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Il delirante, il nostalgico, il fuori contesto e il coinvolgente

Presentati i programmi dei quattro candidati (Fedal, Marangoni, Sefolosha e Siviero) alla successione di Sergi come presidente di Swiss Basketball

Thabo Sefolosha
(Keystone)

Si avvicina la data del 9 dicembre, quando si deciderà, sempre che la cosa abbia successo, della presidenza di Swiss Basketball post Giancarlo Sergi, vale a dire a partire da giugno in poi.

Le candidature arrivate sono quattro, una folcloristica con “letture” di un futuro fatto di diciotto squadre, con zero stranieri da reintrodurre poi in gioco in itinere e altre sciocchezze (eufemismo) sui generis. Un delirio di onnipotenza da Playstation. Salem Fedal preconizza addirittura scarti minimi al termine degli incontri e al massimo dieci punti di scarto durante la gara: ci fermiamo qua perché il delirio va ben oltre.

Il programma di Alexandre Marangoni potrebbe scriverlo chiunque abbia visto un po’ di basket negli ultimi decenni, con proposte all’acqua di rose senza una coerenza strutturale, né contenutistica: tutto è sbagliato, bisogna rifare tutto da capo, riprendendo però, almeno a parole, i centri di formazione, i corsi per allenatori, una nazionale motivante e via andando; aria fritta.

Non molto meglio le proposte di Thabo Sefolosha il quale pensa che essere stato un ottimo giocatore di Nba gli apra le porte del mondo cestistico con un clic. Risorse finanziarie, risorse umane e competenze giuridiche alla base del rinnovamento e poi tutta una serie di agganci all’Nba dimostrando chiaramente di non conoscere la realtà né la territorialità del basket svizzero, con tutte le sfumature che definiscono le varie regioni linguistiche. Modelli presi dal campionato nordamericano che ovviamente distano anni luce dal nostro contesto e promesse elettorali a ogni incontro, da quelli con le associazioni regionali – senza tener conto di realtà lontane le une dalla altre – a quelli con vecchi tromboni del basket che di danni ne han già fatti in passato. Una miscela di idee che ci porterebbe indietro, ne sono persuaso, almeno di un paio di lustri per la confusione che si somma.

Andrea Siviero, il quarto candidato nell’ordine espositivo, ha presentato invece un programma ben strutturato che tiene conto della realtà odierna ma con tutta una serie di cambiamenti che sono realizzabili in tempi anche brevi. Siviero, da ex presidente di lunga data, tredici anni a Neuchâtel, una laurea in economia, un dottorato in scienze economiche e un Master in Gestione aziendale, ha una conoscenza delle dinamiche gestionali a 360°: parla quattro lingue, ha alle spalle tredici anni in Serie A, ha lavorato al Fondo monetario internazionale, al Segretariato per l’economia per la cooperazione e lo sviluppo, al Dipartimento federale delle finanze e alla Banca nazionale. Un percorso di conoscenze nei vari ambiti che nessuno può vantare. Inoltre ha a cuore il basket svizzero, gradatamente vuole riportare entusiasmo e sostenibilità a tutto il movimento, sia maschile, sia femminile, sia giovanile; creare condizioni quadro di sviluppo nei vari settori, con un sostegno ad associazioni e club anche nella promozione dei giovani; migliorare la visibilità e il livello di gioco del basket svizzero, per avere un maggiore accesso alle sponsorizzazioni. Salute, etica, competizione e sviluppo sono le basi dove trasparenza e sostenibilità devono essere messi in primo piano. Vuole una riorganizzazione interna con un rafforzamento della governance, formazione integrata fra base ed élite. Le squadre di lega nazionale vanno sostenute nei loro sforzi per diventare professionistiche (infrastrutture, amministrazione, sostegno finanziario), così come le nazionali. Infine vuole creare un circolo virtuoso per la crescita del basket svizzero, sviluppando, sull’arco di quattro anni, un’economia della pallacanestro. Tutto ciò per attirare i giovani verso lo sport agonistico, offrendo condizioni di lavoro e di remunerazione interessanti, gli sponsor e i media, fornendo infrastrutture di qualità, maggiore visibilità e intrattenimento di qualità.

‘Scelte scaturite dalla situazione attuale’

Chiaramente da una parte ci troviamo di fronte a un delirio, il primo candidato, a un ritorno di un nostalgico ma con prospettive limitate, Marangoni, a un progetto fatto di contenuti che appartengono poco al nostro modo di essere e agire, soprattutto per il contesto poco percepito, mentre Siviero presenta un programma coinvolgente ma che si fonda sull’importanza di avere una struttura gestionale efficace, sulla ricerca di mezzi molto consapevole, e sul coinvolgimento di tutte le parti con una condivisione globale, il tutto con un rigore gestionale che sia il più professionale possibile. «Le mie scelte partono da una lunga analisi della situazione attuale – ci confidava Siviero dopo l’incontro con i delegati di Ticino Basket, la scorsa settimana –, dalle considerazioni personali e non sul declino che c’è stato in certi ambiti in questa gestione, che ho vissuto come presidente di una compagine di serie A, sull’opportunità di dare continuità a certe scelte che sono state positive e, infine, di potermi appoggiare a tutti quanti per avere una condivisione del percorso da intraprendere».

Se mai ci fosse bisogno di capire con quanta chiarezza Siviero abbia inoltrato consapevolmente la sua candidatura, le sue risposte sono molto più di una speranza per il futuro del nostro basket. L’augurio è che chi vorrà votarlo lo faccia non per i soliti biechi tornaconto, per i pastrocchi di parte o per trarne dei vantaggi personali o per il proprio club, ma sappia fare delle scelte che sono funzionali alla ricrescita del nostro basket e si possa pensare che il basket torni a essere uno stimolo importante per i nostri giovani e per gli amanti della palla a spicchi.