Il danese Vingegaard sempre leader con vantaggio immutato sullo sloveno Pogacar (2’22")
La prima frazione pirenaica porta la firma di Hugo Houle, canadese della Israel, che transita con ampio margine al traguardo di Foix al termine della 16ª tappa, 178 km da Carcassonne a Foix costellati di salite impegnative. Per il 31enne, due volte campione nazionale a cronometro, si tratta del più prestigioso successo in carriera, il primo nell’ambito del World Tour, il secondo per un canadese alla Grande Boucle dopo quello di Bauer nel 1988. Secondo posto per il francese Valentin Maduas, staccato di 1’10", seguito in pratica con lo stesso tempo da Woods e Jorgenson. Il danese Vingegaard (Jumbo) mantiene la maglia rosa con immutato distacco (2’22") sul campione in carica Pogacar (Uae).
Quest‘ultimo, per la verità , ad attaccare ci ha provato, ma il leader della generale ha risposto senza problemi. Pogacar ha sferrato il primo tentativo a circa 50 km dal traguardo, sulla salita del Port de Lers, senza successo, e poi è tornato alla carica poco dopo, soprattutto per innervosire Vingegaard, ma invano. L’ultima volta ci prova in discesa: sulla maglia gialla non guadagna nulla, ma riesce comunque a sfoltire un po’ il gruppo. Vedremo altri suoi blitz nei prossimi giorni, garantito. Giornata (di nuovo torrida) da dimenticare per Romain Bardet (Dsm), che va in crisi soprattutto sul Mur de Peguère, baluardo con pendenze da denuncia posto a una trentina di km dal traguardo. Il francese perde altri tre minuti e mezzo da Vingegaard e dice definitivamente addio alla classifica. Ormai Lontanissimo anche lo spagnolo Mas (Movistar), nono della generale a oltre 9 minuti. Rientra invece nella top ten il russo Vlasov (Bora), staccato di 10’.
Finisce nel taccuino anche la caduta dell’americano Jorgenson (Movistar), che in discesa, nel solitario tentativo di riavvicinarsi al fuggitivo Houle, in una curva perde il controllo della ruota anteriore e striscia con tutto il lato sinistro del corpo su un asfalto assai corrugato. Deve fare malissimo, ma lo yankee non fa una piega, rimonta in sella e si rimette all’inseguimento del canadese. Problemi al cambio invece per Majka, che ha dunque potuto aiutare meno del previsto il suo capitano Pogacar. Impossibile trascurare Van Aert, per una volta meno spettacolare del solito, ma comunque encomiabile per il lavoro svolto al servizio della maglia gialla. Finalmente si è poi rivisto protagonista uno svizzero, si tratta di Stefan Bissegger, entrato nella fuga di giornata: speriamo sia di buon auspicio in vista dell’ultima crono, nella quale vorrà riscattare la controprestazione proposta in Danimarca in occasione dell’inaugurale prova contro il tempo. Mercoledì tappa corta, da Saint-Gaudens a Peyragudes (130 km), con salita conclusiva di 8 km preceduta dal superamento di altri tre Gpm di prima categoria.
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