Domani alle 19.30 i Lugano Tigers ospitano la Spinelli Massagno in una partita con due soli stranieri per squadra e più equilibrata del previsto
Buon Anno a tutti i nostri lettori e agli amanti della palla a spicchi. Il 2024 debutta con il derby, mercoledì all’Elvetico alle 19.30 e ci si augura che abbia il pubblico delle grandi occasioni. Anche se le novità in campo potevano essere due, Marcus Hammond in casa Tigers (vedi articolo di ieri) e Marquis Addison in casa Spinelli, guardia-play già a Ginevra quattro anni fa e proveniente dalla Pro B francese, non ci sarà da annoiarsi, con le due squadre con due soli americani come da anni non si vedeva alle nostre latitudini, il che potrebbe garantire tutto meno che soluzioni scontate.
Dando la precedenza agli ospiti, Robbi Gubitosa è preoccupato: «Da cinque giorni ci alleniamo in sei o sette per le assenze di Marko Mladjan, con due legamenti della caviglia rotti e che spero di recuperare per le final four, poi Thomas Dunans e il lungodegente Kevin Langford, con Steinmann che ha appena ripreso: in queste condizioni non è facile preparare le partite, ma conto sulla voglia dei singoli».
Equilibri maggiori, ma pur sempre una Spinelli da primato? «I derby sappiamo che sono gare particolari, non importano le forze in campo. Anche lo scorso anno abbiamo visto che gare ne sono uscite e quindi non c’è mai una favorita a prescindere. Ci sarà da soffrire e per noi è un’emergenza evidente».
In campo bianconero Valter Montini è almeno positivo sotto un aspetto: «Per la prima volta dopo mesi siamo riusciti a fare qualche allenamento in 10, il che è stato salutare. Hammond si è mostrato un buon elemento, sulla falsariga di Williams, con meno tiro da 3, ma bravo nell’uno contro uno. Vedremo in futuro cosa porterà alla squadra».
Una Sam che, falcidiata dagli infortuni, è più vicina? «Difficile fare pronostici davanti a un derby: si sa che gli infortuni sono uno stimolo in più per tutti e quindi credo che le forze in campo non mutino negli equilibri. Noi dobbiamo fare il meglio di squadra e con la consapevolezza di dover fermare un totem come Clanton che sarà un loro terminale quasi immarcabile. Dovremo avere la collaborazione di tutti per cercare di limitarlo, senza dimenticare la forza dei loro esterni. Dovremo essere bravi nel gestire al meglio ogni pallone e non perderne».
Derby is derby, dicono gli inglesi e oggi è forse più vero che mai.
Anno nuovo e vita cestistica nuova? È un anno, il 2024, che sarà segnato dai cambiamenti ai vertici di Swiss Basketball (Sb). A Giancarlo Sergi succederà Andrea Siviero, eletto già un mese fa e ora al lavoro per capire tutti i segreti e le dinamiche di gestione di una struttura come Sb. Eccoci dunque a ipotizzare come si potranno apportare dei cambiamenti strutturali e non, per dare al nostro basket una dimensione nuova. Non è comunque tempo, è bene sottolinearlo, di fare un bilancio della gestione attuale e quindi soprassediamo a elencarne pregi e difetti. Però, a nostro modo di vedere, ci sono alcuni fattori che dovrebbero essere presi in considerazione.
Innanzitutto, la strutturazione dei calendari. Non è più accettabile che ci sia una terza fase, quella a orologio, che venga strutturata sulla base del campionato precedente: è iniqua per chi c’era e non c’era, è illogica per il campionato che si sta giocando e viene premiato o penalizzato l’anno successivo. Ne è l’esempio la stagione attuale: l’Olympic è al comando al termine del primo turno, ma giocherà secondo la classifica dello scorso anno, col big match a Massagno anziché a Friborgo, l’esatto contrario della stagione scorsa: indecente, sportivamente parlando.
Altra cosa da perseguire, il sorteggio senza teste di serie per la Coppa Svizzera. Il tutto nel nome ipocrita di dare spazio alle leghe inferiori e far conoscere il basket di A nelle lande perdute di Appenzello e simili, con risultati da Barbie e senza costrutto, penalizzando chi nel basket investe migliaia di franchi. La Coppa deve tornare a essere un obiettivo che tutte le migliori possono raggiungere almeno ai quarti e non assistere a lotte fra due di A e due di seconda o prima divisione.
Infine, ci vuole assoluta chiarezza per il 3x3. Ne è l’esempio la situazione che verrà discussa prossimamente con i club di serie A. La Fiba ha stabilito le date per le qualificazioni per Parigi tra il 16 e il 19 maggio. Sb ha due proposte: o si ferma il campionato tra semifinali e finale dei playoff per 15 giorni, con la conseguente serie di finale che terminerà a giugno, oppure “manomettere” il calendario attuale, intensificando le partite infrasettimanali in modo da chiudere la stagione entro il 10 maggio. Due assurdità che dovrebbero compiacere il fatto che ci siano giocatori come Kazadi, Cotture, Dubas e Jurkovitz che partecipano al 3x3. È una questione legata ai club e non certamente a tutto il settore cestistico, visto che il 3x3 è una disciplina che con il 5x5 ha ben poche cose in comune se non il tabellone, il canestro e la palla: il resto è poco più di un esercizio circense: a mio parere, ovviamente. Che i club vengano penalizzati sia con l’una, sia con l’altra scelta è assurdo. Chi vuole fare il 3x3 scelga che strada vuol prendere: non si vede perché le due finaliste debbano essere penalizzate, nel primo caso, con 15 giorni di pausa tra semifinali e finali, oppure costringendo tutti a un tour de force e comprimendo un calendario che provoca già un mare di infortuni con gli incontri ravvicinati. Questo perché le società non sono fatte da professionisti al cento per cento e quindi 3 gare a settimana sono troppe per chi è a mezzo servizio. Ci fosse un sostegno della Federazione in modo più consono, allora se ne potrebbe parlare, ma allo stato attuale spero che i club rispondano picche a queste costrizioni.