Dopo aver vinto Giro e Tour al servizio di Roglic e Vingegaard, ‘Durango Kid’ si è messo in proprio e si è aggiudicato la Vuelta. Tripletta Jumbo
In un 2023 destinato a rimanergli impresso nella mente da qui all’eternità, Sepp Kuss ha percorso 9’930,2 km sulle strade di Italia, Francia e Spagna. E ha iscritto il suo nome nell’albo d’oro delle tre corse a tappe più importanti: due quale luogotenente di Primoz Roglic (al Giro) e Jonas Vingegaard (al Tour), una in proprio, in quella Vuelta che lo ha visto trionfare a Madrid, proprio davanti ai suoi due capitani (il danese staccato di 17”, lo sloveno di 1’08”). Un trionfo inatteso e dal quale non vuole lasciarsi cambiare, come in questi ultimi giorni ha più volte tenuto a sottolineare: «Sono una persona normale, mi piace il mio ruolo da gregario, rimango volentieri nell’ombra. Ho scelto questo sport non per le vittorie, bensì per l’amore che nutro verso la bicicletta. Non mi monto la testa, voglio sempre essere una persona gentile con tutti». Il 28enne “Durango Kid”, la cui carriera ciclistica era iniziata tra i boschi della mountain bike, è da anni uno dei migliori luogotenenti che il ciclismo moderno possa annoverare. Sempre nell’ombra, sempre a disposizione del capitano di turno, l’ultimo a mollare anche sulle salite più impegnative. Ed è anche la personificazione di quanto possano essere fallaci le previsioni degli esperti: a inizio stagione, infatti, il direttore sportivo della Jumbo, Merijn Zeeman, lo aveva convinto a rinunciare alle velleità di diventare uomo da classifica nei grandi giri. Lo scalatore del Colorado si è adeguato, ma solo fino a un certo punto…
Il trionfo di Kuss permette alla Jumbo di diventare la prima squadra a piazzare tre suoi uomini sul podio di un grande giro dal 1966 (Kas-Kaskol), quando il ciclismo era assai meno competitivo. E anche di mettere in bacheca in una sola stagione tutte e tre le corse di tre settimane: un exploit sfuggito a corazzate altrettanto potenti quali Sky, Banesto o, in tempi più lontani, Peugeot, Renault-Gitane, Molteni o Bianchi. E quando tre settimane fa la Vuelta è scattata da Barcellona, nei piani della formazione olandese il nome di Sepp Kuss figurava soltanto – come d’abitudine – quale prezioso appoggio nella prevista lotta casalinga tra Roglic e Vingegaard. E invece, dopo il successo nella sesta tappa all’Osservatorio Javalambre e la conquista, due giorni più tardi, dalla maglia rossa, qualcosa è cambiato. Lo statunitense ha rotto i piani di squadra e, per qualche giorno, alla Jumbo non era chiaro che pesci si dovessero pigliare. È stata necessaria una riunione quattro giorni più tardi, dopo l’arrivo a Laguna Negra, affinché Richard Plugge, il patron della squadra, mettesse in chiaro le cose: tutti per Sepp Kuss, ha sentenziato. E così è stato.