Calcio

Il gruppo è la vera ‘bolla’ del Lugano

Mattia Croci-Torti ci svela i segreti dei bianconeri, ancora imbattuti ma costretti ad allenarsi in parziale quarantena prima di affrontare lo Zurigo domenica

10 dicembre 2020
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Fermare questo Lugano è quasi impossibile. Non ci sono riusciti gli avversari nelle ultime 17 partite (nelle quali, a cavallo delle due stagioni e contando anche la Coppa, i ticinesi hanno ottenuto 8 successi e 9 pareggi) e non ce l’ha per ora fatta nemmeno il coronavirus, che ha sì costretto a rimanere a casa in isolamento fino a martedì 15 dicembre quattro giocatori bianconeri positivi (Gerndt, Daprelà, Covilo e Macek), ma il resto della squadra si sta comunque allenando in “bolla” fino a sabato, per poi affrontare domenica a Cornaredo lo Zurigo.

«Sarebbe stato molto peggio fermarci del tutto – afferma l’assistente allenatore del Lugano, Mattia Croci-Torti –. In bolla bisogna prestare ancora più attenzione ad avere il minor numero possibile di contatti e di conseguenza ci dobbiamo concentrare su lavori individuali o in piccoli gruppi senza appunto contrasti. Ad esempio creiamo dei possessi palla nei quali lavoriamo in particolare sulle linee di passaggio e sui movimenti, mentre ad esempio anche solo la partitella, non la possiamo fare. Vogliamo però vedere il bicchiere mezzo pieno e pensare che è già bello che ci possiamo allenare, che i giocatori negativi possono recarsi al campo e non devono rimanere chiusi in casa. Altre squadre non hanno avuto la stessa fortuna, penso ad esempio da ultimo al San Gallo (uscita domenica da una quarantena “totale” di nove giorni, mercoledì la squadra di Peter Zeidler ha superato 2-1 proprio lo Zurigo, ndr) o a quanto capitato allo Zurigo nella passata stagione, che dopo la quarantena di squadra (prima della quale era reduce da 4 risultati utili in 5 partite, ndr) non ha più vinto una partita. Se poi questa condizione porta noi dello staff a doverci inventare nuove strategie di allenamento, non è certo un problema, anzi fa parte del nostro lavoro».

Una fortuna quella di potersi allenare che i bianconeri si sono però anche meritati, mettendo in pratica alla lettera il protocollo di protezione… «È vero, purtroppo come si è visto il rischio zero non esiste, anche perché i giocatori in primis sono persone e come tutti hanno famiglia, vanno a fare la spesa, ecc; ma noi abbiamo fatto tutto il possibile per minimizzare le possibilità di contagio e il medico cantonale con la sua decisione lo ha confermato. Fortunatamente a Cornaredo abbiamo la possibilità di poterci cambiare in più spogliatoi, ma devo anche dire che grande merito va anche ai ragazzi, nei quali ho visto un cambio di mentalità rispetto alla scorsa stagione. Se durante la scorsa estate infatti era stato un po’ più difficile farli abituare alle misure e in particolare all’utilizzo della mascherina, ora non è più così, tutti si sono resi conto dell’importanza di proteggersi e di proteggere gli altri e anche nelle lunghe trasferte come a Ginevra o Losanna, nelle quali può risultare un po’ fastidioso, tutti hanno sempre indossato la mascherina».

La forza del gruppo e quelle radici profonde

Per la partita di domenica contro lo Zurigo oltre ai quattro giocatori isolati (Gerndt sarebbe stato comunque squalificato in quanto arrivato a quattro cartellini gialli), Croci-Torti e Maurizio Jacobacci dovranno fare a meno probabilmente anche degli infortunati Sabbatini e Oss… «Evidentemente quelle in cui ci troviamo non sono le condizioni ideali per preparare e affrontare una partita, in una situazione del genere cambiano un po’ le dinamiche, però è proprio nei momenti di difficoltà come questi che deve emergere la forza del gruppo e del carattere del collettivo, che questo Lugano ha già dimostrato di avere. Mancando diversi elementi importanti, toccherà a giocatori che finora hanno avuto meno spazio dare qualcosa in più. Si è parlato tanto dell’unione e della solidarietà di questa squadra e in questo senso la partita di domenica rappresenta un bel banco di prova. E sono sicuro che questo gruppo ha davvero le qualità per superarlo a pieni voti».

Qualità quelle elencate dall’ex giocatore degli stessi bianconeri e in particolare del Chiasso, che effettivamente sembrano emergere chiaramente nella squadra sottocenerina e che permettono al pur valido gruppo a disposizione del tecnico bernese di andare forse anche oltre ai propri mezzi tecnici. Una forza del gruppo che, a maggior ragione in un periodo come questo di distanza sociale e interazioni limitate, ha radici profonde... «Siamo riusciti a dare continuità a un lavoro iniziato già lo scorso anno innanzitutto cambiando pochissimo a livello di rosa. Rispetto al passato campionato non ci sono stati ribaltoni, è andato via solo chi voleva partire a tutti i costi e così abbiamo potuto continuare a lavorare con gli stessi giocatori, che si conoscevano già tra loro così come avevano già ben chiara la filosofia dell’allenatore. Quest’ultimo poi è molto bravo a far sentire tutti coinvolti nel progetto, anche chi gioca meno ha il giusto atteggiamento e la voglia di scendere in campo per aiutare la squadra prima ancora che per sé stesso. Tanto che effettivamente non c’è un giocatore che spicca particolarmente, non c’è un fenomeno in grado di fare la differenza da solo, ma una rosa molto affiatata all’interno della quale ognuno ha il proprio posto e sa cosa deve fare. Per cui è normale parlare di forza del gruppo».

Un passo alla volta, anche se l’appetito...

Partito come sempre puntando a una salvezza tranquilla, il Lugano dopo aver giocato 8 partite si ritrova ancora imbattuto in questa stagione e secondo in Super League a 4 punti dal leader Young Boys (che ha però disputato una gara in più) e con 10 lunghezze di vantaggio sul Vaduz ultimo (pure lui con 9 match)... «Ma non ci siamo montati la testa. Il mister è sempre stato coerente e leale verso il gruppo e nel suo modo di gestire la squadra, anche verso l’esterno. Non ricordo discorsi incoerenti o fuori dalle righe, ha sempre portato avanti la politica del passo per passo e anche ora che stiamo andando molto bene, nessuno fa voli pindarici. Anzi, questo è un gruppo molto umile e consapevole di non essere stato costruito per vincere tutte le partite, di conseguenza in questo senso non ha nessuna pressione. Piuttosto questo bel momento ha confermato che abbiamo delle qualità e che siamo una bella squadra in grado di giocarsela con chiunque, per cui anche quando questa striscia positiva si interromperà e magari arriveranno momenti più difficili, saremo pronti. In fondo siamo partiti per fare un buon campionato ma con l’obiettivo primario della salvezza e questo non è cambiato. Poi, mia mamma diceva sempre che l’appetito vien mangiando e quando assapori certe sensazioni, lo vorresti fare tutte le domeniche ed è normale che proveremo a rimanere in alto il più a lungo possibile».