A Lucerna la Svizzera emerge nella ripresa e schianta 4-0 la Bulgaria prendendosi primo posto e qualificazione ai Mondiali
Lucerna – Una favola, rigorosamente con il lieto fine. Di quelle che proprio non ti aspetti, talmente il loro svolgimento è per certi versi inimmaginabile. Ma che proprio per questo ti fanno vibrare, ti lasciano con il fiato sospeso, ti fanno preoccupare e ti sorprendono, ti spingono a perdere le speranze per poi ritrovare la fiducia, lasciando infine spazio, quando l’adrenalina scende a livelli accettabili, a una sensazione sospesa tra l’incredulità e la consapevolezza. Ma bella, dannatamente bella.
È la storia, meravigliosa, che ha saputo scrivere la Nazionale rossocrociata nella serata di Lucerna, con il 4-0 rifilato alla Bulgaria nell’ultimo incontro delle qualificazioni mondiali che entra di diritto nella Storia (questa volta quella con la S maiuscola) del calcio elvetico quale capitolo finale di una fiaba iniziata lo scorso marzo da un narratore, Vladimir Petkovic, e portata avanti da Murat Yakin proprio quando i protagonisti sulla loro strada sembravano aver incontrato difficoltà insormontabili: troppo pensare di poter battere l’Italia nel testa a testa verso il Qatar senza i suoi uomini migliori. Invece, “Muri” è arrivato, ha studiato la situazione, ha consolidato quello che c’era da confermare e ha rivoluzionato (sì, con coraggio e creatività) la Nati, con i giocatori bravi a dargli fiducia e a seguirlo. E un pubblico che lo ha subito amato. D’altronde, come non farlo quando arrivi e non sbagli – oltretutto agendo praticamente sempre in emergenza – un colpo, come certificato dai sei risultati utili ottenuti in altrettante partite da selezionatore ma soprattutto da una squadra alla quale ha subito dato una sua identità ben precisa.
Lo 0-0 in sofferenza di Basilea ha permesso di crederci, l’1-1 di Roma ha trasformato i desideri e le paure in consapevolezza e coraggio – effetto diametralmente opposto a quello instillato nelle teste degli italiani, a cui evidentemente i fantasmi del recente passato hanno dato più fastidio di quanto ammesso – e infine la serata della Swissporarena ha trasformato i sogni in realtà. In una partita che ha in fondo dimostrato quanto in questi anni la Svizzera sia cresciuta e sia entrata in una nuova dimensione. Già perché nonostante l’assenza di ben sette potenziali titolari e un primo tempo stregato (e giocato in maniera troppo confusa e imprecisa va detto, ma nel quale Okafor ha comunque colpito un clamoroso palo), gli elvetici non hanno perso la testa, hanno mantenuto la calma e, nonostante l’elevatissima posta in palio, hanno avuto la pazienza di aspettare il momento giusto per colpire. Presentatosi a inizio del secondo tempo, quando una magia di capitan Shaqiri (fino a quel momento sottotono ma accesosi come una scintilla) ha permesso al giovane Okafor di confermare quanto di buono mostrato sia a Roma sia nella stessa serata lucernese insaccando l’1-0. Da quel momento, la Bulgaria non ci ha più capito niente e la Svizzera non le ha lasciato scampo, colpendo altre tre volte con Vargas (autore di una grandissima prestazione), Itten e Freuler.
Quattro fulmini scagliati alle spalle del portiere bulgaro che hanno messo al sicuro il primo posto e la qualificazione diretta ai Mondiali del prossimo anno, attraversando idealmente la Manica per arrivare dritti a Belfast e stordire un’Italia già in confusione dopo aver sbattuto sul muro irlandese. E che ora dovrà passare per gli insidiosi spareggi del prossimo marzo per evitare un’altra clamorosa esclusione dalla Coppa del mondo.
Per la Svizzera invece c’è solo da festeggiare, con la quinta qualificazione consecutiva a una rassegna iridata (sempre presenti dal 2006) che rappresenta un record tanto clamoroso quanto significativo. E aspettare con trepidazione il sorteggio del primo aprile a Doha, che definirà i contorni dell’avventura in Qatar a cavallo tra novembre e dicembre 2022, alla quale la Nati arriverà, dando un’occhiata anche all’anagrafe, con una squadra composta da giocatori nel pieno della maturità, con una buona esperienza alle spalle e la freschezza dei giovani talenti. Pronta, quindi, a scrivere un’altra favola delle sue personalissime Mille e una notte. Magiche, come quella di Lucerna.
Noah Okafor ha avuto il grande merito di sbloccare il risultato e spianare la strada alla netta vittoria rossocrociata… «Incredibile, mi mancano le parole. Abbiamo sempre creduto nelle nostre capacità e stasera ci siamo meritati questo premio. Le nostre prestazioni sono state eccellenti, sia contro l’Italia, sia contro la Bulgaria. Sapevamo di dover segnare il maggior numero di gol possibile e all’inizio le cose non sono andate come le avevamo prospettate. Ma siamo rimasti calmi e abbiamo continuato a proporre il nostro gioco, perché sapevamo che se fosse arrivato il primo gol, tutto sarebbe diventato più facile. Adesso festeggiamo e godiamoci il momento. Certo, il primo gol con la Nazionale mi fa immensamente piacere, ma ciò che davvero conta è il risultato, la qualificazione diretta».
Ancora una volta, Silvan Widmer ha macinato chilometri sulla fascia, stavolta quella di sinistra… «C’è più soddisfazione che fiato, sono stanchissimo. Ho cercato di spingere come mio solito, ma nel primo tempo la palla non voleva entrare. Cerdo che in troppi frangenti ci siamo dimostrati eccessivamente golosi, cercando subito l’imbucata al primo pertugio buono. Invece, a volte è necessario far girare la palla, cambiare lato e ricominciare dall’altra parte, perché sappiamo che prima o poi il pertugio buono si apre. Nella pausa ci siamo detti che dovevamo rimanere tranquilli e, soprattutto, pazienti. Il fatto di aver sbloccato la situazione proprio in avvio di ripresa ha ovviamente facilitato le cose. È vero, in pochi mesi abbiamo battuto la Francia e costretto l’Italia agli spareggi: cosa potrei mai aggiungere?».
Anche Ruben Vargas ha timbrato il cartellino. «È stato splendido giocare in casa, davanti alla mia famiglia, agli amici e ai tifosi del Lucerna. Vittoria e qualificazione diretta per la Coppa del mondo: non c’è nulla di più bello. Avremmo voluto segnare subito, in modo da non rischiare un contropiede della Bulgaria che ci potesse mettere con le spalle al muro. Le occasioni sono subito piovute, ma soltanto nella ripresa abbiamo trovato il pertugio buono. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma tutti ci hanno creduto. Si siamo sostenuti a vicenda e anche il pubblico ci ha sospinti. È stata una serata indimenticabile».
Xherdan Shaqiri ha festeggiato come meglio non si poteva la centesima partita… «È un sogno aver raggiunto le 100 presenze. Devo felicitare la squadra per quanto ha saputo fare in questa campagna di qualificazione e per il modo nel quale ha giocato. Ci abbiamo creduto e oggi abbiamo centrato il nostro obiettivo. Sono molto contento anche per Muri, perché non era per nulla scontato prendere le redini di questo gruppo dopo Vladimir Petkovic».