Marco Degennaro: ‘Al momento il nostro valore si situa tra il 7.mo e il 10.mo posto. Dopo la brutta partita con il Vaduz, occorre una riscossa contro il Lugano’
Sion e Lugano sono le uniche due squadre di Swiss Football League capaci di andare in doppia cifra con i pareggi (10 per i vallesani, 12 per i bianconeri). Detta così, l’esito della sfida di domani sera al Tourbillon sembra già scritto, anche perché per trovare una vittoria in uno scontro diretto occorre risalire al 6 ottobre 2019 (1-2 per il Lugano). D’altra parte, però, nessuna delle due formazioni arriva all’appuntamento in condizioni psicologiche perfette: la squadra di Maurizio Jacobacci è reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro partite, quella di Fabio Grosso è stata malmenata domenica in una sfida che ha rinfocolato le ambizioni di salvezza di un Vaduz che a Natale appariva già spacciato. Insomma, se a Cornaredo si piange, in Vallese non c’è nulla di cui ridere. Come conferma Marco Degennaro, direttore generale del Sion… «La sconfitta di domenica ha rappresentato un brutto colpo al morale. Si trattava di una di quelle partite che se proprio non riesci a vincere, per lo meno non devi assolutamente perdere. Noi, invece, siamo stati in grado di fare la frittata. E al di là delle implicazioni di classifica che la vittoria del Vaduz comporta, a noi ha fatto male perché eravamo giunti all’appuntamento con una buona striscia positiva di tre pareggi e una vittoria, dunque sorretti da un morale piuttosto buono».
Il calendario vi ha lasciato appena tre giorni per smaltire la delusione, prima di un altro scontro che, a questo punto, può essere considerato “diretto”... «Ovviamente, sul momento certe sconfitte fanno male al morale, ma poi inizia una nuova settimana e con essa riprendono gli allenamenti e la tendenza dei calciatori è di guardare avanti. Quando sei reduce da una vittoria, la cosiddetta settimana inglese può rappresentare un fastidio, in quanto ti saresti potuto allenare in tranquillità e serenità per cinque giorni: nel nostro caso, invece, prima si torna in campo e meglio è, perché c’è da dimenticare un risultato negativo. È vero, per preparare la partita ci sono appena un paio di giorni, ma in questi casi si vive molto sulle emozioni».
Al momento attuale, soltanto la differenza reti permette al Sion di precedere il Vaduz. La lotta per la salvezza non rappresentava certo l’obiettivo di inizio stagione del presidente Christian Constantin… «Questo è sicuro, ma forse l’attuale posizione in classifica rispecchia il valore del gruppo. Tutti partono con l’intenzione di vincere, poi spetta alla classifica dire quanto una squadra è forte rispetto alle concorrenti. Ritengo che al momento attuale il Sion si debba situare tra il settimo e il decimo posto. Se poi durante la stagione sei particolarmente bravo riesci a salvarti senza rischiare, ma se qualcosa va storto e non sei abbastanza scaltro nei mesi precedenti, a fine maggio qualcuno dovrà comunque ritrovarsi all’ultimo e al penultimo posto. Sono le leggi dello sport a volerlo...».
