Se ne va uno degli allenatori più competenti della scena elvetica. Il ricordo di Giovanni Bruschetti: ‘Un uomo... pane e basket’
Dopo una malattia di breve durata, si è spento oggi, giovedì, all'età di 72 anni, Renato Carettoni.
Il ‘Vecchio’, come era noto da tutti nel mondo del basket, è stato sicuramente uno degli allenatori più competenti della ribalta elvetica ed era conosciuto ovunque, soprattutto nella vicina Penisola, dove aveva contatti con i più celebri allenatori da Scariolo a Messina ad altri. Per anni era pure stato un frequentatore assiduo delle finali dei playoff della Nba e non solo. La sua conoscenza del basket non aveva confini: sapeva districarsi in ogni ambito, acquisendo un bagaglio tecnico unico, diventando un referente per molti addetti ai lavori. È stato per vari anni opinionista per i nostri giornali e commentatore tecnico alla televisione con i compianti Cremonesi e Mazzola. Anche con la Nazionale svizzera ha avuto i suoi successi in qualità di allenatore ed è stato a capo del settore tecnico dell’associazione ticinese di Pallacanestro per lunghi anni dando impulsi importanti a tutto il movimento cantonale.
Il suo impegno nel basket è stato di grande spessore, dai settori giovanili alle squadre di club alla Nazionale, vincendo non pochi titoli soprattutto con le giovanili del Massagno. E a Massagno Carettoni è stato per oltre vent’anni ‘Il basket’. Dapprima come giocatore senza livelli di eccellenza, per diventare poi allenatore sotto le ali di Brunello Arnaboldi e poi capo di tutto quanto si muoveva con la palla a spicchi. Giovanni Bruschetti così lo ricorda: «Renato è stato il punto di forza della Sam per quasi due decenni. Entrava in palestra alle 16.30, dopo il suo lavoro di maestro delle Elementari, e usciva alle 22.30: pane e basket, si potrebbe dire, un uomo che ha saputo dare un’impronta indelebile al movimento cestistico del Comune, portando la squadra sino alla Serie A. È stato un fattore sociale importante per Massagno perché coinvolgeva tutti i giovani, in pratica togliendoli dalla strada, e a volte che strada!, per portarli in palestra. E lì, con grande personalità, ci ha fatto crescere anche come uomini per i valori sportivi e non che ci inculcava: a lui devo molto e come me molti dei compagni di allora e delle generazioni venute dopo».
Renato non aveva un carattere facile, sapeva essere lapidario in molti frangenti e non le mandava a dire, fattori questi che gli avevano creato anche dissidi, ma gli si perdonava tutto perché era il suo modo scorbutico di essere personaggio. Ma in palestra era un ottimo allenatore, e le sue squadre hanno sempre praticato un buon basket pur non disponendo mai di squadre al top.
Ti sia lieve la terra e buon viaggio Vecchio.