Fin troppo facile il debutto fra i professionisti, al Fevi, per i due pugili locarnesi
È cominciata come meglio non si poteva sperare l'avventura fra i professionisti dei due locarnesi Georgi Svechev e Riccardo Nasser, che in una magnifica atmosfera e davanti al nutritissimo e variegato pubblico che ha gremito il Palazzetto Fevi sono saliti sul ring per la prima volta a torso nudo e si sono sbarazzati con autorità dei rispettivi avversari.
Inizio guardingo da parte del 27enne superwelter Nasser (qualche grammo meno di 70 kg), come del resto c'era da aspettarsi: alla vigilia infatti aveva detto che non gli interessava sapere chi fosse il suo avversario, e che avrebbe cominciato a occuparsi di lui soltanto una volta salito sul ring. Nel primo round, Riccardo porta qualche colpo alla figura, senza peraltro subire praticamente nulla. Dopo la prima pausa, i due rivali iniziano a portare qualche colpo: il primo a subire, per la verità, è stato proprio il beniamino locale - toccato due volte alla mascella - che però non si è spaventato e quasi subito si è rimesso in carreggiata. Tanto che, nel giro di pochi secondo, colpendo d'incontro, riesce a far mettere un ginocchio a terra a Ilic, che ovviamente viene contato una prima volta. La ripresa è tutta di Nasser, che prima delle seconda campana va a segno numerose altre volte. Nel terzo round il serbo - ancora frastornato - accusa ogni colpo portato da Ricky e si accascia una prima volta: di nuovo viene contato. Nasser, giustamente, non molla la presa e va a bersaglio sia alla figura che al volto. Ilic torna ad accasciarsi e l'arbitro, con molto buon senso, decreta la fine del match. È la metà del terzo round: il debutto fra i professionisti di Nasser, comasco trapiantato a Lugano ormai da un decennio, non poteva davvero andare meglio di così.
«Tutto è andato bene, alla grande, mi sono divertito», ha detto Riccardo appena sceso dal ring. «Ho fatto divertire anche il pubblico, sono venuti davvero in tanti a vedermi combattere. Sono felice, credo di aver dato spettacolo, e voglio comunque rendere onore al mio avversario per come ha combattuto. Ero focalizzato solo su di me, volevo arrivare al match nelle migliori condizioni sia fisiche che psicologiche e ci sono riuscito. Ho lavorato bene col mio braccio ’avanti’, un esercizio che non sempre mi riesce benissimo, stavolta invece anche questo aspetto ha funzionato. Non volevo forzare troppo, perché i sei round per me erano una novità, e non volevo bruciare tutto subito, avendo finora sempre combattuto sempre sulle tre riprese. Poi però, quando si è presentata l’occasione, ho provato ad affondare e mi è andata bene. Ho visto l’avversario traballare e allora ho continuato: è stata la scelta giusta. Obiettivo? Lavorare a testa bassa, il mio motto è work, work, work. Voglio migliorarmi sempre, e poi sfidare più avversari possibile».
Ancor meno ha impiegato il massimo leggero Georgi Svechev (23 anni) a disfarsi di Nenad Pesic, 35enne di buona volontà e nulla più: primo round in totale controllo del locarnese di origini bulgare, che dapprima schiva senza problemi i larghissimi e per nulla rapidi ganci del suo avversario e poi affonda un paio di diretti assai pesanti che piegano le gambe al serbo, che subisce un primo conteggio. Nella seconda ripresa, la supremazia di Georgi è ancora più evidente: il rivale, impotente, cerca di difendersi abbassandosi ripetutamente e in modo esagerato. In questo modo, è facile che qualche colpo di Svechev finisca sulla nuca del serbo, che prova a lamentarsi, ma la colpa è evidentemente soltanto sua. Sta di fatto che il 35enne va giù altre due volte, la seconda proprio goffamente. Del secondo round era trascorso forse soltanto il primo minuto. Esordio vincente, quindi tutto bene, al di là dell'evidente pochezza dell'avversario. «È solo l'inizio», ha detto Georgi mentre scendeva la scaletta dopo aver vinto il suo primo match da professionista. «Credevo di dover combattere qualche round in più, ma per fortuna ho trovato subito i colpi vincenti. Se Pesic non si fosse abbassato così, non l'avrei certo toccato alla nuca, non vedo cos'ha da lamentarsi. Stasera atmosfera bellissima, ringrazio tutti i tifosi. Non vedo l'ora del 22 settembre, quando tornerò sul ring».
Più che discreto anche lo spettacolo offerto dai numerosi match di sotto-clou, durante i quali si è visto grande furore agonistico ma pure qualche ottimo scambio. In particolare, ha fatto entusiasmare il pubblico l'incontro che ha opposto Samuel Tantardini del Bc Locarno all'italiano Mattia Costa, portacolori della Master Boxe di Busto Arsizio. Il ticinese (69 kg e qualche grammo) si è imposto in modo netto, mostrando una buona combinazione fra potenza e tecnica.