Eppure, la rosa non sembra essere messa tanto male… «I risultati ci dicono che, forse, non è tanto più forte rispetto alle avversarie. Ci sono state diverse partite nelle quali abbiamo giocato bene, ma non abbiamo vinto. E se non fai risultato pieno nemmeno sull’onda di una buona prestazione, quando giochi male rischi di uscire dal campo con le pive nel sacco. In stagione abbiamo portato a casa un gran numero di pareggi, probabilmente ci è venuta meno la grinta e la determinazione per chiudere determinate partite. Ed è fuorviante stare a parlare di fortuna o sfortuna. Certo, in una determinata partita la Dea bendata può pure metterci lo zampino, ma sull’arco di un intero campionato torti e favori di annullano a vicenda. Domenica abbiamo giocato male, ma di fronte avevamo un Vaduz che nel 2021 sta letteralmente volando (14 punti in 8 partite. Con Yb, 19 , e Lucerna, 11, è l’unica squadra in doppia cifra, ndr) e ciò nonostante non ha certo brindato a calcio-champagne. Noi a 10’ dalla conclusione abbiamo centrato un palo, loro sono andati in gol su un rigore pazzesco per come lo abbiamo concesso. Una classica partita da “se” e “ma”, congiunzioni che in realtà non portano da nessuna parte. Noi oggi siamo questi, tra l’ottavo e il decimo posto e dovremo avere grinta e determinazione sufficienti per portare a casa quei punti che alla fine ci permetteranno di essere ottavi e non decimi. È vero che la classifica è corta e siamo ancora tutte vicine, ma intanto, per quanto vicine, otto squadre stanno davanti a noi. Bisogna essere realisti...».
Alla luce dei risultati che arrivano a singhiozzo, appare stranamente solida la posizione del tecnico Fabio Grosso. In passato al presidente Christian Costantin era bastato molto meno per decidere di cambiare rotta… «È vero, è diventato un presidente paziente (ride, ndr). A far sì che il rapporto sia rimasto buono è stato il livello delle prestazioni, sempre accettabile anche in occasione delle sconfitte. Abbiamo perso meno partite di Losanna, Zurigo o Lucerna e quando ci siamo arresi lo abbiamo fatto con l’onore delle armi. La partita che stride è l’ultima, quella di domenica, nella quale abbiamo francamente giocato male. E oggi Grosso si ritrova nella posizione di un allenatore di una squadra penultima in classifica che ha appena perso lo scontro diretto con l’ultima, per di più in casa. Sarebbe falso affermare che la sua posizione è blindata. Occorre un cambio di rotta, un’inversione di tendenza a livello di prestazioni e di risultati. Per Grosso, come per tutto il gruppo, quella con il Lugano sarà una partita molto importante...».
Importante, ma non decisiva: prima di fine maggio, di acqua sotto i ponti ne scorrerà ancora parecchia… «È vero, mancano troppe partite perché questa possa essere una sfida determinante. È però vero che se domenica avevamo affrontato un Vaduz in fase più che positiva, stavolta ce la vediamo con una squadra alle prese con qualche difficoltà. Non voglio certo fare le pulci in casa d’altri, ma sono i risultati a testimoniare che il Lugano non sta attraversando il suo miglior momento. È una sfida che possiamo affrontare alla pari, dobbiamo approfittarne...».
«Quella della Tuilière è una prestazione da dimenticare il più in fretta possibile – afferma, dal canto suo, il tecnico del Lugano Maurizio Jacobacci –. Non pensavo che le partite contro Servette e Lucerna, nelle quali ci siamo fatti rimontare negli ultimi minuti, sarebbero state così importanti nella testa dei giocatori. Due risultati negativi che non hanno fatto bene al gruppo. A Losanna i ragazzi volevano offrire una grande prestazione, ma non ci sono riusciti per le tare psicologiche dei due match precedenti. A fine partita non ho detto granché, ogni giocatore ha fatto la sua analisi e ha riflettuto su quanto successo. Negli spogliatoi, da quanto ho appreso, i giocatori si sono parlati e hanno avuto una lettura di quello che è stato il match. È importante che si confrontino tra di loro dopo una contro-prestazione del genere, con l’obiettivo di trovare delle soluzioni per rimediare».
A Sion il tecnico bianconero ritroverà Kecskes e Bottani (reduci da squalifica) e Maric che in settimana si è allenato regolarmente. Si sta riprendendo pure Custodio, mentre Guerrero è ancora costretto ai box. Sta peggio Fabio Grosso, costretto a rinunciare per squalifica a Bamert, Grgic e Karlen e per infortunio a Araz, Doldur, Hoarau, Kabashi, Lacroix e Zock.
Un'ultima statistica? Al Tourbillon il Lugano è imbattuto da sette partite: quattro vittorie e tre pareggi...