Calcio

Gaston Magnetti: 'Riparto da 100 (e una fascia)'

L'attaccante argentino, cento reti in maglia granata, è il nuovo capitano dell'Ac Bellinzona: ‘Obiettivo promozione, crediamoci!’

Ti-Press/Putzu
3 agosto 2019
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«A mio modo di vedere sarà fondamentale. Vincere in trasferta contro una squadra con la quale, con ogni probabilità, ci ritroveremo a battagliare gomito a gomito per la promozione, non significa soltanto intascare tre punti: significa che siamo pronti. Battere l’Yverdon non vuol dire essersi guadagnati la promozione, ma significa essere all’altezza. Sono sensazioni positive che aiuteranno nelle partite seguenti. Va da sé che in caso di sconfitta il bambino non andrà buttato con l’acqua sporca, perché comunque si tratta soltanto della prima partita. Ciò detto, credo sia importante affrontare l’impegno con spirito vincente».

Gaston Magnetti mette subito pressione su un Bellinzona che oggi inizia da Yverdon la scalata verso la Challenge League. Una pressione inevitabilmente maggiore rispetto a quella della scorsa stagione... «Ovvio, l’obiettivo è assai più ambizioso. Da neopromossi giocavamo per non sfigurare e abbiamo addirittura chiuso al terzo posto. A mio modo di vedere, per uno sportivo la pressione è vitale e se giochi in una piazza come Bellinzona lo devi fare per vincere. Credo fosse importante che questo obiettivo venisse esplicitato prima dell’inizio del campionato, a maggior ragione dopo i movimenti dei quali tutti sanno – e mi riferisco all’aiuto di Pablo Betancur e all’inserimento dei nuovi giocatori –. Il Bellinzona vuole compiere un ulteriore salto di qualità ed è ciò che desideriamo anche noi giocatori, ragion per cui la pressione ci servirà da ulteriore stimolo. Ben sapendo che, nel caso in cui le cose non dovessero girare per il verso giusto, la pressione porterà con sé delle critiche, alle quali dovremo essere capaci di far fronte. Ma penso che sia i nuovi arrivi, sia coloro i quali sono rimasti in maglia granata, di tutto ciò siano perfettamente consci».

L’attaccante argentino, nato 34 anni fa a Mariano Acosta (distretto della Gran Buenos Aires) e affacciatosi al grande calcio con la maglia del Ferro Carril Oeste, parla da leader, ruolo che da quest’anno ricoprirà ufficialmente anche in campo... «Dopo la partenza di Tito Tarchini la fascia di capitano è passata a me. Si tratta di un grandissimo onore. Mi sento molto legato alla società, ai bellinzonesi, ai tifosi. Poter rappresentare Bellinzona con la fascia al braccio mi riempie d’orgoglio». E se Massimo Troisi ripartiva da 3, le uniche tre cose che nella vita gli erano riuscite bene, Magnetti riparte da 100, il numero di gol messi a segno in maglia granata... «È vero, anche questa è una gran bella soddisfazione. Tuttavia, non vorrei soffermarmi troppo su questa statistica. Se mi dicessero “non segni nemmeno una rete, ma il Bellinzona vola in Challenge”, io firmerei seduta stante. A questo punto della carriera, riuscire a centrare la promozione rappresenta il mio unico obiettivo, non potrei chiedere altro. Quest’anno più che mai sono focalizzato sull’aspetto collettivo del mio gioco. Se poi riuscissi a segnare vorrebbe dire che la squadra funziona, ciò che aumenterebbe la possibilità di fare punti e di avvicinarsi alla promozione». Promozione che, va da sé, per la società rappresenta il traguardo da tagliare il prossimo mese di maggio... «Penso sia inutile nascondersi dietro a un dito. È giusto provare sempre a migliorarsi e dopo il campionato disputato lo scorso anno mi pare logico che il Bellinzona si metta in lista per un posto in Challenge League».

Rispetto a 12 mesi fa, i granata possono far tesoro della prima esperienza in Promotion League... «In questo campionato è molto importante – e lo ha dimostrato lo Stade Losanna – mantenere una regolarità di rendimento il più alta possibile. I picchi di buon calcio servono a poco se poi fanno seguito passaggi a vuoto di più settimane. Perché, con tante squadre su livelli equivalenti, tre o quattro punti persi diventano difficili da recuperare. Lo scorso anno siamo stati bravi in tanti aspetti, ma forse abbiamo peccato in continuità, lasciando sul campo qualche punto di troppo che alla fine ci avrebbe permesso di staccare la seconda posizione. Sarebbe davvero peccato arrivare in primavera e ritrovarci a rimpiangere, al momento di tirare le somme, quei punti persi in maniera evitabile e che, chi lo sa, potrebbero aver fatto la differenza».