I bianconeri, sconfitti 4-1 dall’Inter a Cornaredo, hanno mostrato comunque cose buone. Il mister: ’Dovremo aspettare prima di avere tutti a disposizione’
Affluenza delle grandi occasioni a Cornaredo (5’176 presenti) - malgrado i 31 gradi fino alle ore 20 - per ammirare le due squadre vincitrici nella scorsa stagione delle relative coppe nazionali. Sarebbe bello se accadesse più spesso: metà dello spettacolo, nel calcio, è dato dalla cornice, che conferisce fascino e prestigio a ciò che va in scena. La squadra di Croci-Torti, parsa in buona salute a meno di una settimana dall’esordio in campionato contro il Sion (domenica in casa), anche dal riconoscimento tributato da un pubblico più numeroso rispetto a quanto visto negli ultimi anni potrebbe ricavare quel pizzico di autostima e consapevolezza che ancora le manca per entrare in pianta stabile nel novero delle grandi del football elvetico.
Il Lugano, specie nel primo tempo, è andato spesso alla conclusione, poco importa se non sempre con buona mira: quella sarà importante ritrovarla per le partite che contano. Pregevole l’intesa fra Celar, Haile-Selassié e De Jesus. E bene si è mosso pure Bottani, entrato a mezz’ora dalla fine: pare recuperato quasi del tutto, sarà certo prontissimo per la prima di campionato. Handanovic, diciamolo pure, ha fatto più di un miracolo: citeremo solo quello sul colpo di testa di Heile Selassié da distanza ravvicinata, con deviazione in angolo: parata da cineteca. Non troppo bene, purtroppo, ha fatto la difesa, reparto in emergenza per via degli infortuni: troppo solo nell’area piccola D’Ambrosio al terzo minuto, quando al primo corner della serata ha portato in vantaggio gli ospiti. E censurabile è stato ovviamente Saipi, impappinatosi su un pallone toccato all’indietro da Sabbatini: il 2-0 firmato da Lautaro è stato un clamoroso regalo, come del resto anche la terza e la quarta rete interista (Corre a e Lautaro), pur di pregevole fattura, sono figlie di errori luganesi. Buona è parsa, per contro, la condizione atletica dei bianconeri, e non poteva essere altrimenti, dato che fra 5 giorni inizia il campionato. Proprio per evitare ai titolari di sfiancarsi troppo, Mattia Croci-Torti all’inizio del secondo tempo ha sostituito in pratica tutta la squadra. "Siamo in difficoltà, ci manca qualche giocatore e dovremo aspettare ancora un po’ prima di avere tutti gli effettivi a disposizione, ma non ci lamentiamo e continuiamo a lavorare come sempre", ha detto a fine gara il tecnico, comunque soddisfatto della prestazione dei suoi uomini.
Lukaku, schierato titolare e applauditissimo alla lettura delle formazioni, viene spessissimo cercato in verticale, e lui se la cava decisamente meglio come boa che come terminale: calcia solo due volte verso Saipi (nel primo tempo) e senza lasciare il segno. Il rischio, per i nerazzurri, è che tutto il gioco si riduca alla ricerca spasmodica del belga: capita l’antifona, c’è da scommettere che le difese avversarie sapranno facilmente trovare le contromisure. Ad ogni modo, prima dell’inizio del campionato c’è ancora tempo, Inzaghi saprà forse trovare alternative valide alla Lukaku-dipendenza. Impressionatodalla prestanza fisica del belga, a fine gara, si è detto il difensore luganese Reto Ziegler. "Una forza della natura, è impossibile spostarlo, e ve lo dice uno che di attaccanti possenti ne ha incontrati parecchi". A piacere fra i nerazzurri è stato soprattutto Asllani, ventenne albanese appena prelevato dall’Empoli. Ha toccato (senza quasi mai sbagliare) un’infinità di palloni ed è certo un cavallo su cui puntare. Gioca nella posizione di Barella, nei panni del sardo non dormiremmo sonni troppo tranquilli.
Felice di aver segnato a una squadra come l’Inter il luganese Casciato, entrato al 46’ al posto di Haile-Selassié e capace all’82’ di superare Onana con un tocco morbido angolatissimo, infilatosi nel petit-filet. "Siamo soddisfatti, al di là del risultato. I nuovi si stanno inserendo bene e sono fiducioso per l’esordio in campionato". Felice per l’intesa immediatamente ritrovata da Lautaro Martinez e Lukaku - dopo un anno di separazione - si è detto il tecnico interista Simone Inzaghi, che ha speso parole buone anche per Correa, valida alternativa a quello che dovrebbe essere il duo d’attacco titolare dei nerazzurri.