Il Bellinzona di Matteo Tosetti ospita la capolista di Super League negli ottavi di Coppa Svizzera: ‘Siamo in un buon momento, proviamo ad approfittarne’
Ammirare lo Zurigo al Comunale non è cosa da tutti i giorni. L’ultima volta che i tigurini erano scesi all’ombra dei Castelli era il 2016, già in quell’occasione nell’ambito della Coppa Svizzera (secondo turno): il 18 settembre se ne erano tornati sulla Limmat con una vittoria per 2-0. Martedì, con inizio alle 18.30, la compagine tigurina torna a Sud delle Alpi per l'ottavo di finale di Coppa. Sette anni fa lo aveva fatto da capolista del torneo di Challenge League, questa volta lo fa da prima della classe in Super League. Contro lo Zurigo, il Bellinzona aspetta un successo da ottobre 2009: la squadra allora diretta da Marco Schällibaum si era imposta 3-2 con reti di Sermeter, Gashi e Lustrinelli. Quello rimane l’unica vittoria nel nuovo millennio: dal 2000 a oggi, in Super League Bellinzona e Zurigo si sono affrontate 12 volte, con 9 vittorie confederate e due pareggi (più due sconfitte granata in Coppa).
Tuttavia, la sfida del Comunale non è del tutto scontata, perché la Coppa è la Coppa (frase fatta che tutti gli anni viene corroborata dai fatti) e perché il Bellinzona è reduce da cinque risultati utili consecutivi e sembra, finalmente, aver svoltato l’angolo di una crisi durata quasi una stagione e mezza… «Questa è la classica partita da godersi fino in fondo – afferma Matteo Tosetti –. Al Comunale scenderà una squadra in grande forma, con numerosi tifosi al seguito. Sarà uno spettacolo da non perdere, per quanto succederà in campo, come per l'atmosfera che si verrà a creare sugli spalti. Loro sono ovviamente favoriti, ma entrambe le squadre possiedono degli atout e si sa come la Coppa si diverta a regalare risultati a sorpresa. Possono sembrare parole trite e ritrite, tuttavia ogni anno questa competizione costa cara a qualche squadra di primo piano, costretta ad alzare bandiera bianca in qualche stadiolo sperduto. Noi cercheremo di creare più problemi e più grattacapi possibili a un avversario come lo Zurigo».
Due squadre in forma, diceva il centrocampista granata. E in effetti, se la compagine diretta da Bo Henriksen è reduce da tre vittorie e due pareggi nelle ultime cinque uscite, quella in mano a Manuel Benavente è stata capace di fare altrettanto. Un filotto di 11 punti che ha permesso ai granata di risalire la classifica e avvicinarsi a soli tre lunghezze dal terzo posto del Wil (con Thun e Sion che a quota 27 sembrano già essersi involati)... «È vero che quest’anno la stagione è iniziata male, ma soltanto a livello di punti conquistati. Le prestazioni non ci hanno mai fatto difetto, tuttavia avevamo grossi problemi nel concretizzare il nostro gioco. Con l’avvicendamento in panchina ci siamo sbloccati sotto vari aspetti, migliorando in intensità e in concretezza sotto porta. Un passo avanti rispetto alle prime uscite, quando la già buona qualità del nostro gioco era resa vana dall’incapacità di buttarla dentro. Nelle ultime settimane, i risultati ottenuti ci hanno permesso di scendere in campo con maggiore fiducia e di andare a cercare quella fortuna attualmente dalla nostra parte, ma che nei primi mesi ci aveva spesso voltato le spalle».
