Domenica la Nazionale rossocrociata affronta la debolissima Lituania nel secondo confronto del girone di qualificazione ai Mondiali 2022
Il piano di discussione è sempre lo stesso, la questione si ripropone con una certa frequenza, sotto gli impulsi un po’ interlocutori dei risultati, non sempre convincenti. Quanto vale questa Nazionale? Quale peso dare al 3-1 rifilato alla debolissima Bulgaria, una prestazione divisa a metà tra l’eccellenza del primo quarto d’ora, sul quale pesa la tara della pochezza imbarazzante degli avversari, e la pessima ripresa, condizionata dall'errore di Freuler e dalla necessità di preservare le forze in vista del prossimo impegno?
La risposta, sarebbe opportuno che la desse la Lituania, compagine anche più debole della Bulgaria, ammesso che sia possibile. Un test tanto scontato quanto solo parzialmente decifrabile. A meno di premere sull’acceleratore dal primo minuto - come giovedì - al triplice fischio finale con l'obiettivo primario di ribadire la propria evidente superiorità, nonché di comportarsi come una squadra matura e concentrata sull'esame che sta sostenendo, prescindere da quanto esso sia facile.
È vero che contro la Bulgaria la pratica è stata evasa in meno di un quarto d’ora, ma poi alla prima esitazione sono state più ombre che luci. Un’involuzione, all'interno della stessa gara, che non può soddisfare un allenatore che dai propri uomini esige - giustamente - ben altro tipo di prestazione. La prestazione alla quale, del resto, lavora sin dalle prime ore del raduno.
È scontato che, pur abbassando la guardia, contro certo avversari il risultato resti acquisito. Tuttavia, il processo di crescita invocato da qualsivoglia tecnico, Vladimir Petkovic non fa eccezione, passa giocoforza da prove di maturità superiori, per contenuti, a quanto mostrato a Sofia.
Ora, la pochezza della Lituania da questo punto di vista potrebbe fornire un’indicazione concreta a Petkovic circa la motivazione e la consistenza della sua Nazionale, a poche ore dal calo d'intensità fin troppo evidente accusato nel confronto di giovedì. Se la Svizzera dovesse affrontare una squadra di spessore, sarebbero scontati il massimo impegno, una condotta rigorosa e una concentrazione ai livelli di guardia. Tutte qualità che ha del resto più volte espresso, contro le nazionali più quotate ed attrezzate. Al cospetto di una piccola, vi è il rischio di adagiarsi, limitandosi al compitino prima di tirare i remi in barca. Alimentando dubbi che, per contro, continuando a insistere un po’ verrebbero facilmente spazzati via dalla qualità della prestazione.
Vincere aiuta a vincere, giocare bene conforta e aumenta la consapevolezza e la fiducia nei propri mezzi. Tutte armi che poi diventeranno utili quando gli incroci saranno meno scontati e ben più insidiosi di questo doppio confronto con nazionali di livello basso. Il punto, lo si diceva all'inizio, è proprio questo: se processo di crescita deve essere, non può che passare anche attraverso prove convincenti in confronti in cui le motivazioni sono contenute. Altrimenti si rischia di marciare sul posto, confortati da qualche exploit, da qualificazioni che comunque arrivano con bella frequenza, ma senza quell’auspicato scalino in direzione del livello superiore. Per salire il quale, bisogna fare in modo che i fuochi d’artificio di Sofia somiglino, per durata, a qualcosa di più simile a una partita intera che non al quarto d’ora scarso nel quale si sono esauriti.
È un continuo regredire, il percorso della Lituania in questi ultimi anni. Il ranking Fifa è imbarazzante, 129esimo posto, contro il 68esimo della debole Bulgaria. L’ultimo successo degno di nota della Nazionale baltica risale a dieci anni fa, contro la Repubblica Ceca nelle qualificazioni agli Europei del 2012. Da lì, però, solo delusioni a
ripetizione. Nelle eliminatorie per gli Europei del 2016, in otto partite la Lituania non ha conquistato nemmeno un punto. È l’avversario ideale per il coefficiente reti. Il precedente, con Petkovic all’inizio della sua gestione, risale al 2014, sempre al Kybunpark di San Gallo, sede anche del confronto di domenica: i rossocrociati sbrigarono la pratica con un 4-0 (4 reti in 24 minuti) che maturò però piuttosto tardi grazie ai gol di di Josip Drmic (66’), Fabian Schär (68) e Xherdan Shaqiri (80’ e 90’).
Il giocatore più quotato della selezione baltica è il centrocampista Arvydas Novikonas, giocatore dell’Erzurum, compagine che occupa la diciannovesima posizione nel campionato turco. A titolo di curiosità, tra i convocati figura anche l'attaccante Nerijus Valskis, il quale milita in India.