Nell'esordio delle qualificazioni per Qatar 22, in Bulgaria gli elvetici segnano subito tre reti. Qualche difficoltà in più nella ripresa
La Svizzera di Valdimir Petkovic non stecca l’esordio nelle qualificazioni per i Mondiali 2022 in Qatar. A Sofia, i rossocrociati si sono imposti per 3-1, con tre reti trovate nello spazio di meno di un quarto d’ora e firmate da Embolo, Seferovic e Shaqiri. È stata la vittoria che ci voleva, agevole oltre ogni aspettativa, contro un avversario che, invero, nessuno si sarebbe aspettato tanto arrendevole. La Svizzera ci ha messo del suo, con un'entrata in materia come mai forse nell’ultracentenaria storia della Nazionale. Concreta, concentrata, aggressiva, precisa in fase di rifinitura, ha giocato a una porta sola per tutti i primi 45', trovando il gol di Embolo di testa al 7’, quello di Seferovic con un diagonale al 10’ e quello di Shaqiri al 13’ con una perfida conclusione sul primo palo che ha sorpreso il portiere bulgaro. Quando si dice che i giocatori ascoltano il loro allenatore: nei giorni scorsi, Petkovic aveva chiesto loro di trovare al più presto la via del gol, in modo da sbloccare dal profilo mentale una sempre insidiosa partita d’esordio. Detto e fatto.
Tutto è oro quel che luccica, dunque. Non proprio, perché nonostante il dominio a tutto campo del primo tempo, la Svizzera ha trovato il modo di complicarsi la vita, subendo il gol del 3-1 proprio in entrata di ripresa, a seguito di un clamoroso svarione di Remo Feruler. Un gol che ha avuto quale conseguenza una crescita dei padroni di casa, più presenti fisicamente, e la perdita di una parte della sicurezza rossocrociata. Che non è venuta meno del tutto, perché dopo qualche minuto di sbandamento, la squadra ha saputo ritrovarsi, pur senza più presentare quella netta superiorità espressa nel primo tempo. Tant’è che al 61' Sommer ha dovuto salvare il risultato su una deviazione aerea molto ravvicinata di Kostadinov.
Le speranze di rimonta di una Nazionale che non è neppure parente di quella che nel 1994 aveva raggiunto le semifinali ai Mondiali statunitensi, non sono però mai state davvero concrete, nonostante la Svizzera nel secondo tempo si sia costruita a malapena un paio di occasioni da rete, segnatamente una conclusione al volo di Xhaka fuori di poco e, nei recuperi, una deviazione sottoporta di Gavranovic ben fermata da Iliev. Un po’ pochino, viste le premesse di un primo tempo che lasciava supporre una goleada di proporzioni molto più importanti.
D’altra parte, alcune indecisioni difensive – pur tralasciando l’errore di Freuler costato il gol bulgaro – al cospetto di avversari più scafati di questa dimessa Bulgaria potrebbero essere pagati con moneta sonante. Petkovic ha tardato a operare i primi cambi, probabilmente per permettere a una squadra andata in leggera difficoltà, di ritrovare le certezze smarrite. Poi, ha provato a rivitalizzare la manovra con gli inserimenti di Zakaria, Vargas e poi Gavranovic, ma la porta bulgara è rimasta inviolata, anche perché gli elvetici hanno preferito gestire la situazione, calmare il gioco e accontentarsi di un 3-1 che rappresenta comunque un’ottima partenza.
La Svizzera, tornata al successo dopo 14 mesi dall’ultima volta, ha comunque fatto ciò che le si chiedeva: vincere e, tutto sommato, molto più facilmente di quanto si potesse supporre. La prestazione di Sofia andrà valutata anche alla luce delle prossime sfide, a partire da quella di domenica a San Gallo contro la Lituania. Bisognerà capire il perché del leggero sbandamento del secondo tempo e se i primi 45’ sono stati farina del sacco elvetico, oppure facilitati dall’inguardabile prestazione bulgara. Dai primi due impegni, lo staff della Nazionale si aspettava sei punti. I primi tre sono in cassaforte, gli altri dovrebbero seguire...
‘Dubbi, non paura’
«La nostra entrata in materia è stata perfetta – commenta Vladimir Petkovic prima di correre a prendere l'aereo che ha subito riportato la squadra in Svizzera –. Poi c'è stato quell'errore a inizio ripresa che ha cambiato le coordinate della sfida. Ma dobbiamo innanzitutto tenerci buoni la vittoria e l'assoluto dominio del primo tempo. Avremmo pure potuto segnare più gol, ma farne tre in così poco tempo è davvero incredibile. Mi hanno appena spiegato che si tratta di un record per il calcio svizzero. Complimenti ai giocatori, hanno voluto sfidare gli avversari nell'uno contro uno e sono stati ripagati».
L'errore di Freuler ha cambiato la partita... «L'idea era di iniziare la ripresa come avevamo fatto nel primo tempo. Ma c'è stato quell'errore che si poteva evitare con una maggiore semplicità nel gioco. Non abbiamo avuto paura, ma è vero che per una ventina di minuti c'è stato qualche dubbio che ci ha frullato in testa, poi abbiamo trovato la chiave per leggere il loro pressing. Il secondo tempo rappresenta una lezione dalla quale imparare: non si può mai dare nulla per scontato».