Numeri alla mano, l’ultimo avvicendamento in panchina, con l'arrivo di Mario Rosas e poi, dopo le note vicende legate al patentino Uefa Pro, di Manuel Benavente, sembra aver portato vento nuovo in casa granata dopo tante (troppe) scelte incapaci di invertire il trend negativo… «Quando una società è confrontata con così tanti avvicendamenti in panchina significa che qualcosa non va, vuoi a livello di organico, vuoi nella conduzione tecnica. Sono situazioni che si vivono male, perché se un allenatore parte significa quasi sempre che i risultati non sono arrivati, per cui si tratta di una sconfitta per tutti. Detto ciò, spetta a ogni singolo giocatore sapere approfittare al massimo di queste circostanze nelle quali tutti ripartono da zero. L’ultimo avvicendamento ha portato grande entusiasmo, una nuova visione che arriva dal calcio spagnolo, uno staff che si conosce molto bene e che ha già lavorato assieme. E pure io, che di squadre e di allenatori ne ho visti parecchi nel corso della mia carriera, posso affermare di essere rimasto piacevolmente sorpreso dal loro modo di trasmettere il messaggio e di impostare gli allenamenti. Si tratta di una visione nuova che sta portando i suoi frutti, adesso sta a noi trovare quella continuità mai avuta negli ultimi anni. Nella storia recente del Bellinzona è sempre mancata una stabilità a livello di staff tecnico e di risultati: le ultime cinque partite lasciano ben sperare, tuttavia non bisogna assolutamente mollare la presa».
Matteo Tosetti prova a spiegare cosa ha trovato di diverso nell’approccio dello staff spagnolo… «Alla fine il calcio è calcio in tutto il mondo. Con il loro arrivo non si è certo scoperta l’acqua calda, tuttavia gli esercizi proposti vengono spiegati e interpretati in maniera diversa, applicando la loro filosofia spagnola. E ciò permette di vedere l’allenamento con occhi diversi, soprattutto per chi è abituato da tempo a una determinata metodologia in voga in svizzera o in Italia, per cui si tende a lavorare sempre con gli stessi principi. Nel nostro caso, non vengono stravolti gli esercizi, quanto la visione degli stessi e ciò serve a far capire ai giocatori come interpretare in maniera diversa determinate situazioni in partita».
Il Bellinzona avrà il vantaggio di poter affrontare lo Zurigo al Comunale. Anche se poi, a ben guardare le cifre, in questa stagione i granata hanno faticato maledettamente all’ombra dei Castelli. Dei 13 punti in classifica, 9 sono stati ottenuti lontano dal Ticino e delle 9 reti segnate, 7 arrivano da oltr’Alpe… «E questo è un dato statistico piuttosto preoccupante, siccome di norma si ottengono più punti in casa che in trasferta. Bisogna analizzare le possibili cause: non possiamo certo lamentarci della qualità del manto erboso del Comunale, assolutamente di prim’ordine nonostante le piogge delle ultime settimane, tuttavia il nostro è uno dei campi più grandi in Svizzera e non so se questo influisca sulla qualità del nostro gioco. Probabilmente, si tratta di un problema legato a più fattori, tra i quali una certa pressione mentale, perché ci siamo subito accorti di come al Comunale le prestazioni fossero buone, ma i risultati non ci premiassero come avremmo meritato. Una situazione che dovremo al più presto cercare di sbrogliare».
Se al Bellinzona il sorteggio degli ottavi ha regalato la visita dello Zurigo, al Lugano ha consegnato quella che si prefigura come una lunga settimana vodese. I bianconeri saranno infatti impegnati alla Tuilière sia mercoledì in Coppa Svizzera, sia sabato in campionato, per cui la squadra non farà rientro in Ticino, ma rimarrà ad allenarsi nel canton Vaud. Prima di pensare alla Super League, c'è da sbrogliare la matassa della Coppa, manifestazione nella quale quella bianconera da due stagioni e mezza è la miglior squadra in Svizzera. Il pareggio di domenica contro lo Young Boys dovrebbe aver ridato slancio a un gruppo reduce da un paio di contraccolpi post Conference. E soprattutto, ha consegnato a Mattia Croci-Torti due potenziali titolari in più: Martin Marques e Yanis Cimignani, infatti, sono apparsi in gran spolvero e il gol del pareggio porta proprio la firma del francese. Contro l'Yb, il tecnico bianconero ha fatto le sue scelte anche in considerazione della Coppa (minuti di riposo a Bislimi, Mai, Sabbatini e Steffen), ma dovrà comunque valutare le condizioni fisiche di chi ha disputato l'integralità di una partita fisicamente esigente.