Una volta risolta la vertenza Bellinzona - Team Ticino, la carica passerà a Enrico Giani. Alle eventuali, nuove scintille tra Lugano e Acb, con i rappresentanti granata che lasciano la sala
È durata quasi due ore e mezza la prima seduta del nuovo comitato del Team Ticino e alla fine il nome del presidente è scaturito. Per lo meno, di un presidente a interim. La carica, infatti, è stata assunta da Angelo Renzetti, in attesa della soluzione della diatriba che oppone l'Ac Bellinzona al Team Ticino e che nel mese di ottobre porterà le due società davanti al pretore per una conciliazione. Trovata la quale, la poltrona di presidente passerà a Enrico Giani, il quale non desidera assumere immediatamente la carica in quanto presidente della camera civile dei reclami, davanti alla quale il caso Acb-Team Ticino potrebbe finire... «La riunione è stata assolutamente costruttiva – ha confermato all'uscita il neo presidente Renzetti –. Adesso si tratta di lavorare anche in funzione dell'acqusizione di nuovi sponsor e penso che in questo senso una mano la posso garantire. Il mio desiderio è che questo comitato possa lavorare in maniera costruttiva, in modo da poter cedere a Giani un meccanismo perfettamente oliato, in grado di funzionare come un orologio».
Anche la serata di ieri, però, al di là dell'elezione del presidente e dei buoni intenti espressi da tutti i membri di comitato, ha avuto le sue scintille. Alle eventuali, il Lugano ha infatti portato una proposta che ha fatto saltare la mosca al naso ai delegati dell'Ac Bellinzona. Ancora Renzetti... «Avremmo voluto mettere ai voti la revoca del mandato a suo tempo concesso dal Team Ticino al Bellinzona per l'incasso della somma versata dall'Uefa all'Asf a favore della formazione, somma proveniente dalle Coppe europee». La proposta, però, non è piaciuta a Flavio Facchin e Marcello Censi, rappresentanti dell'Acb, i quali hanno deciso di abbandonare la sala della riunione... «In primo luogo – commenta Facchin – la soluzione a interim di Renzetti ci va bene, come bene ci va pure l'eventuale presidenza di Giani, il quale, a mio modo di vedere, avrebbe potuto assumere la carica da subito, ma posso comunque comprendere le sue remore. Alla fine, però, abbiamo lasciato la sala perché, come immaginavamo, si è palesata l'arroganza del Lugano che ha portato alle eventuali trattande molto sensibili da mettere ai voti e che, alla luce dell'attuale sistema di voto (maggioranza semplice) sarebbero passate senza nemmeno entrare nel vivo della discussione. Una mancanza di collegialità e rispetto, l'ennesima dimostrazione dell'arroganza, della supponenza e di quello che è il loro piano d'azione, vale a dire azzerare il Team Ticino per darlo in mano a Leonid Novoselksiy».
Insomma, il fuoco sotto la cenere cova ancora... «E per questo siamo in causa. Alla Pretura di Lugano per quanto riguarda la faccenda dei 600'000 franchi, per la quale l'istanza di conciliazione è già avvenuta senza esito. E alla Pretura di Bellinzona per quanto concerne i nuovi statuti del Team Ticino, con l'istanza di conciliazione fissata per i primi di ottobre. E rimane sempre aperta la possibilità di un intervento dell'Asf, perché non credo che questo modo arrogante di gestire la situazione possa star bene alla federazione».