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Il Chiasso e il suo Baldo giovane pronti per la nuova stagione

I rossoblù del tecnico 58enne, alla terza esperienza sulla panchina momò, domenica ospitano lo Zurigo nei sedicesimi di finale di Coppa Svizzera

12 settembre 2020
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L'entusiasmo nella voce è quello dei giorni migliori. E la scintilla che ha negli occhi mentre dirige gli allenamenti lo conferma: Baldo Raineri, il mestiere dell'allenatore c'è l'ha nel sangue. Per questo negli ultimi due anni, ossia da quando aveva chiuso la sua seconda parentesi sulla panchina del Chiasso, ha sofferto parecchio, attendendo a lungo invano un'opportunità. Fino alla chiamata di una voce amica, l'unica forse che si è rivelata tale all'interno del mondo del calcio, che sa essere tanto esaltante quanto avvilente e cinico. La voce era quella del direttore generale del Chiasso Nicola Bignotti, che gli ha affidato la panchina liberatasi improvvisamente per la "barzelletta" della guida tecnica rossoblù – l'allenatore Giovanni Zicchella se n'è andato dopo aver capito che avrebbe fatto semplicemente da prestanome al direttore sportivo Ezequiel Carboni, che ha sua volta ha lasciato il giorno seguente –. E lo ha reso nuovamente felice.

«Sì, effettivamente sono felice, ma come sempre quando alleno – ci racconta il 58enne natio di Castelvetrano che in Ticino ha diretto anche Biaschesi, Bodio, Bellinzona e Mendrisio, oltre a un'esperienza in Albania prima delle due parentesi a Chiasso nelle stagioni 2016/2017 e 2017/2018 –. Ammetto che non ho passato un periodo semplice, due anni sono lunghi e non è bello sentirsi abbandonato da un ambiente al quale hai dato tanto, ma nonostante tutto ho tenuto duro cercando di rimanere aggiornato e aspettando un'occasione, una mano tesa. E non è un caso che sia arrivata da Chiasso e da un ambiente che mi conosce e che io conosco. E che ringrazio per essersi ricordato di me».

Baldo Raineri ha finalmente l'opportunità di guardare avanti e lo fa con l'entusiasmo di chi, dopo averne passate tante, torna a fare ciò che più ama... «Effettivamente ho già un bel po' di esperienza alle spalle – e ci tengo a dire che non rinnego niente di quello che ho fatto, anzi sono orgoglioso del mio percorso –, ma non nascondo che mi sento un giovanotto, pieno di entusiasmo e sono carico, perché questo tipo di sfide mi piacciono un sacco. In questi due anni mi è mancato tutto ciò che ruota attorno al mestiere di allenatore, dal lavoro sul campo con i ragazzi a quello fuori con la dirigenza. E in questo senso devo dire che la società in questi anni è cresciuta molto, ogni volta che rimetto piedo al Riva IV trovo una struttura societaria sempre più professionale e questo, oltre a non essere scontato in Challenge League, è molto importante in quanto mi permette di concentrarmi unicamente sull'aspetto tecnico-tattico, ossia sul lavoro con la squadra».

Un rosa ancora incompleta 'ma già di qualità'

Lavoro che di certo non manca visto che c'è da far dimenticare un'ultima stagione a dir poco disastrosa (ultimo posto nella lega cadetta) nella quale la retrocessione è stata evitata solo "grazie" al Covid che ha cancellato tutti i campionati sottostanti. Senza contare che in queste settimane quella momò è stata – e lo è ancora visto che il calciomercato in Svizzera rimarrà aperto fino al 12 ottobre – una delle compagini più attive nella compravendita di giocatori, con almeno 16 nuovi tesseramenti (alcuni elementi però verranno girati alle varie selezioni del Team Ticino) e 12 partenze... «L'obiettivo è sempre fare meglio dell'anno precedente e in questo caso tutto è molto chiaro, dobbiamo salvarci. E sono convinto che questo gruppo ne abbia le capacità. Ho trovato ragazzi motivati e molto interessanti, che però non voglio definire giovani (l'età media della rosa attuale rossoblù è di circa 22 anni, ndr), in quanto sarebbe come dar loro un alibi. Sono elementi che hanno già avuto esperienze diverse e che arrivano a Chiasso con l'ambizione di far decollare la loro carriera, per cui se davvero pensano di poter fare i calciatori professionisti è il momento di dimostrarlo e la "scusa" di essere giovani non può esistere».

Quanto al mercato e ai suoi desideri su eventuali nuovi giocatori, il mister non si sbottona... «Nessuna squadra oggi può dirsi completa, siamo dei cantieri aperti e sarà così fino alla chiusura della finestra di calciomercato. Il direttore (Bignotti, ndr) è sempre al lavoro e, a differenza di quello che qualcuno potrebbe pensare, non sono pochi i giocatori che si propongono per venire a Chiasso, così come abbiamo nel mirino alcuni elementi per aggiungere qualità al gruppo. Ma come detto già così questa squadra ha un ottimo potenziale, sono molto soddisfatto e lavoriamo con questi giocatori per farci trovare pronti per l'inizio della stagione».

Coppa antipasto goloso, campionato la vera missione

Stagione che per Bahloul e compagni si aprirà con una sorta di antipasto goloso domenica, quando al Riva IV arriverà lo Zurigo (calcio d'inizio alle 16) per i sedicesimi di finale di Coppa Svizzera... «Siamo felici di poter giocare una competizione affascinante come la Coppa contro un avversario prestigioso come lo Zurigo e la speranza è quella di potercela giocare fino in fondo, ma se devo essere sincero il risultato mi interessa poco. A prescindere dal passaggio del turno, una buona prestazione darebbe grande fiducia al gruppo in vista del vero inizio della nostra stagione, la prima giornata di campionato. Il match con lo Sciaffusa, con il Grasshopper, con l'Aarau e via dicendo, sono quelle le partire fondamentali per noi».

A proposito del match d'esordio nella Challenge League 2020/2021 in programma sabato 19 settembre (e non domenica come inizialmente previsto) in casa della squadra allenata da Murat Yakin, nei renani – che tra l'altro domani sera per la Coppa ospiteranno il Lugano – sono risultati positivi al coronavirus tre giocatori e due membri dello staff... «C'è poco da fare, è una situazione con la quale dobbiamo convivere. Per quel che ci riguarda fortunatamente i tamponi sono stati tutti negativi, inoltre la società si è organizzata molto bene e facciamo tutto il possibile per proteggerci. Per il resto come detto dobbiamo farcene una ragione, perché non possiamo andare in campo con la paura del virus, abbiamo altro a cui pensare».

Già, una salvezza da conquistare, che per il Chiasso fa comunque rima con sopravvivenza.