CALCIO

Ogni viaggio inizia con il primo passo

Il Chiasso ha mosso, se pur di poco, la classifica e Andera Maccoppi guarda avanti: 'Dobbiamo eliminare le ingenuità in entrambe le aree di rigore'

4 novembre 2020
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Dopo un inizio di stagione trascorso al palo, a guardare gli avversari accumulare punti (chi più, chi meno), finalmente anche il Chiasso si è mosso. Un piccolo passo, quello di sabato scorso contro il Wil, ma che, come vuole la saggezza popolare, rappresenta il punto di partenza per ogni lungo viaggio. Anche perché, a guardarla bene, la classifica della compagine di Baldo Raineri sembra meno brutta di quanto la si dipinga. E ne conviene pure Andrea Maccoppi, uno dei pochi "senatori" rossoblù, al pari di Affolter, Andrist e Morganella, in una squadra dall'età media molto bassa... «Per molti versi la graduatoria può essere fuorviante. È vero che siamo fermi a un solo punto, mentre davanti a noi Wil e Kriens hanno già raggiunto quota 9, rispettivamente 10. Ma è altresì vero che rispetto a sangallesi e lucernesi abbiamo disputato due partite in meno, per cui, in modo del tutto teorico, potremmo essere a due o tre punti di distanza». A patto, però, di togliere lo zero anche dalla casella delle partite vinte... «Prima del mio arrivo, da quanto avevo avuto modo di vedere e da quanto mi è poi stato raccontato, la squadra aveva disputato delle buone prestazioni, ad esempio contro Grasshopper e Aarau, mentre in altre circostanze era stata punita da ingenuità che avevano girato le partite a favore di Sciaffusa e Stade Losanna. Alla luce di quanto offerto, pure contro Thun e Wil, ritengo che qualche punticino in più che lo saremmo meritato».

Ingenuità da eliminare

Alla luce di queste considerazioni, il gruppo rimane positivo... «A livello di prestazioni non abbiamo risentito dei cattivi risultati. Forse, però, lo spogliatoio si porta sulle spalle una certa negatività scaturita dai risultati della scorsa stagione. Bisogna fare in modo che questa negatività non venga accentuata dalla partenza falsa in questo campionato. L'obiettivo è di migliorare il livello delle nostre prestazioni, in modo da arrivare a ottenere quei risultati positivi che soli ci daranno ossigeno e maggiore sicurezza per andare alla ricerca della salvezza».

Il 33.enne centrocampista non fatica a individuare quello che sembra essere il primo problema da risolvere in casa rossoblù... «Dobbiamo limare quelle ingenuità che tanto caro ci sono costate. In tutte e due le aree di rigore. Perché è vero che a livello di gioco non abbiamo quasi mai sfigurato, è altrettanto innegabile che se non segnamo davanti e dietro incassiamo reti da polli, non andremo da nessuna parte».

‘Il protocollo edlla Lega non funziona’

Sabato pomeriggio il Chiasso sarà impegnato al Kleinfeld di Kriens, in un confronto assolutamente da non perdere (anzi, da vincere) e rispetto ai lucernesi ha avuto qualche giorno in più di riposo, alla luce del rinvio dell'impegno infrasettimanale con lo Xamax. Il fattore Covid sta pesantemente incidendo anche sul campionato di Challenge League... «Non è facile doversi adattare a tutti questi mutamenti dell'ultima ora. Lunedì stavamo concludendo l'allenamento con una preparazione tattica alla partita quando è giunta la notizia del rinvio della partita. Sono situazioni che dobbiamo imparare a gestire, anche perché la Lega continuerà a metterci di fronte a situazioni simili. Trovo la gestione della Sfl carente, il protocollo mi sembra non funzionare. Non sono certo un esperto scientifico, ma se guardo ad altri campionati europei mi accorgo che da noi le cose potrebbero funzionare meglio. In primavera vivevo la pandemia legata al calcio con maggiore preoccupazione, adesso si potrebbe dire che ci ho fatto il callo, per quanto continui a non capire come mai non si riesca a migliorare il protocollo. Capisco che le società svizzere non possano permettersi di sottoporre i loro giocatori a continui test, anche perché i tamponi hanno costi molto importanti che vanno a gravare su una realtà finanziaria già precaria e ulteriormente aggravata dall'imposizione di dover giocare a porte praticamente chiuse. Non capisco, per contro, chi sta ai vertici del calcio e che in questo momento, per conto mio, non sta gestendo al meglio la crisi e non riesce a garantire lo svolgimento di un campionato il più corretto e il più coerente possibile».

Tornando al calcio giocato, la rosa del Chiasso è attualmente formata da 36 giocatori. Decisamente troppi per poter sperare di accontentare tutti e per avere la necessaria intensità nel corso degli allenamenti... «È un capitolo la cui gestione spetta allo staff. E devo dire che sta facendo di tutto per perperare al meglio le partite e per dare a ogni giocatore un tempo adeguato di intensità calcistica. Capisco che per qualche mio compagno il momento può essere difficile, ma io Mister e i suoi collaboratori stanno svolgendo un ottimo lavoro nel far ruotare tutti nel corso degli allenamenti. Nonostante ciò, capisco che non è evidente riuscire a garantire sempre la necessaria intensità nel corso degli allenamenti. La rosa è ampia e anche per me si tratta di un'esperienza nuova».