La stella della Nazionale, terminata la stagione a Chicago, si sta allenando coi bianconeri a Cornaredo in vista della Coppa del mondo Qatar 2022
Prima di lasciare la parola al protagonista, il direttore delle squadre nazionali Pier Tami ha voluto ringraziare i due club che hanno fatto diventare realtà il desiderio di Shaqiri di potersi allenare in queste settimane prima dei Mondiali con una squadra vera. «Trovare un club disposto a integrare un giocatore in una situazione simile non era per nulla scontato, dunque siamo davvero grati ai Chicago Fire e soprattutto al Lugano che l’hanno reso possibile. Siamo felici che Xherdan possa prepararsi qui in Ticino, mantenendo o addirittura migliorando la sua condizione fisica. Ringrazio anche Vincent Cavin – assistente di Yakin – che si è occupato dei dettagli tecnici di questa collaborazione. Comprendiamo il grande interesse che c’è attorno al giocatore, e siamo coscienti che il Lugano sta preparando partite molto importanti di Campionato e di Coppa Svizzera. Speriamo dunque che tutta questa attenzione si tramuti da domani nella tranquillità necessaria ai bianconeri per pensare al meglio alla propria stagione. Tengo infine a specificare che la maggior parte dei costi di questa operazione viene assunta dal giocatore stesso».
Anche Xherdan Shaqiri ha esordito rivolgendo alcuni ringraziamenti. «Sono grato a tutti coloro che hanno reso possibile questa soluzione, risolvendo ogni problema e sistemando le cose anche a livello di assicurazioni. Qui a Lugano, e con l’Fc Lugano, mi trovo molto bene. La città mi è sempre piaciuta e questa, per me, è una straordinaria opportunità per prepararmi al meglio e farmi trovare nella condizione ideale quando il 14 novembre, coi miei compagni di Nazionale, partirò per il Qatar. Essere in Ticino è sempre bello, la gente qui è speciale e anche il tempo è sempre migliore che a nord delle Alpi. Sto bene, i giocatori del Lugano mi fanno sentire bene e insieme, lavorando, ci divertiamo. Mi sono subito ambientato, già dal primo giorno. Ogni allenatore è diverso, ognuno ha le proprie idee, e per me è bello vedere come lavorano gli altri club. Mi piace anche l’idea di conoscere nuove persone e devo dire che sto già stabilendo delle amicizie. Qui a Cornaredo vedo giocatori motivati e molto professionali, ed è ciò di cui ho bisogno per le prossime tre settimane».
Durante le quali, per ovvi motivi, non potrà disputare partite vere: è preoccupato? «Tutti, di continuo, mi ricordano questa cosa, ma per me l’importante è allenarmi bene e far funzionare il mio "motore" per mantenere una buona condizione. Di gare vere quest’anno ne ho già giocate molte, e certo non dimenticherò nel giro di tre settimane come si tratta il pallone o come si tira in porta solo perché non disputerò partite ufficiali. Mi allenerò ogni giorno con la squadra, ma farò anche qualcosa a livello individuale. L’importante, come detto, è la condizione atletica e quella la posso curare anche senza giocare partite vere».
I rappresentanti della stampa confederata chiedono a mister Mattia Croci-Torti se è consapevole che tutta la Svizzera avrà gli occhi puntati sul Lugano nelle prossime settimane. «Siamo molto soddisfatti di avere Shaqiri con noi, questa è una soluzione da cui tutte le parti in causa hanno qualcosa da guadagnare. Ogni allenatore vuole giocatori in grado di portare divertimento, qualità e positività all’interno del gruppo e Xherdan in questi giorni ci ha portato grande entusiasmo. Noi tutti sappiamo cosa Shaqiri rappresenti per il calcio svizzero, ha giocato un centinaio di partite in Nazionale, per i nostri giovani rappresenta un ottimo esempio, un autentico modello. La possibilità di allenarsi con Xherdan è qualcosa di molto importante per questi ragazzi, perché lui sa essere un esempio anche senza pronunciare una parola. Lavoriamo bene, pur sapendo che lui non potrà disputare partite vere, ma l’importante – come detto – è che il motore di Shaqiri continui a girare al meglio».
Quante reti prevede che segnerà Xherdan ai Mondiali? «Almeno quattro: significherebbe per la Nazionale magari l’approdo a una semifinale!» La parola torna al numero 23. «Erano molti anni che non facevo parte di un gruppo in seno a una squadra svizzera, ed è stato interessante per me vedere come si lavora qui al giorno d’oggi e come crescono i giovani. Per me è una bella esperienza, partecipo anche alle sedute video che ci propone l’allenatore dopo le partite, sono tutte occasioni per imparare qualcosa, ogni giorno. Il Lugano è una buona squadra, piuttosto giovane, con grandi margini di miglioramento e con giustificate ambizioni per il futuro, oltre che dal gioco interessante. In Svizzera, inoltre, se indovini una stagione, tutto è possibile: puoi addirittura vincere il titolo».
