Unihockey

Unihockey, l’impronta verde della rassegna iridata

I Mondiali di Zurigo e Winterthur saranno all’insegna della sostenibilità. Obiettivo: 96% di emissioni di CO2 in meno rispetto a Praga 2018

Dopo gli ultimi test, pronti a fare sul serio
(Keystone)
3 novembre 2022
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Sabato è fissato l’ingaggio d’apertura, ma il vincitore… c’è già. Prima ancora che l’esito sportivo faccia il suo corso, i Campionati del mondo di unihockey che terranno banco a Zurigo e Winterthur da sabato e fino al 13 novembre un vincitore l’hanno già trovato. La sostenibilità. Perché grazie a un imponente sforzo da parte degli organizzatori, l’evento sarà a impatto neutrale dal punto di vista climatico, il primo nella storia, con la minore impronta di CO2 possibile.

La marcia di avvicinamento a questo obiettivo è iniziata quattro anni fa, a Praga, sede della rassegna iridata 2018. In quell’occasione era stata effettuata una radiografia della competizione con il chiaro intento di individuare le aree in cui veniva prodotta la maggior quantità di CO2. Dalla risultanza si è dunque potuto sviluppare tutto il piano d’azione per rendere possibile questa ‘rivoluzione verde’.

A quattro anni di distanza da quel primo passo, la… squadra del comitato d’organizzazione della rassegna iridata 2022 è dunque pronta a scendere in campo con la sua ‘formazione’ ideale, fatta di una serie di misure volte appunto a raggiungere l’ambizioso obiettivo climatico che si è prefissata. L’asticella è davvero alta: in una settimana e spiccioli l’obiettivo primario è quello di restare al di sotto delle 3’000 tonnellate di CO2, ossia il 56% in meno di quelle prodotte a Praga nel 2018.

Come raggiungerlo? Le misure previste sono molteplici: Praga 2018, in questo senso, ha dimostrato che il margine di miglioramento è assai ampio, e questo in diversi ambiti. A cominciare dalle strutture che ospiteranno le partite: la neonata casa degli Zsc Lions, la Swiss Life Arena di Altstetten, e l’Axa Arena di Winterthur, entrambi gioiellini dello sport costruiti secondo gli standard Minergie, e dotati di un impianto fotovoltaico sul tetto.

Quello della sostanziale riduzione di emissione di anidride carbonica delle infrastrutture (si stima il 96% in meno: da 371 tonnellate a 14 tonnellate) non è però il solo punto preso in considerazione in questa sorta di vademecum verde: sul fronte delle selezioni impegnate nel torneo iridato, sempre facendo il paragone con la competizione di Praga, attraverso tutta una serie di accorgimenti puntuali, le emissioni dovrebbero essere del 27% inferiori (da 483 a 350 tonnellate), quelle degli spostamenti dei tifosi di un terzo (33%, da 2’116 a 1’400 tonnellate), della ristorazione così come della logistica entrambe del 68% (da 2’226 a 700 tonnellate nel primo caso e da 1’693 a 536 tonnellate nel secondo).