Con Jonathan Sabbatini tracciamo il bilancio dei suoi primi due mesi a Bellinzona, gettando però già anche un’occhiata alle sue idee per il futuro
«Sto recuperando dall’infortunio», ci spiega al telefono l’esperto centrocampista uruguayano, divenuto giocatore dell’Acb dopo una carriera spesa nelle file del Lugano. «Sto andando proprio adesso a fare fisioterapia».
‘Sabba’, quale bilancio personale puoi trarre dopo questo primo periodo da giocatore granata?
A livello calcistico non troppo positivo, perché sono riuscito a giocare solo 4 partite. Poi purtroppo ho subito una brutta entrata da dietro e ho dovuto fermarmi. Io fra l’altro proprio non ero abituato a farmi male, erano passati forse cinque anni dall’ultima volta che mi ero infortunato. Va tutto molto bene, invece, per quanto riguarda l’ambiente, la città e il gruppo con cui mi ritrovo a lavorare.
Dopo sei vittorie consecutive fra campionato e Coppa Svizzera, di recente sono arrivati per voi una sconfitta e due pareggi: è soltanto un caso – normali incidenti di percorso – oppure gli avversari hanno iniziato a conoscere il vostro gioco e dunque ormai sanno come bloccarvi?
Credo sia qualcosa di normale, specie in un campionato equilibrato come il nostro. Le squadre giocano generalmente a viso aperto. Al contrario di quanto succede in Super League, c’è meno prudenza, la gestione è diversa, a un certo punto della partita le squadre si spaccano e cominciano i rapidi ribaltamenti di fronte. Noi come squadra stiamo bene, e questo è l’importante. Poi, certo, noi – come i nostri tifosi – vorremmo vincere sempre tutte le partite, ma ovviamente non è possibile, né per noi né per le altre squadre. In Challenge League non è raro vedere risultati a sorpresa, dove magari l’ultimo della classifica batte la capolista. Forse, ecco, noi dovremmo imparare a chiudere prima le partite, facendo qualche gol in più. Invece, spesso vinciamo con un solo gol di scarto.
A livello difensivo le cose in realtà vanno piuttosto bene, mentre in effetti il vostro attacco è il peggiore del torneo, insieme a quelli di Sciaffusa e Vaduz: dipende dal tipo di gioco che fate oppure mancano veri goleador e dunque nel prossimo mercato è proprio fra le punte che dovrete cercare rinforzi?
Nel calcio nessuno può darti garanzie assolute. Quando acquisti un giocatore che nel passato ha segnato tanti gol, credi che possa garantirti un sacco di reti, ma spesso succede che poi, con la nuova maglia, non riesca più a trovare la via del gol. Un po’ come nel mio caso a proposito degli infortuni, come dicevo prima: uno prende Sabbatini anche perché gioca sempre, e poi succede che invece si fa male dopo poche partite… Io credo che la nostra squadra possegga già il potenziale per segnare più gol di quanto abbiamo fatto fin qui. Di occasioni, infatti, ne creiamo tante: serve solo un po’ più di lucidità nel concretizzarle. L’importante è continuare a credere in ciò che stiamo facendo, e i gol poi arriveranno.
Nelle ultime settimane attorno all’Acb c’è stata qualche polemica, ad esempio problemi fra il club e la città, o tensioni fra la società e i tifosi. Voi giocatori siete condizionati da queste cose o riuscite comunque a lavorare tranquilli?
A noi le polemiche non creano alcuna difficoltà. Dipende magari anche dal fatto che pochi giocatori sono ticinesi o hanno giocato a lungo in Ticino. Molti dei miei compagni non parlano nemmeno l’italiano, non leggono i giornali, e dunque le polemiche sono qualcosa da cui davvero siamo molto distaccati. A noi, per poter lavorare bene, non manca davvero nulla.
Sabato alle 18 arriva lo Xamax: che partita prevedi?
Credo che sarà un match molto aperto, con occasioni da entrambe le parti. Vincerà chi sarà più bravo a concretizzare. Ovviamente puntiamo ai tre punti, perché teniamo molto a fare risultato in casa. I nostri avversari devono sapere che, sul nostro campo, fare punti sarà difficile per tutti, come del resto è stato fin qui.
Mercoledì sera c’è stato un incontro fra i vertici societari, il nuovo comitato e tutti gli allenatori granata. C’eravate anche tu e Dragan Mihajlovic: significa che il tuo percorso da allenatore è già cominciato?
Mi sto ancora formando, a metà novembre diventerò allenatore C Uefa. Però ad allenare non ho ancora iniziato. Dragan, invece, in questo senso è già più avanti di me, ha già qualche esperienza da tecnico. Spero di poter imparare tanto da tutti gli allenatori dell’Acb, di ogni livello.
Stasera il Lugano giocherà in Repubblica Ceca per la Conference League: guarderai la partita?
Certo, seguo sempre i miei ex compagni, e auguro loro tutto il meglio, sia in Europa sia in campionato. A Lugano ho lasciato molti amici. Sono sicuro che quest’anno i bianconeri faranno bene. Già prima che la stagione iniziasse, mettevo il Lugano fra i favoriti per il titolo. La squadra e lo staff sono ottimi. Poi, ovvio, una partita può andare male, come domenica a Yverdon. Ma si torna a ciò che dicevamo prima: nel calcio, nulla è mai sicuro, anche se sei oggettivamente più forte. Spesso a decidere una partita sono gli episodi, e se al Lugano avessero fischiato il rigore a favore che invece gli hanno negato, probabilmente il match sarebbe andato diversamente, anche perché a livello mentale sarebbe stata tutta un’altra cosa.