionale ha disputato nelle fasi finali dei tornei principali da quando alla guida c’è l’attuale ct.
Cinque anni fa in Ungheria la Svizzera vinse 3-2. Quanto la sua presenza in campo sia fondamentale lo si percepì chiaramente due anni a Basilea, quando venne sostituito con la Svizzera avanti 3-0 contro la Danimarca che ne approfittò per realizzare tre reti. Stavolta il capitano manco scenderà in campo, si tratta quindi di individuare il sostituto o apportare gli accorgimenti del caso per contenere al minimo le conseguenze della sua assenza.
I primi nomi che vengono chiamati in causa sono quelli di Denis Zakaria e Djibril Sow. Per capacità di interpretare il ruolo, ci sarebbe anche Edimilson Fernandes, tuttavia Petkovic non lo ha mai utilizzato, men che meno al centro della zona mediana.
Zakaria è sceso in campo per 24 minuti contro il Galles, Sow ne ha giocati 6 contro l’Italia. Oltre alla mancanza di minuti nelle gambe, né l’uno né l’altro hanno caratteristiche simili a quelle del più illustre collega che dovrebbero rimpiazzare, il quale agisce da metronono, sempre al centro del gioco.
La squalifica di Xhaka colpisce quindi la Svizzera nell’unica posizione nella quale è scoperta, alternative alla mano. sia sul piano tecnico, sia su quello della personalità del vero e proprio leader della squadra. Come lo ha definito Yann Sommer, «il nostro cuore in campo». O il cervello, visto che tutte le azioni passano dal suo piede. Senza il suo apporto Petkovic è chiamato ad adattare il sistema di gioco, o addirittura a modificare il modulo.
Il problema c’è, è innegabile, ma la Svizzera potrebbe sorprendere ancora per la capacità di adattamento a un’avversità di ordine tattico alla quale potrebbe sopperire con la passione e il carattere messi in campo a Bucarest. Attingendo a una rosa che Petkovic ha saputo coinvolgere e rendere partecipe, negli anni della sua gestione. È pur vero che i titolari sono più o meno sempre quelli, tuttavia contro la Francia la Svizzera ha disputato i supplementari con sei riserve. Inoltre, quattro dei cinque rigoristi sono partiti dalla panchina.
Sono addirittura sedici i rossocrociati che il Ct ha fatto esordire negli ultimi tre anni, sono venti i giocatori ai quali ha già fatto ricorso in questi Europei. Non ogni scelta si è rivelata pagante o decisiva, ma contro la Francia i subentranti si sono dimostrati ben più che semplici figuranti. A Kevin Mbabu si deve l’assist per il 2-3 di Seferovic, , Mario Gavranovic ha realizzato ol 3-3, Christian Fassnacht ha promosso le azioni dei due gol della rimonta recuperando palla a centrocampo. Fabian Schär si è fatto carico della difesa, nei supplementari, Ruben Vargas e Admir Mehmedi hanno realizzato gli ultimi due dei cinque rigori. «Ho letto che l’Italia si è qualificata contro l’Austria grazie alla profondità della sua panchina - ricorda il direttore delle Nazionali Pier Tami -. Anche noi abbiamo dimostrato di avere una rosa allargata di giocatori che quando sono chiamati in causa, entrano con la convinzione di poter dare qualcosa».