Nicola Bignotti, 'dg' di una società rossoblù in piena crisi, al termine di un confronto con staff e giocatori ha confermato Baldo Raineri sulla panchina
Tempo di confronti al Riva IV e non poteva essere altrimenti vista la situazione sempre più critica, con un Chiasso che dopo una parentesi di tre risultati utili consecutivi che aveva lasciato intravedere un barlume di speranza dopo un inizio di campionato disastroso (5 sconfitte consecutive) è tornato ad assaporare l’amaro gusto della sconfitta delle ultime tre partite, nelle quali Maccoppi e compagni hanno incassando 7 reti senza segnarne. Con buona pace di una classifica di Challenge League che vede i rossoblù ultimi (anche per quel che riguarda gol segnati e subiti) a 5 lunghezze dal Neuchâtel Xamax, 7 dal Kriens (che ha però giocato una partita in più) e 8 dal Wil, a cui i ragazzi di Baldo Raineri faranno visita venerdì.
Troppo per non intervenire e così il direttore generale dei momò Nicola Bignotti dopo le dure parole seguite al ko di martedì con l’Aarau (“bisogna capire se siamo una squadra o solo un'accozzaglia di gente che va in giro a fare le partite”), questa mattina si è ritrovato faccia a faccia con staff e squadra.
«Era importante e necessario confrontarci in un momento delicato come quello che stiamo attraversando – ci spiega Bignotti –. Più che per far passare un messaggio, per guardarci negli occhi e trovare assieme delle soluzioni per invertire la rotta. Abbiamo parlato, ognuno ha potuto dire quello che pensava e sono usciti diversi punti di vista, per cui più che confronto parlerei di un momento interessante di analisi, uno scambio tra dirigenza, staff e squadra. Quello che ci siamo detti nel dettaglio rimane all’interno del gruppo, ma quel che è certo è che ora dalle parole bisogna passare ai fatti».
Ossia? «Bisogna portare in campo grande concretezza, una fame e una voglia di portare a casa il risultato che vadano oltre a quello che ci abbiamo messo finora. Non ho mai dubitato dell’impegno e dell’applicazione dei giocatori, ma evidentemente non bastano, dobbiamo riuscire tutti a fare uno sforzo ulteriore, anche se questo significa andare oltre ai propri limiti e possibilità. Le prestazioni sono importanti ma non possono essere fini a loro stesse, perché senza il risultato nel medio-lungo periodo non servono a niente. Puoi concederti due o tre partite nelle quali offri grandi prestazioni senza riuscire a conquistare punti, ma a lungo andare servono i risultati perché alla fine c’è anche una classifica da guardare».
Una graduatoria che come detto piange e che secondo il dirigente italiano non rispecchia il reale valore della squadra a disposizione del tecnico Baldo Raineri… «Questa è la convinzione di tanti, anche se va detto che fare considerazioni da fuori è sempre facile. Io ho avuto la fortuna di lavorare con un grandissimo allenatore e uomo, Emiliano Mondonico, che diceva sempre che il lunedì, dopo le partite, erano tutti grandi giocatori, allenatori e dirigenti. Quello di cui sono convinto è come detto che questo gruppo possa dare di più di quanto fatto finora. Poi al momento dovuto tireremo le somme e faremo le nostre valutazioni anche sul livello dei singoli».
Valutazioni che inevitabilmente toccano anche l’allenatore… «Nessuno può predire il futuro, ma a oggi siamo convinti di andare avanti con questo gruppo, allenatore compreso. In questo momento abbiamo bisogno di unità, perché le partite non si vincono in uno, due o tre persone, ma tutti assieme come gruppo. Dalla società ai giocatori, passando per lo staff tecnico e i collaboratori. Tutti, ripeto tutti dobbiamo dare qualcosa in più».
Un discorso chiaro, come chiara è la volontà di non cercare scuse nella difficile situazione sanitaria (per il Chiasso una quarantena di squadra e tante partite rinviate) che potrebbe influire maggiormente su un gruppo con relativamente poca esperienza come quello rossoblù... «Credo che i verdetti a fine stagione rispecchieranno abbastanza fedelmente i valori sportivi reali e non a caso il Grasshopper, che tutti davano per favorito, è primo nonostante il Covid. Così come se noi siamo ultimi, significa che in questo momento ce lo meritiamo. Tutto il resto non ci deve interessare, né le quarantene, né il fatto che in Promotion League è tutto fermo. Diamo per scontato che la stagione finirà anche nella lega inferiore e che l’ultima della Challenge retrocederà, per cui dobbiamo fare di tutto per non essere noi. Ma per avere una chance dobbiamo trovare al più presto la quadratura del cerchio e una certa continuità di risultati».