Giovedì la Nazionale U21 debutterà nell'Europeo di categoria affrontando a Cluj la Norvegia; Francia e Italia le altre avversarie nel girone
Nell'immediata vigilia del debutto dei giovani elvetici nel torneo continentale, l'unica cosa sicura in casa rossocrociata è che, comunque vada in Romania e Georgia, al termine della rassegna il 54enne Ct Patrick Rahmen darà le dimissioni per andare a dirigere il Winterthur in Super League.
Con quali certezze si appresta a disputare questa competizione?
Sono ottimista perché, oltre a una grande qualità a livello di singoli, la mia squadra mostra grande coesione e voglia di fare qualcosa di positivo. In allenamento vedo grande energia, c'è un buon equilibrio fra rilassatezza e concentrazione. È ciò che ci vuole, prima di affrontare avversari forti come quelli inseriti nel nostro girone. Dopo la Norvegia, che non dobbiamo comunque sottovalutare, affronteremo infatti Italia e Francia, squadre dall'enorme potenziale. Malgrado ciò, sono convinto che potremo fare bene.
Significa che supererete il primo turno?
Affinché succeda, tutto deve andare perfettamente. Fare meglio di Francia e Italia non è facile, ma è ciò che dobbiamo prefiggerci.
Chiudere il torneo fra le prime tre significherebbe staccare il biglietto per le Olimpiadi dell'anno prossimo a Parigi...
Arrivare ai Giochi con questo gruppo di giocatori – ormai giunti quasi alla conclusione di un ciclo – sarebbe meraviglioso, oltre che il modo migliore per prolungare ulteriormente un magnifico periodo passato insieme per questi ragazzi.
Il primo match contro la Norvegia potrebbe rivelarsi decisivo per lo sviluppo dell'intero vostro torneo: è un bene aver evitato di esordire contro Italia o Francia?
La prima gara può in effetti essere decisiva, ma non necessariamente per noi. Ad esempio, nell'ultimo Europeo U21 avevamo battuto all'esordio l'Inghilterra, che era la grande favorita del girone, ma poi non siamo riusciti a superare il turno. L'ordine in cui si affrontano le varie avversarie, per me, non ha alcuna importanza.
Lo scorso settembre, in amichevole, contro la Norvegia avete perso 3-2...
Noi non avevamo schierato la miglior formazione possibile, e riuscimmo comunque a crearci diverse occasioni. Il problema semmai è quanto concedemmo in fase difensiva. Inutle dire che, stavolta, dovremo difendere molto meglio.
Per fortuna non vi ritroverete contro Erling Haaland, benché come età fosse ancora convocabile...
Cercare di fermarlo sarebbe stata una bella sfida, ma siamo contenti che non ci sia.
La Norvegia ha solo 5,5 milioni di abitanti, eppure sforna fuoriclasse come Haaland: perché ciò non succede in Svizzera?
Giocatori di classe mondiale ne abbiamo anche noi, ad esempio Granit Xhaka, che possiede personalità, si prende le proprie responsabilità ed è sempre al top. Oppure Manuel Akanji, che al Manchester City è ulteriormente cresciuto: non ci sono molti difensori del suo livello, al mondo.
Il calcio svizzero dove si colloca?
Negli ultimi anni, ci siamo molto avvicinati alle nazioni migliori. Lo abbiamo visto a fine marzo, quando contro la Spagna in amichevole abbiamo perso solo 3-2, riuscendo a mettere in difficoltà i migliori d'Europa. Altri Paesi, però, hanno investito molto e stanno chiudendo il gap, anche a livello di mentalità, come ha dimostrato il Marocco agli ultimi Mondiali in Qatar, dove è giunto fino in semifinale grazie a uno straordinario spirito di squadra che gli ha permesso di eliminare avversari tecnicamente molto superiori. Grazie ad attitudine, organizzazione e fiducia, puoi compensare carenze in altri ambiti.
È proprio questa mentalità vincente ciò che noi dovremmo acquistare?
Ci approcciamo a questo Europeo con fiducia e umiltà: conosciamo le nostre qualità, ma anche quelle dei nostri avversari. Nessuno ama giocare contro di noi. Servirà soprattutto inserirci nel torneo con un forte spirito di squadra, e dovremo dimostrarci ancor più pronti di quanto lo siamo stati nel passato.