Basket

Lugano-Olympic, all’Elvetico arriva un po’ d’Europa

Mentre la Sam stasera va in campo per ricevere lo Swiss Central, i Tigers si preparano a sfidare l’eterno nemico, il club meglio gestito di tutto il Paese

Niente sconti, per Montini e i suoi ragazzi
(Ti-Press/Gianinazzi)

Mentre stasera la Sam è impegnata contro i lucernesi dello Swiss Central, alle 19.30 sul parquet di Nosedo, domani pomeriggio all’Elvetico c’è l’attesa sfida fra i Lugano Tigers e l’Olympic Friborgo. I burgundi, nell’immagine collettiva che risale agli anni Settanta rappresentano il nemico pubblico numero 1, una storia atavica che, fatta eccezione per i derby, era la partita dell’anno. Già, perché i derby più sentiti erano certamente quelli fra Federale e Pregassona per la "potenza" dei loro giocatori e quelle fra Viganello e Molino Nuovo per questioni di spazi contigui. Squadre che erano formate all’80% da giocatori cresciuti praticamente assieme fra settori giovanili e campetti di periferia dove, quasi ogni giorno, era facile trovare sfide continue o semplici allenamenti di tiro. Il basket di allora e, forse, fino a fine anni Ottanta, lo si viveva così.

Il "nemico" delle ticinesi, anche con l’arrivo del Bellinzona e il trasferimento del Lugano a Mendrisio, era l’Olympic e lo è ancora oggi, pur se le cose, negli anni, sono cambiate fra sparizioni, fallimenti, fusioni e retrocessioni. Friborgo, sede del basket praticamente da sempre, ha rappresentato il centro del potere e, come tale, giusto o sbagliato che fosse, si vede nell’Olympic la proiezione di questo potere e una "visione" del mondo arbitrale di… tendenza. Va comunque detto che, in questi decenni l’Olympic è la società sicuramente meglio gestita e costruita sul lungo termine, anche se ci sono stati periodi dove squadre come Bellinzona e Lugano hanno dominato. Ma, mentre l’Olympic ha continuato a essere fra le prime della classe, le altre hanno conosciuto periodi negativi (eufemismo) e cali di risultati in parallelo con la diminuzione delle disponibilità finanziarie. Troppa la concorrenza di hockey e calcio e degli altri sport arrivati in Lega nazionale A, maschile o femminile.

Oggi i Tigers avranno di fronte una squadra costruita per l’Europa, anche se da questa Europa è già uscita, ma resta comunque forte con quattro stranieri e altrettanti nazionali. Il Lugano di Montini deve invece fare i conti con le rinunce: in primis quella di Ross che, a meno di miracoli, non vedremo in campo sino al 2023 e sempre che a gennaio sia ancora in squadra. Poi c’è Warden sull’uscio dell’infermeria e non si sa se uscirà per tempo a dare una mano ai compagni. Difficile pensare a miracoli o a regali di Natale dagli avversari odierni. Contro Ginevra la squadra bianconera si è battuta sino alla fine e c’è da augurarsi che lo faccia anche oggi. Dell’Acqua e compagni non hanno nulla da perdere e quindi sarà importante che vogliano dare tutto per dimostrare la loro crescita in questa prima parte di campionato.