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Quella volta che le ‘Speranze’ granata alzarono la Coppa

Il ricordo di Riccardo Di Benedetto, capitano dei giovani granata che nel 1995 furono l'ultima squadra ticinese giovanile a vincere il trofeo

servizio Ti-Press/D. Agosta
26 maggio 2021
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In attesa di conoscere l'esito del duello odierno di Bienne tra il Team Ticino Under 18 e il Servette che mette in palio la Coppa Svizzera di categoria, gli scaramantici sono autorizzati ad agire di conseguenza. I romantici di un calcio che non c’è più possono invece sorridere, rievocando un felice precedente, l’ultima volta che una squadra giovanile ticinese vinse una finale di Coppa Svizzera, due anni dopo il 3-1 con cui il Lugano di Romeo Pelosi (autore di una fantastica tripletta) ed Edo Carrasco liquidò il blasonato Grasshopper di Massimo “Mussi” Lombardo, pure lui un vecchio cuore granata.

Di Benedetto, da capitano in capitano

Quel Bellinzona “Speranze” edizione 1994/95 che conquistò la Coppa battendo 1-0 il Sion, era allenato da Flavio Tagli, il quale da calciatore granata perse una finale, nel 1969, contro il San Gallo (0-2). Oltre a rievocare un felice precedente, quell’Acb vanta anche un paio di interessanti agganci con l’Under 18 di Andrea Lanza che stasera a Bienne cercherà di mettere le mani sul trofeo 26 anni dopo l’ultima volta. Il primo è Riccardo Di Benedetto, oggi preparatore dei portieri del Team Ticino, in passato validissimo estremo difensore di Lega nazionale A e B, che di quelle “Speranze” granata fu addirittura il capitano, ossia colui che ebbe l’onore di ricevere la Coppa e di alzarla al cielo per primo, davanti ai compagni di squadra festanti. Il destino regala a “Dibe” un motivo d’orgoglio non da poco: il figlio Nicolò, già nel giro della Nazionale U18, è a sua volta il capitano della squadra di Lanza, per un singolare scherzo del destino che potrebbe chiudere un cerchio, nelle rispettive carriere di padre e figlio. Ma già così, che bella storia…

Acb sostenuto... dal Grasshopper

Erano gli anni del campionato “Speranze”, una sorta di “seconde squadre” più o meno paragonabili alle attuali U21 nelle quali c’erano i giovani più promettenti in odor di prima squadra e potevano trovare posto cinque fuori quota. «Giocammo quella partita al Wankdorf di Berna - ricorda proprio Riccardo Di Benedetto - in anteprima alla finale principale tra il Sion e il Grasshopper. I nostri avversari potevano beneficiare del tifo dei tantissimi vallesani accorsi per sostenere la prima squadra del Sion (dei vari ex rossocrociati Lehmann, Wicky, Herr, Quentin e Bonvin, ndr). Noi, dalla nostra, oltre alla quarantina di bellinzonesi che avevano fatto la trasferta per sostenerci, avevamo la curva del Grasshopper, che ci ha incitato per tutta la partita, sotto la quale siamo andati a festeggiare con la Coppa alla fine della partita. La finale la griffò Ruggero, all’87’, in campo da 3’. Raccolse un invito dalla sinistra di Manuel Rivera (altra bandiera granata, ndr), controllò e fece centro, sotto la traversa. In quel gruppo c’erano il citato Rivera, Mauro Lustrinelli (che subentrò al 68’, ndr), ancora molto giovane, Pinchetti, Salmina, Sümer, De Lorenzi, ragazzi che hanno fatto delle apparizioni in prima squadra».

Acb retrocesso a tavolino in Prima Lega

Il ritorno a casa con la Coppa fu trionfale, anche se la situazione dell’allora prima squadra non era delle migliori. La compagine allora diretta dal belga Henry Dépireux - ricorda “Dibe” - rischiava di retrocedere non per effetto della classifica, bensì per difficoltà di ordine economiche che mettevano in pericolo la concessione della licenza di Lega nazionale. A lungo sperammo che disporre di un settore giovanile organizzato e vincente potesse contribuire a sistemare le cose, ma non andò così: in quell’estate l’Acb venne retrocesso a tavolino in Prima Lega. Nel primo anno si tentò immediatamente la risalita con più o meno gli stessi effettivi della stagione precedente (tra questi anche Vladimir Petkovic, ndr). Perdemmo però le finali di promozione. L’anno successivo, tanti dei ragazzi che vinsero quella Coppa si ritrovarono in prima squadra, in Prima Lega».

Torniamo al presente, alla U18 di Lanza che contende la finale al Servette. «La finale è già di per sé un grande risultato. Ma a questo punto siamo pronti per cercare di vincerla. Lo Young Boys battuto in semifinale è la capolista del campionato ed era il rivale più tosto che potessimo affrontare. Lo abbiamo sconfitto con merito. Adesso c’è il Servette, altra ottima squadra, con molti giocatori che già giocano anche nella U21, alcuni dei quali con all’attivo anche qualche apparizione in prima squadra».