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Spycher assicura: ‘Niente cali di tensione da parte dell’Yb’

Impegnato su tre fronti, lo Young Boys è ospite domani sera del Lugano per la Coppa. Il diesse giallonero: ‘Questo torneo permette di vincere un titolo’

27 ottobre 2021
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È la Coppa, e tanto basta a caricare di ulteriori significati la partita odierna di Cornaredo. Giacché trattasi di torneo dal fascino immutato che stuzzica l’appetito di squadre come il Lugano che, oggettivamente, hanno poche possibilità di vincere il campionato. Inoltre, arriva lo Young Boys, senza ombra di dubbio la squadra più forte, l’avversaria più stimolante in assoluto, quella che si vorrebbe battere, proprio perché deputata a primeggiare sempre.

Lugano-Young Boys atto primo, alla luce del rinvio del match dello scorso 21 agosto, deciso proprio per permettere ai gialloneri di meglio preparare l’esordio in Champions League, contro il Manchester United. Un “piacere” che l’Yb chiese e salutò con grande entusiasmo, tanto da tradurlo in una vittoria storica, in Europa e nientemeno che contro i Red Devils.

Non c’è che dire, Lugano-Yb è carico di significati, l’attesa è palpabile. Il Lugano punta forte sulla Coppa, mentre la squadra di Gerardo Seoane, sballottata com’è tra Champions e la realtà nazionale, alla terza competizione in ordine di importanza potrebbe forse prestare un po’ meno di attenzione. Sarebbe legittimo, tuttavia Christoph Spycher, direttore sportivo dei campioni svizzeri, ha un’altra visione: «La Coppa Svizzera è molto importante per noi - spiega l’ex nazionale rossocrociato -. È però chiaro che la partecipazione alla Champions League è qualcosa di speciale. È come un sogno, per i calciatori, i quali hanno l’opportunità di giocare contro squadre di livello assoluto. La nostra realtà, però, è il campionato svizzero, ne siamo coscienti. Ecco perché è fondamentale fare risultato soprattutto in quell’ambito, per confermarci campioni e per onorare la Coppa. In Svizzera è sempre una competizione molto interessante. Prevede il superamento di sei turni, a sua volta offre un’ottima occasione di vincere un titolo».

Abituati ai ritmi serrati

Non teme un calo di tensione da parte di una squadra forte ma impegnata su tre fronti con molti impegni ravvicinati? «Non penso che accadrà, siamo abituati a giocare ogni tre o quattro giorni. Le nostre competizioni ufficiali sono iniziate già prima dell’inizio della Super League, con le qualificazioni alla Champions. La cadenza delle nostre partite è più o meno sempre la stessa, sin dalle prime battute stagionali».

Numeri alla mano, l’Yb è nella posizione attesa o manca qualcosa? In campionato, soprattutto in avvio di stagione, non tutto è filato per il verso giusto. «In avvio di campionato abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo, ma poi gradatamente la squadra ha assimilato bene la filosofia dell’allenatore, traducendola in campo con la positività che il mister è riuscito a inculcare. Il discorso va intavolato su due livelli, la qualità delle prestazioni e la classifica. Non sfugge che abbiamo lasciato per strada l’uno o l’altro punto in maniera a volte evitabile, altre in modo sfortunato e immeritato».

Atalanta superiore

In Champions dopo l’avvio con il botto contro il Manchester United, il ridimensionamento tutto sommato nella logica delle cose, con la sconfitta di misura contro l’Atalanta e quella più netta - ma solo nella sua espressione numerica, contro il Villareal. «Nelle tre partite di Champions abbiamo visto tutto quello che in una competizione così, e più in generale nel calcio, può accadere. Contro il Manchester abbiamo disputato un’ottima partita, favorita dall’espulsione di Wan-Bissaka, il classico episodio a favore. Che nulla toglie, però, alla qualità della nostra prestazione. A Bergamo, pur avendo retto molto bene a livello difensivo offrendo una prova corale solida, la pressione dell’avversario si è rivelata tale che non siamo riusciti a contenerla fino alla fine. Né siamo riusciti a creare occasioni da rete. La spinta dell’Atalanta era troppo forte. Abbiamo perso solo 1-0 ma non abbiamo faticato ad ammettere che loro ci sono stati superiori. Contro il Villareal è stato un incontro che ha proposto un po’ degli elementi del primo confronto, e un po’ della sconfitta di Bergamo: abbiamo fatto tante cose in maniera positiva, ci siamo creati buone occasioni da rete. Gli spagnoli, senza nemmeno poter parlare di una vera e propria opportunità, già avevano segnato due volte. Quando poi siamo riusciti a rifarci sotto tornando in partita con la rete dell’1-2 abbiamo avuto sul piede la palla del pareggio, ma loro hanno nuovamente allungato con due gol realizzati sfruttando al massimo le poche occasioni create. Tra le due aree di rigore c’è stata ben poca differenza, tra le due contendenti. Per contro, se parliamo di efficacia sotto porta, c’è stato un abisso».

Lugano squadra di alta classifica

Ribadire che il Lugano è una bella realtà del campionato svizzero è forse una banalità. Tuttavia, nel processo di crescita dei bianconeri, pensando alla realtà ticinese un po’ periferica, non vi è nulla di scontato. Eppure Il risultato è sotto gli occhi di tutti. «Il Lugano è un’avversaria storicamente difficile da affrontare. Nelle ultime due stagioni ha brillato per la buona organizzazione difensiva. Era difficile segnar loro un gol. Anche perché bisognava prestare molta attenzione alla loro abilità in fase di transizione e di ripartenza. Questa stagione ha portato delle novità, penso soprattutto al passaggio di proprietà. Dopo il quale in squadra è stato inserito anche qualche nuovo acquisto. È un gruppo con una forte identità, in salute, con giocatori che sono a Cornaredo da tanti anni, che sanno bene come funziona il club. A questi, si sono aggiunti elementi nuovi che hanno aggiunto qualcosa. A Basilea il Lugano meritava almeno il pareggio. Questo significa che le prestazioni sono all’altezza delle parti nobili della classifica.

‘Fieri di aver lanciato tecnici di valore’

L’Yb nelle scorse stagioni ha funto da vetrina e trampolino di lancio ideale per tecnici che poi hanno fatto un salto di qualità virando in direzione della Bundesliga. Dapprima fu il caso di Adi Hütter, oggi tecnico del Borussia Mönchengladbach. Poi, è toccato al suo successore, sulla panchina giallonera, Gerardo Seoane, il quale a Berna ha vinto tre titoli prima di passare alla guida tecnica del Bayer Leverkusen con ottimi risultati. Insomma, l’Yb può esser fiero di aver contribuito al successo della carriera di allenatori che ha saputo lanciare in orbita. Il merito va anche a chi li ha individuato dando loro fiducia, accompagnandoli nel suo processo di crescita. «Quando un allenatore o un giocatore parte, siamo sempre un po’ tristi perché se ne va un uomo che ha svolto un ottimo lavoro. D’altro canto, però, siamo fieri del successo di un tecnico o di un calciatore che fa un passo importante nella sua carriera con noi allo Young Boys e che ha l’opportunità di fare un salto di qualità. Seoane rimarrà sempre un amico dell’Yb e della società, ma adesso è a Leverkusen. Ha i mezzi e la capacità per fare molto bene anche lì. Ora però, come già accadde dopo la partenza di Adi Hütter, noi siamo concentrati sulla collaborazione con l’attuale tecnico David Wagner, il quale merita il massimo sostegno possibile da parte della società».