I giovani svizzeri presentano lacune a livello individuale a causa dello scarso lavoro effettuato nelle giovanili per mancanza di tempo e pazienza
Dopo cinque giornate abbiamo avuto la conferma dal campo che, nell’insieme, il basket di Lna non presenta un salto di qualità rispetto alla scorsa stagione. La mediocrità regna sovrana e non si vedono complessi organizzati, quanto piuttosto estemporaneità, fatta eccezione per le solite tre, Olympic, Spinelli e Ginevra. Anche perché queste tre compagini hanno i migliori svizzeri sul mercato e quindi il rendimento dei cinque in campo è sempre di un certo livello. Le altre si arrangiano come possono contando su stranieri più o meno discreti che, in giornate felici al tiro, più che altro, decidono le partite. Oppure, come nel caso degli Swiss Central, hanno quel giocatore che dalla sua mattonella non sbaglia un tiro o quasi, all’immagine di Fuchs che mette un 5/6 da 3 e decide la partita. Quello che abbiamo riscontrato negli svizzeri, giovani e non, sono lacune che vengono da una carenza di fondamentali e che siano essenziali lo dice la parola stessa. Non sanno difendere perché non hanno un chiaro concetto di posizione sulle gambe e, sulla prima finta, sono sbilanciati e battuti; non sanno anticipare i tagli a canestro, soprattutto sul lato debole; non hanno la capacità di fare i tagliafuori in maniera efficace; non sanno servire i compagni in uscita dai blocchi, ma nemmeno sanno sfruttare i blocchi per trarne un vantaggio. Insomma, tutti fondamentali individuali che hanno la loro origine nei settori giovanili. Il perché è abbastanza semplice o, forse, molto complicato. Le società si prodigano per avere un buon numero di giocatori e cercano di dare loro una formazione. La carenza è da ricercare in un insieme di scelte: non si ha la pazienza di “costruire il giocatore” attraverso un lungo periodo di attività sui fondamentali, perché ai giovani piace giocare subito e, per non perderli, i fondamentali sono ridotti. Gli esercizi sulla meccanica di tiro sono limitati, anche perché spesso è difficile da insegnare e lo stesso vale per gli altri esercizi: arresto e tiro, passo e tiro, finta, palleggio e tiro in sospensione e via dicendo. Quando arrivano in prima squadra non c’è il tempo per lavorare sui fondamentali perché bisogna preparare il gioco di squadra, attacco e difesa e situazioni speciali. Ecco che le lacune emergono in maniera evidente e si trascinano se uno non si mette di buzzo buono, fuori dagli allenamenti, a rimediare: una scelta che pochi fanno, purtroppo. Il tutto porta a un circolo vizioso che non farà mai crescere il singolo e penalizzerà l’insieme. E ciò non da oggi.