Domenica contro lo Young Boys il Losanna disputa la prima partita della storia nel nuomo impianto della città concepito ‘all'inglese’
Una festa a metà. Anzi, di festa nemmeno si può parlare per l’esordio del Losanna nel nuovo “Stade de la Tuilière” domenica contro lo Young Boys che andrà in scena a porte chiuse, con i cancelli del nuovo impianto dei vodesi tristemente chiusi. Un debutto molto discreto, come del resto non particolarmente brillante fu il commiato dalla vecchia Pontaise contro il Lugano tre settimane fa (1-0 per i bianconeri, a segno con Maric su rigore). Il pubblico, insomma, dovrà ancora pazientare prima di fare ingresso nello stadio e vivere emozioni simile a quelle regalate in 66 anni di vita dalla mitica Pontaise.
La Pontaise aveva 66 anni, più della metà della storia del Lausanne-Sport risalente al 1896. «Per il club - ha sottolineato Vincent Steinmann, direttore marketing dei vodesi - questo trasloco cambia tutto. La Pontaise ha vissuto vent’anni di troppo ed era diventata inadeguata». A maggior ragione dopo la svolta societaria con l’avvento del potente gruppo Ineos nel 2017. Un ingresso coinciso più o meno con l’avvio del cantiere di un progetto pianificato da molti anni inserito nella politica di sviluppo della città denominato “Metamorfosi”.
Per lo stadio la città ha investito 80 milioni di franchi, il Cantone ha contribuito con 5 milioni che il Gran Consiglio deve però ratificare. Anche Ineos ha investito, ma non si sa quanto. Il ritardo di qualche mese dovuto al coronavirus non ha mutato granché gli scenari: la “prima” alla Tuilière avverrà senza pubblico e sarà tutto fuorché un’inaugurazione che «avrà luogo quando sarà possibile riempire lo stadio con la gente, per trascorrervi un bel momento di festa», precisa Steinmann.
Il nuovo impianto testimonia la crescita di un club che intende stabilirsi a lungo in Super League dopo aver sofferto un paio di stagioni in Challenge. Concepito all’inglese, lo “Stade de la Tuilière”ospiterà 12’000 posti a sedere (12’544 in modalità campionato con il settore dei posti in piedi) e avrà naturalmente anche finalità commerciali, non solo sportive.
La Città di Losanna resta proprietaria dell’impianto, la cui gestione è però dell’Ineos. «Lo stadio - si è rallegrato Patrice Iseli, capo del servizio sport della città - è magnifico. Siamo andati oltre le aspettative. Ineos ha apportato diverse migliorie apportando alcune modifiche al progetto di base». Il gruppo petrolchimico con sede a Rolle ha un mandato di gestione e di sfruttamento di quindici anni, un partenariato che era già stato siglato con la vecchia proprietà del Losanna facente riferimento ad Alain Joseph.
Ineos ha dipinto lo stadio con i colori del Losanna: un logo gigantesco visibile dall’esterno, seggiolini blu e bianchi. Sarà l’impianto del Lausanne-Sport più che di Losanna intesa come città, la quale può però farne uso in determinate occasioni, come per la Festa federale di ginnastica in agenda nel 2025 e prevista proprio nel capoluogo vodese).
Il club conta sul nuovo impianto per fare lievitare gli incassi. «Contiamo di poter generare dieci volte tanto gli utili che facevamo alla Pontaise - puntualizza Steinmann -, soprattutto grazie alla vendita dei biglietti e l’hospitality, più in generale grazie all’attrattività che un nuovo impianto ha agli occhi di investitori e sponsor. Se qualcuno desidera organizzare un concerto o un’assemblea, deve passare dal club. Il campo delle opzioni è vasto». Grazie alla presenza di un pub e di un ristorante all’interno dell’impianto, la presenza degli spettatori diventa determinante, per il direttore marketing. Quale sarà l’affluenza, sarà possibile verificarlo solo in futuro.