Ciclismo

Vingegaard e Pogacar si sfidano sulla Côte cara a Hinault

In cartellone martedì la crono di 22,4 km che potrebbe decidere le sorti del Tour de France: il danese – in maglia gialla – vanta 10" sullo sloveno

17 luglio 2023
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Una salita da leggenda per un duello epico: Jonas Vingegaard (Jumbo) e Tadej Pogacar (Uae), primo e secondo della classifica generale della Grande Boucle numero 110, si affronteranno a distanza, martedì, in una cronometro alpina (16a tappa) che prevede anche il superamento della Côte de Domancy, 2 chilometri e mezzo al 9,4% sui quali Bernard Hinault compì uno dei suoi più celebri exploit. In quanto maglia gialla, il danese partirà per ultimo, alle 17 precise, subito dopo lo sloveno, che nella generale insegue a soli 10 secondi. Entrambi forti sia in salita sia nelle prove contro il tempo, i due grandi rivali partono in pratica alla pari. Tutt'e due, fra l'altro, hanno detto di apprezzare il tracciato di questa crono, l'unica prevista quest'anno dagli organizzatori. «I cambiamenti di ritmo fanno perfettamente al caso mio», ha infatti commentato Vingegaard, vincitore del Tour lo scorso anno. «Adoro questo genere di cronometro», gli ha risposto Pogacar, che la Grande Boucle l'ha conquistata invece nel 2020 e nel 2021.

«È una crono per scalatori», ha spiegato lunedì – ultimo giorno di riposo – il tracciatore Thierry Gouvenou. «Oltre alla Côte de Domancy, c’è quella della Cascade de Coeur già a inizio tappa. E dopo Domancy, all'arrivo mancheranno ancora 3-4 km, tutti in salita. Si tratta di un percorso duro, che oltretutto arriva dopo la giornata di pausa», ha concluso.

«Bisognerà essere davvero al top», sono invece state le parole del grande Bernard Hinault, che proprio su queste salite divenne campione del mondo nel 1980, quando la Côte de Domancy dovette essere affrontata ben venti volte. «Il tracciato pare fatto apposta per Jonas e Tadej», ha aggiunto il bretone, «non vedo chi altri possa inserirsi nella lotta per il successo, data la lunghezza del percorso contro il tempo». Il leggendario ‘Tasso’ si era imposto nella corsa iridata del 1980 con 1 minuto di margine sull'azzurro Gianbattista Baronchelli, al termine di una gara che solo 15 corridori ebbero la forza di portare a compimento. «C'erano moltissimi tifosi italiani scatenati, data la vicinanza del confine», ricorda il 5 volte vincitore del Tour, «ma quando me ne andai in fuga non li sentii più».

Interessante, infine, sarà vedere se i corridori affronteranno l'intera tratta con la bici da crono o se, per i tratti più duri, faranno il cambio con una bici da salita. Interrogati in merito, i direttori sportivi non hanno voluto sbilanciarsi per non fornire preziose indicazioni alla concorrenza.