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Jürg Stahl soddisfatto ‘Riaccesa la fiamma’

Jürg Stahl lascerà la carica di presidente di Swiss Olympic alla fine del 2024. In questi giorni sta tracciando un bilancio dei suoi otto anni di mandato, segnati da una pandemia e da un quantitativo storico di medaglie ai Giochi olimpici di Tokyo 2021. «Questi sono i punti positivi che nessuno può cancellare. Lo sport svizzero se l’è cavata piuttosto bene durante la pandemia di coronavirus», ha affermato lo zurighese, presente ieri in un hotel di Losanna per il tradizionale evento mediatico di fine anno di Swiss Olympic.

Stahl ha inevitabilmente citato la pandemia come una delle tre principali sfide che lui e il suo team hanno dovuto affrontare. «Swiss Olympic ha svolto molto bene il suo ruolo di organizzazione mantello. Era importante poter mantenere l’attività fisica, anche se a volte limitata. Non ci sono stati danni a lungo termine per lo sport svizzero, mentre all’inizio della pandemia non avevamo assolutamente idea di cosa sarebbe successo», ricorda l’ex consigliere nazionale dell’Udc, per il quale le altre due sfide principali sono state il rifiuto da parte del popolo vallesano della candidatura olimpica di Sion 2026 e la gestione dello scandalo scoppiato nella ginnastica svizzera nel 2020.

Jürg Stahl, il cui successore – l’ex consigliera federale Ruth Metzler-Arnold o l’ex direttore di Swiss-Ski Markus Wolf – sarà scelto il 22 novembre, preferisce tuttavia parlare degli aspetti positivi dei suoi otto anni di presidenza di Swiss Oylmpic. «Il momento più forte è rappresentato dalla somma di tutte le emozioni vissute», esordisce.

Ma se dovesse scegliere un solo momento saliente, «sarebbe quello delle tre bandiere svizzere sul podio della prova femminile di mountain bike ai Giochi di Tokyo, grazie a Jolanda Neff, Sina Frei e Linda Indergand. In quanto presidente, il cuore batteva all’impazzata. È stato ancora più speciale perché non c’erano né spettatori né tifosi», ha spiegato il 56enne zurighese.

L’importanza del lavoro con i giovani non sfugge al numero uno del movimento svizzero. I Giochi olimpici giovanili di Losanna 2020 lo hanno particolarmente colpito. Si rammarica di «non aver potuto approfittare, a causa della pandemia, dello slancio positivo dopo Losanna 2020 per lanciare più rapidamente un nuovo progetto olimpico. Ma siamo riusciti a riaccendere la fiamma in vista della candidatura di Svizzera 2038.