CALCIO

Infantino, ‘lider maximo’ alla ricerca di un nuovo mandato

Il presidente della Fifa dovrebbe essere rieletto giovedì in occasione del Congresso di Kigali. Dagli indubbi succesi ai sospetti di collusione

15 marzo 2023
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Gianni Infantino, alla guida della Fifa dal 2016, dovrebbe iniziare giovedì un nuovo mandato, rieletto nel Congresso di Kigali (Ruanda). Intende portare a compimento i numerosi progetti che ama mettere sul piatto, con il rischio di creare tensioni e talvolta rinunce.

"Ripristinare l’immagine della FIFA" e "rendere il calcio veramente globale": l’ambizione del 52enne vallesano sta tutta in queste due frasi, che ha scandito per anni e con le quali si propone come garante dell’integrità e delle pari opportunità nello sport più popolare del mondo.

Se non fosse stato per gli scandali che hanno travolto il suo predecessore Sepp Blatter alla fine del 2015, e poi l’ex presidente dell’Uefa Michel Platini, che sembrava il suo naturale successore, pochi osservatori avrebbero scommesso su questo avvocato senza alcun background sportivo per guidare l’organismo di Zurigo. Negli anni, è diventato una figura ancora più inaspettata, dopo aver fatto carriera fino a diventare segretario generale della Uefa tra il 2009 e il 2016. È diventato un tribuno che ama personalizzare i suoi discorsi, scansando le critiche sui diritti umani in Qatar prima della Coppa del Mondo 2022, parlando della sua infanzia "discriminata" di ragazzo italiano in Vallese.

Ma dopo che Sepp Blatter è stato travolto dagli scandali di corruzione e Michel Platini è rimasto coinvolto in un pagamento di incerta giustificazione, l’eterno numero 2 è stato eletto al secondo turno tra cinque candidati, per poi essere rieletto senza rivali nel 2019, come ci si aspetta che accada anche giovedì.

Sospetti di collusione

A suo merito, Infantino può vantare la limitazione a tre mandati della carica di presidente, la riforma dei trasferimenti, l’introduzione del congedo di maternità per le calciatrici e l’aumento delle entrate, delle riserve finanziarie e delle sovvenzioni a ciascuna federazione. «Siamo riusciti a fare tutto questo perché, nella ‘nuova Fifa’, il denaro non evapora più, ma va alle persone giuste», ha ripetuto a ogni Congresso Fifa.

Questa immagine di integrità, che Infantino sottolinea prontamente come contrasto con l’era Blatter, ha tuttavia risentito del procedimento aperto contro di lui nel luglio 2020 per "istigazione all’abuso di autorità", "violazione del segreto d’ufficio" e "ostruzione di procedimenti penali". La giustizia svizzera lo accusa di aver avuto tre incontri segreti nel 2016 e nel 2017 con Michael Lauber, allora capo della procura federale, alimentando i sospetti di collusione tra l’accusa e la Fifa, costituitasi parte civile nella maggior parte dei procedimenti contro ex dirigenti del calcio, tra cui Blatter e Platini.

La difesa di Gianni Infantino ha fatto ricusare un procuratore dal caso, ma altri due magistrati hanno preso in mano il caso e giovedì scorso hanno archiviato un secondo caso che riguardava un volo in jet privato del dirigente nel 2017.

L’uomo dalla parlantina fluida e multilingue, che vive in parte a Doha con la moglie libanese e i loro cinque figli, non manca di idee per sviluppare il giocattolo. Ma in un mondo del calcio con equilibri complessi tra campionati, federazioni ricche e povere, club, confederazioni, giocatori e tifosi, molti lo criticano perché avanza con la forza.

È vero che è riuscito ad aumentare il numero di squadre ai Mondiali da 32 a 48 – non nel 2022 come avrebbe voluto, ma nell’edizione del 2026, condivisa tra Stati Uniti, Messico e Canada – e ad accompagnare il continuo sviluppo del calcio femminile. D’altra parte, la sua Coppa del mondo per Club a 24 squadre, inizialmente prevista per il 2021, presentata come molto redditizia e che ha scontentato tra l’altro la Uefa, è rimasta a lungo nel limbo. Lo scorso dicembre ha finalmente annunciato l’intenzione di organizzare un torneo quadriennale a 32 squadre a partire dall’estate del 2025, ma senza nemmeno consultare le leghe e i club.

Stessa marcia indietro sul calendario internazionale, questione spinosa per eccellenza visto che i giocatori sono prossimi alla saturazione: lanciata in pompa magna nell’autunno del 2021, l’idea di una Coppa del mondo biennale è stata praticamente insabbiata la primavera successiva di fronte all’entità dell’opposizione. Sulla scia di ciò, Infantino ha cercato di adottare un tono più consensuale, essendosi posto due anni fa come unico baluardo contro le crescenti disuguaglianze sportive nel calcio: "Sappiamo che è importante scambiare idee", ha ammesso, promettendo "totale rispetto" per i giocatori nel calcio se verrà eletto per un nuovo mandato.