Ma come viene trattato Shaqiri in allenamento? I suoi nuovi – provvisori – compagni hanno l’ordine di non marcarlo troppo stretto o di evitare i contrasti? «Ovviamente nessuno entra troppo duro, spesso faccio il jolly, ma è importante che io possa allenarmi subendo anche qualche contatto e che ci siano dei contrasti e dei duelli. Sempre senza mettere in pericolo la mia salute e dunque la mia partecipazione ai Mondiali, ovvio: questo è il pensiero che tutti abbiamo costantemente in testa. Nessuno comunque si tira indietro e ciò mi fa piacere».
Croci-Torti conferma: «I primi giorni, dedicati al suo ambientamento, ovviamente Xherdan ha fatto spesso il jolly: nessuno voleva che si facesse male. Ma duelli e contrasti non sono per forza un problema: anzi, in contrasto è sempre meglio – per entrambi i contendenti – entrare al 100% che al 60%, è una cosa che ho imparato in molti anni di calcio. Se Xherdan vuole raggiungere la condizione ideale, deve inevitabilmente fare allenamenti dove ci sia anche qualche duello, qualche contrasto. Ognuno, ad ogni modo, si allena con grande rispetto nei confronti di tutti».
Cos’ha fatto Xherdan nel breve periodo di vacanza che ha avuto dopo la fine del campionato dei Chicago Fire? «Sono rimasto un po’ in America e me ne sono andato qualche giorno in Messico a godermi il sole e la tranquillità. Poi sono tornato in Europa, ma non ho fatto nulla di speciale: ho passato qualche giorno a Manchester e poi ho raggiunto la Svizzera». In Ticino ha scelto lo stesso hotel dove alloggiava gli anni scorsi con la Nazionale? «No, è un altro, ma è altrettanto bello. Ed è molto tranquillo, proprio come volevo io. Finito l’allenamento, ho bisogno di rilassarmi, senza troppa gente attorno». Dove viene schierato in allenamento da Mattia Croci-Torti? In mezzo o sulla fascia? «Terzino sinistro!», si intromette il coach. «Non so se Mattia ha parlato di questo dettaglio con Tami, Cavin o Yakin: l’importante è allenarmi con la squadra. Oggi ad esempio ho giocato sulla fascia sinistra, una posizione che non occupavo da tempo, ed è stato bello. Per me non è così importante il ruolo che ho in allenamento, del resto posso giocare in molte diverse posizioni, anche in difesa se è necessario!»
Sta già pensando ai Mondiali o è ancora troppo presto? «In una parte della mia mente il Mondiale è sempre presente, perché è proprio su quella manifestazione che pongo il mio focus. Non devo prepararmi al Mondiale solo fisicamente, ma anche mentalmente. Ma è vero, comunque, che manca ancora qualche settimana, quindi sono ancora in una fase dove non è il mio unico pensiero. Mi alleno divertendomi, correndo il giusto, e poi mi rilasso facendo qualche passeggiata». Parlando di Qatar, dove può arrivare la Svizzera? «Agli obiettivi non bisogna mai mettere confini. Abbiamo grandi ambizioni e una buona squadra, con un buon mix di giovinezza ed esperienza. Conosciamo le nostre qualità, ma sappiamo che in Qatar ci saranno squadre molto forti. Ad esempio Brasile e Serbia – di nuovo inserite nel nostro gruppo – sono diventate ancora più forti. Ma noi abbiamo dimostrato, di recente, di saper giocare bene e vincere anche contro grandi squadre, ciò è importante a livello di autostima. Giocheremo una gara alla volta, pensando innanzitutto a superare il primo turno, ben sapendo che non sarà facile, dopodiché tutto sarà possibile. Potremmo sorprendere tutti, perché no?»
Per molti anni il Lugano non ha avuto giocatori della Nazionale, mentre ora ci sono Steffen e Bottani. Crede che possano giungerne altri? «Mattia Bottani lo conosco da molto tempo, abbiamo giocato spesso insieme nelle Nazionali giovanili. Lui e Steffen sono giocatori che fanno soltanto del bene a questo club. Credo che la Coppa Svizzera conquistata l’anno scorso sia stata molto importante per la società e per l’intera città. Indurrà qualche altro grande giocatore a firmare per i bianconeri». Lugano potrebbe essere anche nel futuro di Shaqiri? «In realtà sono ancora giovane, ma non escludo di tornare in futuro a giocare in Svizzera. Per ora penso solo a Chicago e alla Nazionale svizzera. Nessuno sa cosa ci riserverà il futuro, anche perché nel calcio va tutto molto veloce. Comunque Lugano potrebbe essere una possibilità ventura, certo, visto anche il partenariato coi Fire».