Il tecnico dei ticinesi si aspetta una reazione dalla sua squadra domani a San Gallo dopo il ko (il primo da oltre 5 mesi) incassato domenica con lo Zurigo
«Mi auguro che la squadra mi dimostri di non aver dimenticato gli attributi che ci hanno portato dove siamo».
Un messaggio chiaro e diretto, quello rivolto da Maurizio Jacobacci al suo Lugano, che domani torna in campo a San Gallo dopo il ko subito domenica a Cornaredo per mano dello Zurigo (1-0), il primo da oltre cinque mesi e che ha interrotto l’incredibile striscia di 17 risultati utili consecutivi dei bianconeri. Una sconfitta nella quale secondo il tecnico bernese ai suoi ragazzi è mancato qualcosa a livello di atteggiamento e che il 57enne spera di rivedere nella sfida d’alta classifica – i sangallesi, terzi, precedono i ticinesi di 2 punti, ma hanno disputato una partita in più –, anche per non veder sfumare un altro “record”: da quando a fine ottobre 2019 Jacobacci ha preso il posto dell’esonerato Fabio Celestini, il Lugano non ha mai perso due partite di fila… «Potrebbe accadere, non è quello che vogliamo, ma non giochiamo per stabilire dei record. Per me è importante che portiamo in campo le qualità che ci appartengono, ossia una mentalità e un carattere da squadra operaia, nella quale tutti siano pronti a fare quel metro in più per recuperare o per aiutare un compagno in difficoltà, senza avere l’impressione che non possa succederci niente. Siamo una squadra che deve sempre giocare con la massima solidarietà e attenzione e questo forse è un po’ mancato domenica, altrimenti il gol il gol dell’1-0 non l’avremmo preso. Dobbiamo essere concentrati dal primo all’ultimo secondo delle partite e credere nelle nostre possibilità. Anche a San Gallo avremo le nostre chance, ma solo se giocheremo da Lugano, quello che si è visto nell’ultimo anno e che ha sempre messo in campo questi attributi per me fondamentali, guadagnandosi il rispetto delle altre squadre. E non parlo di qualità tecniche o tattiche, quelle le abbiamo, i ragazzi sanno giocare a calcio. No, ci vuole qualcosa in più per ottenere risultati importanti ed è solo grazie a questo atteggiamento se siamo dove siamo, ma c’è voluto un gran lavoro per farlo assimilare da tutto il gruppo e non possiamo permetterci di buttarlo via. Ma so di avere a che fare con dei ragazzi intelligenti e sono convinto che domani risponderanno presente, portando in campo quanto chiedo».
Al Kybunpark Jacobacci dovrebbe poter tornare a contare su Alexander Gerndt, uscito dalla quarantena sabato (a differenza di Daprelà, Covilo e Macek, tornati in gruppo solo oggi) e mancato terribilmente domenica in un attacco bianconero formato da Odgaard e Lungoyi apparso troppo “leggero” e inesperto. «Dovremo valutare attentamente le condizioni di ognuno ma difficilmente i ragazzi usciti da dieci giorni di confinamento in casa potranno essere a disposizione – da notare come la compagine di Peter Zeidler è recentemente stata a sua volta sottoposta a una quarantena, durante la quale però nessuno ha potuto allenarsi, cosa che non gli ha impedito di battere 2-1 lo stesso Zurigo, prima di superare 1-0 anche il Losanna nello scorso weekend –. Per quel che riguarda Sabbatini (al rientro da infortunio, ndr), lui si sente piuttosto bene, ma decideremo all’ultimo se portarlo in panchina per eventualmente inserirlo a partita in corso».
Si gioca invece un posto da titolare l’attaccante uruguaiano Joaquín Ardaiz, il quale nei 18 minuti disputati con lo Zurigo ha lasciato una discreta impressione… «Domenica è subentrato quando abbiamo cambiato sistema e la squadra ha capito che doveva attaccare e creare di più. Lui è entrato bene e si è anche procurato due occasioni da gol. Ora mi chiedo: è opportuno buttare nella mischia un ragazzo che finora ha giocato poco (altre tre presenze in questa stagione, una sola da titolare, ndr) proprio in una partita del genere? Dovremo valutare bene, anche perché quello che vogliamo è metterlo nelle condizioni ideali per fare bene, non certo rischiare di bruciarlo».
Di certo, rispetto a quella di domenica, Jacobacci si aspetta «una partita diversa. Affrontiamo un avversario che aggredisce alto, che butta lunghi palloni in avanti e poi cerca di recuperare subito il possesso. Dovremo essere bravi quando abbiamo palla a trovare le trame giuste e i giocatori liberi per non perdere subito il controllo. E avere davanti elementi che sappiano farsi valere tra le linee e trovare spazi. Loro ce ne lasceranno, starà a noi approfittarne».